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Vino
5 Marzo 2011 Aggiornato il 6 Aprile 2019 alle ore 19:53

Vino, Cina pigliatutto alla conquista del Bordeaux (cade il quinto castello)

I Cinesi berranno pure mezzo litro di vino a testa l'anno ma intanto la crescita della produzione vitivinicola nel Paese di Mezzo raggiunge percentuali a
Vino, Cina pigliatutto alla conquista del Bordeaux (cade il quinto castello)

I Cinesi berranno pure mezzo litro di vino a testa l’anno ma intanto la crescita della produzione vitivinicola nel Paese di Mezzo raggiunge percentuali a doppia cifra e nell’attesa che i consumi aumentino si continua a fare incetta di vigneti. Tra i target preferiti c’è la Francia e quel Bordeaux per il quale la Cina rappresenta il primo mercato di esportazione.

“Hanno cominciato con l’assaggiare il vino, poi hanno iniziato a desiderare i vigneti”, raccontava un gestore di fondi di investimenti specializzati in proprietà vitivinicole a commento di uno dei tanti colpi messi a segno da Cinesi nel Bordolais. L’ultimo in ordine di tempo l’acquisto di un vigneto del Médoc: lo Château Laulan Ducos, acquistato per 10 milioni di euro (cifra non confermata) dall’imprenditore del lusso cinese Richard Shen Donjun che ne destinerà la produzione interamente al mercato cinese.

L’avanzata cinese nel Bordolais era iniziata nel 2008 con l’acquisto, da parte della cinese Longhai, dello Chateau Latour-Laguens con relativi 30 ettari di vigneti e una proprietà complessiva di 60 ettari, situata a Saint Martin de Puy, a 50 chilometri da Bordeaux. Un acquisto accompagnato da investimenti supplementari per svariati milioni di dollari e destinati alla ristrutturazione di una proprietà in declino.

A luglio dell’anno successivo il secondo colpo, proprio al cuore dell’identità francese. La holding di Hong Kong A & A International Group rileva la maggioranza nientedimeno che dello Chateau Richelieu, fatto costruire nel 1632 dal più famoso primo ministro della storia europea: 15 ettari di vigneto e esportazioni che, già al momento dell’arrivo cinese, coprono il 90% della produzione. Seguono, nel 2010, lo Chateau Chenu Lafitte, a Bourg, nell’Alta Gironda, regalato da un miliardario cinese al giovane figlio e lo Chateau De Viaud, all’inizio del 2011, venti ettari di grand cru Lalande-de-Pomerol, acquistati dal gigante cinese dell’agroalimentare Cofco, controllato dal Governo cinese.

I bordolesi, naturalmente, ringraziano. L’arrivo della Cina rappresenta un’ancora di salvataggio per un territorio in crisi e inoltre gli accordi prevedono spesso un coinvolgimento di personale locale nelle aziende rilevate. Per accompagnare il cammino cinese verso Bacco i Francesi hanno persino fondato un centro culturale sul vino nella città di Tianjin. Per far crescere la cultura del vino e alimentare gli affari del futuro.

Fonte: La Stampa, Italia Oggi, winenews.it, decanter.com

Foto: lemonde.fr, omegashop.ca, myslowburninglife.blogspot.com, jet-society.com, agricardclub.it

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