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Vino
8 Marzo 2013 Aggiornato il 7 Aprile 2019 alle ore 12:02

Montepulciano d’Abruzzo. Verticale da Valentini 1968 a Tollo 2012

Una verticale storica per ricostruire Il Montepulciano d'Abruzzo in sei bottiglie per altrettanti decenni. E' stata una delle manifestazioni previste
Montepulciano d’Abruzzo. Verticale da Valentini 1968 a Tollo 2012

verticale storica Montepulciano d'Abruzzo

Una verticale storica per ricostruire Il Montepulciano d’Abruzzo in sei bottiglie per altrettanti decenni. E’ stata una delle manifestazioni previste dall’Anteprima del Montepulciano d’Abruzzo che ha racchiuso 44 anni di questo vino dal 1968 al 2012. Ha aperto l’infilata un Valentini 1968. Ecco sensazioni e punteggi.

  1. Montepulciano d’Abruzzo 1968 – Valentini, anzi, come recitava la polverosa etichetta, di Camillo Valentini e del figlio Edoardo:  emozione allo stato puro ancor prima di avvicinarsi al bicchiere, poi con attenzione e con la memoria spalancata cerchiamo di catturare note terrose e di humus, polvere di cacao amaro, radice, in bocca rivela ancora integrità e grande freschezza e mineralità, davvero sorprendente per un vino di 45 anni; dopo oltre mezz’ora cambia, rivela ancora note di caffè ma in bocca si allarga senza perdere vitalità, tannini levigati e bevibilità ancora in miglioramento: davvero vitale come un arzillo vecchietto!  90/100
  2. Montepulciano D’Abruzzo 1977 – Emidio Pepe (presente in sala). All’aspetto è luminoso e brillante, al naso qualche accenno di volatile, insieme a note agrumate, di fragoline, di peperone rosso e una bella nota salmastra che ritroviamo in bocca come contraltare ad una freschezza leggermente pungente. Tannino di buona fattura e chiusura di media lunghezza.   85/100
  3. Montepulciano d’Abruzzo 1982 – Bosco. Altra azienda storica , come testimoniato dal millesimo: già il colore testimonia una evoluzione più accennata e anche una annata calda, al naso oltre note di liquirizia e humus si nota qualche accenno di ossidazione, in bocca oltre ad un attacco cioccolatoso e terragno esaurisce presto la spinta acida. 80/100
  4. Montepulciano d’Abruzzo  Villa Gemma 1995- Masciarelli: vino di annata importante dell’azienda che ha segnato la storia recente del vino abruzzese. Di colore granato compatto e luminoso, al naso è ampio con note ematiche, di zucchero a velo, di caffè e un mix di cacao e balsamico (ricordo di after eight!), in bocca stupisce e appaga con un’invadenza gustativa insospettata, fresco e minerale, con ancora una componente tannica presente e di grande finezza. 92/100
  5. Montepulciano d’Abruzzo Neromoro 2008 – Nicodemi. Entriamo nel 3 millennio con questo vino dall’aspetto concentrato e di un rubino quasi violaceo, al naso frutti scuri, mora e priuna, note pepate e di erbe aromatiche (maggiorana), in bocca si presenta con tanta materia ma anche con un tannino ancora scomposto, probabilmente un difetto di gioventù, chiude con ricordi vegetali e con qualche eccesso alcolico. 80/100
  6. Montepulciano d’Abruzzo Cagiolo 2012 – Tollo. La chiusura dell’esplorazione tempo-spazio nel mondo del Montepulciano è affidata ad un’anteprima, un campione di botte proveniente da una grande azienda come Tollo. Ovviamente violaceo all’aspetto, con note di frutto nero e rosso, qualche tocco speziato e una bocca di grande vivacità ed un tannino esuberante. Da attendere. Senza punteggio.

[Stefano Ronconi]

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