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Vino
7 Novembre 2014 Aggiornato il 7 Aprile 2019 alle ore 12:37

Siddùra, 7 vini di autentica passione sarda tra cannonau e vermentino

Sognavo di ritornare nella cantina Siddùra fin da quando l'avevo visitata, quasi per caso, un anno fa. Stavolta volevo ritornarci con calma per
Siddùra, 7 vini di autentica passione sarda tra cannonau e vermentino

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Sognavo di ritornare nella cantina Siddùra fin da quando l’avevo visitata, quasi per caso, un anno fa. Stavolta volevo ritornarci con calma per passeggiare tra i vigneti, assaggiare un chicco d’uva un po’ appassita da un grappolo dimenticato tra le foglie ingiallite, degustare i vini senza preoccuparmi di dover prendere l’aereo, chiacchierando amabilmente della stagione, degli abbinamenti e della vita.

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Ed eccomi qua, nella cantina Siddùra, nel cuore della Gallura, con l’amministratore Massimo Ruggero, oramai una vecchia conoscenza, e con l’agronomo Luca Vitaletti.

Siddùra (che in gallurese significa “sella”) è una cantina molto giovane, fondata nel 2008 da un imprenditore tedesco nel settore della moda, Nathan Gottesdiener, innamorato della Sardegna. Un giorno, vedendo Siddùra, proprietà abbandonata di quasi 200 ettari poco distante da Luogosanto, la acquista e dà il via alla nuova emozionante sfida. Inizia ad impiantare i primi vigneti e costruisce una cantina interrata, all’ultimo grido della tecnologia e con attenzione all’ambiente e al paesaggio.

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Nel 2011 esce il primogenito, il Vermentino Maìa, che è stato subito premiato con la medaglia d’oro dal Decanter 2013. Oggi, nel 2014, la cantina ha in attivo 7 etichette, suddivise tra 3 Vermentini e 4 rossi (Cannonau, Cagnulari, e un blend di Sangiovese e Cabernet), ed è arrivata a produrre 150.000 bottiglie annue.

All’interno la cantina è dominata da un soppalco vetrato con la saletta degustazioni. Vista sulla barricaia, luogo affascinante dai profumi diVini (permettetemi il gioco di parole) e sala con i serbatoi di acciaio. Qui, nell’incantevole atmosfera di arte e design avvengono incontri di lavoro e degustazioni di vini (su prenotazione), accompagnati da salumi e formaggi tipici della zona.

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Nathan ha fatto ristrutturare lo stazzu, un insediamento tipico rurale, poco distante dalla cantina e lo ha arredato con una parte dei quadri della sua ampia collezione d’arte moderna. Un lungo tavolo, il forno funzionante e il caminetto: cosa volere di più per una cena tra pochi intimi?

La parola che descrive meglio i vini di Siddùra è l’eleganza. E il motivo è ovvio: l’enologo della cantina si chiama Dino Dini, allievo di Riccardo Cotarella e Giacomo Tachis, che ci mette nel vino l’anima e tutto il suo savoir faire.

Sono sempre affascinata da etichette e nomi dei vini, e qui i nomi sono tutti particolari, ispirati dalle lingue antiche, l’etrusco e il gallurese.

Ho degustato per voi tutte le sette etichette, e, da profana appassionata, vi dico subito: assaggiateli, scoprirete un mondo inaspettato.

I vini di Siddùra

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1. SPÈRA  2013 (gallurese) – fascio di luce
E’ un Vermentino leggero, immediato, molto femminile; sa di lamponi e di deliziosi frutti gialli.

2. MAÌA  2013 (gallurese) – magia
Una piccola parte di Vermentino viene tenuta in barrique per 6-7 mesi, mentre il resto rimane in acciaio. Il risultato del blend è un vino sapido e profumato, adatto a dei sontuosi pranzi a base di pesce.

3. BÈRU 2013 (etrusco) – nobile, superiore – origine di Vermentino
Passati 9 mesi di barrique, non sembra più nemmeno Vermentino, è burroso e vanigliato, ed è perfetto per accompagnare  la fregola.

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4. ÈREMA 2013 (etrusco) – piccola piantina
Un blend di Cannonau (85%) e di Cagnulari (15%)
Sensazione immediata e molto gradevole di confettura di lamponi e more.

5. BÀCCO 2013 (italiano) – Dio del vino
Cagnulari in purezza che, si dice, sia molto difficile da vinificare, ma qui l’esperimento è andato a ottimo fine.
Dopo un breve soggiorno in botte diventa erbaceo e speziato, addirittura leggermente burroso, si sente meno confettura, ma le prugne fresche.

6. FÒLA 2012 (gallurese) – favola
Cannonau in purezza, una meraviglia di cui mi sono già innamorata l’anno scorso.
Profumi di sottobosco e delle foglie umide, è un vino molto raffinato, molto diverso dal “solito” Cannonau.

7. TÌROS 2012 (etrusco) – vino
Sangiovese e Cabernet. L’ho assaggiato la prima volta a Vinitaly 2014, e sono rimasta davvero impressionata. Questa etichetta non poteva mancare  nel curriculum dell’azienda. Potrei descriverlo come setoso, vellutato e leggermente salmastro. Un anno in barrique gli ha regalato i sentori del sigaro, delle spezie, specie pepe nero.

Società Agricola SidduraLocalita Siddura Snc. 07020 Luogosanto (OT). Tel. +39 079 65 73 027

Argomenti:
assaggi di vino
Giulia Nekorkina
Moscovita di nascita, romana da 25 anni, Rossa di Sera da 10 anni, innamorata della vita, appassionata di bollicine, adora cucinare e mangiare. Il miglior museo è un mercato, il miglior regalo è un viaggio.
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