Valentina Passalacqua: si difende la regina dei vini naturali pugliesi
Valentina Passalacqua rompe il silenzio, a due mesi dall’inchiesta che ha portato all’arresto di suo padre Settimio, accusato di caporalato. La signora del vino naturale pugliese, alla guida di una tra le aziende più grandi e note del settore, rilascia un’intervista fiume a Repubblica.
Respinge le accuse di un suo coinvolgimento negli affari di famiglia e contrattacca puntando il dito sui rivali. Non esista a definirli “detrattori” che, a suo dire, avrebbero colto la palla al balzo per sbarazzarsi di lei, una concorrente scomoda che stava cavalcando l’onda del successo.
Il suo “Igt Orange”, del progetto ”Collezione Calcarius”, era stato da poco raccontato dalla rivista Traveller dell’editore americano Conde Nast come “vino della quarantena”.
Era il 4 giugno. Neanche un mese dopo, il primo luglio, scoppiava la bomba mediatica dell’arresto di suo padre. Tra le più infamanti l’accusa: caporalato. Operai agricoli pagati 3 euro l’ora.
L’imprenditore agricolo di Apricena sul Gargano, 78 anni, viene arrestato e posto ai domiciliari (dal 20 luglio revocati) con l’accusa di ”intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro nell’azienda Tenute Passalacqua s.r.l.“ Azienda che, va doverosamente precisato, non è indagata ed è diversa dalla VP, di cui invece Valentina Passalacqua sarebbe l’unica socia.
Proprio su questo, la produttrice pugliese di vini naturali attira l’attenzione per dichiararsi estranea alle vicende che hanno coinvolto il padre e un suo collaboratore. Anche se bisogna dire che Valentina Passalacqua, come i suoi fratelli, detiene una quota minoritaria nell’azienda paterna (25%).
In effetti, non è mai stata tirata in ballo dagli inquirenti per la vicenda del padre. Alla sommaria giustizia mediatica replica di aver partecipato agli affari di famiglia solo per firmare i bilanci. Nulla più.
Nell’intervista a Repubblica, Passalacqua si scaglia contro i concorrenti, rei di aver dichiarato il falso dopo la notizia dell’arresto. E di avere creato e utilizzato profili fake su Instagram per infangare la sua immagine e quella della sua azienda di vini naturali. Profili che sarebbero appartenuti ad account anglosassoni ma con IP italiano (il numero che identifica univocamente un dispositivo).
Ma la produttrice se la prende soprattutto con Glou Glou Magazine, rivista della società di importazione Super Glou LLC, che l’avrebbe aggredita associando la sua condotta a quella del padre Settimio. Un’onta insopportabile per Valentina Passalacqua, “vinnaturista”, fedele ai valori virtuosi di “Madre Terra”, che l’ha spinta ad adire le vie legali. (Solo) la settimana scorsa il suo avvocato ha inviato una lettera-diffida alla sede di Glou Glou Magazine.
In due mesi, tuttavia, lo scandalo internazionale seguito all’arresto del padre Settimio, ha portato il marchio VP della produttrice pugliese, fuori dai cataloghi di importatori statunitensi del calibro di Jenny & François Selections di New York, di Zev Rovine Selections e di Dry Farm Wines.
E perché non si è difesa prima?
In realtà Passalacqua ha subito affidato a Instagram un intenso commento sulla vicenda, prendendo le distanze dalle accuse rivolte al padre, invocando la legittimità del dubbio, e qualora fosse colpevole un suo ravvedimento futuro. Poi, fino a oggi, il silenzio. Anche perché i problemi in casa Passalacqua non sono finiti con l’inchiesta. Poco dopo Valentina ha perso la madre, un dolore che ha preso il sopravvento sulla voglia di difendersi.
Adesso tuttavia, recuperate lucidità e la solita combattività, da donna imprenditrice, sola e indipendente in una realtà patriarcale, come si autodefinisce, Valentina ha deciso di parlare. E ce n’è per tutti: concorrenti, magazine, social network e gli immancabili leoni da tastiera.
Non proprio tutti a dire il vero. Nella sua comunità, tra i vicini, colleghi e chi ama i vini della produttrice, molti hanno assunto una posizione garantista, come anche alcuni fornitori italiani. In attesa che la giustizia faccia definitiva chiarezza sulle attività del padre. E lo scandalo si sgonfi.