Vinitaly 2012. La disfatta del wi-fi non trova connessione razionale
Steve Jobs avrebbe scagliato fulmini e saette. Bill Gates si sarebbe dato fuoco per protesta. L’Ente Fiera veronese, più concretamente (ma per forza di cose a babbo morto) ha fatto sapere che farà causa. Perché certo, se vieni a lavorare al Vinitaly munito di iPad, iPhone, Blackberry, pc, una collana di “pennette”, tutti i follower di Twitter che pendono dalle tue righette e l’importatore di Hong Kong che non riesce a mandarti il contratto via tablet e pensa che tu sia andato al mare, invece di lavorare: insomma, se per tre giorni il semicoma comunicazionale piomba sotto forma di blackout a intermittenza sulla fiera del vino più importante d’Europa, diciamolo pure: tu quanto meno timcazzi…
Ed è appunto quello che è accaduto a raffica qui a Verona, dove i gestori telefonici cui la Fiera, appunto, certo non gratuitamente (e ridistribuendo a sua volta a pagamento l’accesso wi-fi agli operatori) si era appoggiata, hanno fatto un tilt clamoroso e piuttosto vergognoso. Malgrado – è il direttore generale dell’ambaradan fieristico Giovanni Mantovani a dirlo – i suddetti operatori sapessero benissimo quanta gente era venuta lo scorso anno, quanta più o meno ne sarebbe venuta quest’anno, e quanti contatti wi-fi, appunto, erano già stati allocati. Di certo, anche per gli operatori dell’informazione (per loro almeno accesso gratis alla rete, anche se seminutile e frustrante) è stata duretta. In albergo, scattare, per mandare pezzi e foto. O sui computer “fissi” di sala stampa. Con i colleghi del press office della Fiera davvero straordinari nel dare una mano, e fare spazio, ove possibile, anche nei loro uffici. Ma anche per loro il buco nella rete è stata una croce mica piccola. In linea di massima, a occhio, un par di chili in meno causa ansia…