15 birre che hanno fatto centro a EurHop e Birra Perugia birrificio dell’anno 2013
EurHop 2013, prima edizione, poche chiacchiere, la miglior manifestazione brassicola in Italia, la miglior selezione a cui mi sono trovato di fronte e non perché fossero i migliori in assoluto, c’è qualcuno che può dire mancava Tizio, Caio o Sempronio. E’ stata la migliore perché tutti, e dico T-U-T-T-I, i produttori presenti erano di altissimo livello grazie alla selezione all’ingresso curata da Manuele Colonna.
Location bellissima, l’architettura razionalista del Salone delle Fontane è andata a pennello con gli innesti ultramoderni in acciaio delle strutture audio/video e delle spine. Grande successo di pubblico con le entrate bloccate il sabato sabato sera per motivi di ordine e sicurezza pubblica, mentre domenica è stata una giornata vivibile con gran spettacolo dei birrai e publican e con Giorgione del Mastro Titta che ha organizzato un Toga Party in pieno stile Animal House.
Affascinanti e ben realizzate le degustazioni con le presentazioni dei birrifici in diretta sui maxischermi affidate a Lorenzo “Kuaska” Da Bove Dabove, massimo esperto italiano di birra. Birre assaggiate tante, buone tutte. Che mi stupissero, come richiedeva l’invito al tweet, poche: era difficile per l’alto livello proposto ed infatti non parlerei di stupito, ma di birre che ho gradito più delle altre. La formula a gettoni con quantità minima a ½ pinta da 0.37 ha reso difficile per non dire impossibile bersi tutto lo scibile umano presente, cioè 200 e passa etichette. Proviamo a fare un resoconto e a dare alcuni suggerimenti di cosa bere se trovate una delle birre presenti nei vostri Pub o Beershop.
Podio
- Extraomnes, la mia birra preferita in questo EurHop, non una novità ma una birra che ha avuto un piccolo buco produttivo, Hopbloem; una Belgian Ale da 5.7° profumatissima, gustosissima con un sapore tropicale a dominare la bevuta ed un finale abbastanza lungo e piacevole.
- Subito dopo arriva Lambrate American Magut, poche parole da spendere, un capolavoro di Pils che di Pils forse adesso ha poco, visto che i luppoli dominano la bevuta, Monarca sugli scudi!
- Cervesia Vetus Viso Pallido si aggiudica il mio bronzo, dal nome si evince (ah sì?) sia una American Pale Ale, 5.1°, piacevole, amaro agrumato classico dello stile e alla fine esce un lieve caramello che bilancia la chiusura. All’imbocco risulta corposa quasi come un succo di frutta di quelli seri, con tanta polpa.
Inseguitrici
A un soffio dal podio, ecco le inseguitrici.
- Conferme da Birra Stavio, la Beer firm romana ormai è garanzia di birra di qualità, delle 2 nuove birre provate, Brown Bunny è una Brown Stout Ale da 4,5°, presenti i sentori delle tostature: chi ama le stout gradirà senza dubbio.
- Sempre di Schigi ho assaggiato al Kerst Reserva 2013, Birra di Natale che si evolve in una Belgian Strong Ale da 12° in grande forma, frutti rossi di sottobosco, il sorso è preso per mano da una piacevole acidità, e il retrogusto è lungo, non molla il palato e la lingua.
- Birrificio dell’Aspide Cascade, una Blonde belga da 5° ma con un Dry Hopping di Cascade in fiori direttamente nel fusto, al naso racconta una storia e sul palato un’altra, il Dry Hopping si sente con piacere e lo si vede anche, torbida con la “posa” che non posa ma galleggia nel bicchiere.
Beverine
- Bi-DU 3Dike, nuovissima bitter Ale da soli 3.5°, molto bitter, malti luppoli e lieviti inglesi, una bella botta amara, ma secca e beverina.
- Da unità di misura secchio anche l’inglese Siren Craft Beer Half Mast, Light Ipa da soli 2.8°, dissetante, profumata, tropicale, birra decisamente estiva (ma non solo)!
- Abot di Birra Stavio, una Strong Belgian Dark Ale da ben 8°, molto complessa nei sapori, tendente al dolce senza stuccare e pericolosamente beverina
Novità
- BdB Camden Versus Italy, Marzen da 5.8° brassata a 8 mani in collaborazione con Brewfist, Birrificio Italiano e gli inglesi Camden Town Brewery, colore scuro, un rubino tendente al marrone, ottima la bevibilità.
- Lariano Rango, American Lager da 4.6°, bassa fermentazione dove i luppoli americani si sono divertiti a dare profumi e amarezze. Anche questa scende benissimo, forse un pelino sotto la sorella maggiore Grigna, ma è un mio parere.
Fuori dagli schemi
- Loverbeer Beerbera Riserva, dedicata a Kuaska. Al naso è vinosa, note di legno, frutta rossa, elegantissima. In bocca è confermata la vinosità, birra al contempo elegante e ruffiana, si lascia corteggiare come una bella donna che sa di esserlo e non disdegna complimenti e avances, rispetto alla BeerBera classica è più complessa.
- Foglie d’ Erba ripropone la sua Cherry Lady vincitrice all’ IBF romano 2012, rifermentazione controllata con infusione di ciliegie di montagna, aperitivisssima! Presente anche una versione maturata in botte della nuova Porter spillata a pompa, ma non ho fatto in tempo, ne ho sentito parlare bene con margini di miglioramento dati dall’ invecchiamento.
- Ducato Kiss Me Lipsia, riassaggiata dopo Fermentazioni, questa volta l’ ho trovata bene, un ottima Gose anche se forse mantiene una nota acida (elemento dello stile) troppo marcata per i miei gusti, ma senza dubbio un ottima versione italiana del capolavoro tedesco.
Stout
- Per gli amanti delle Stout fatte a mestiere cito Magic Rock Dark Arts, 6° che impiega 4 malti, da non amante dello stile devo ammettere che è una Stout fatta benissimo, gli appassionati del genere non potranno rimanere delusi.
Birrificio dell’anno
Birra Perugia: ero molto curioso nelle novità portate dal team capitanato da Antonio Boco che ha presentato le sue creature al Romeo Chef&Baker in abbinamento con le animelle con succo di melograno, genovese, riduzione di Chocolate Porter e cioccolato. Partiamo proprio dalla Chocolate Porter, prima cotta e già abbiamo un buon prodotto, ottenuto tramite un Dry Graining di granella di cioccolato belga, elemento che fa da filo conduttore nella città di Perugia tra loro e la famosa cioccolateria. Manca un po’ di corpo centrale e a metà bevuta abbiamo un picco di dolcezza che va un po’ fuori le righe, per poi rientrare nei ranghi, ma il vero piacere è il dopo bevuta, con questo cioccolato belga che dal fondo del palato si fa risentire, fa scaricare endorfine e porta positività. Già mi hanno detto che dalla prossima cotta daranno un po’ più di importanza al corpo centrale, cercando di bilanciare un po’ di più dolce e amaricante.
Hanno portato anche due variazioni sul tema delle birre base, la Seven Hops, la loro Golden Ale con un Dry Hopping di 7 varietà di luppoli, l’ ho trovata di una pulizia ed equilibrio di bevuta eccezionale, piallando quello scalino che avevo trovato assaggiando la versione base. Poi abbiamo la Cosmo Rosso, l’american Red Ale con Dry Hopping di Citra in fiore, già era bilanciata la bevuta della versione base, a questo abbiamo aggiunto le note tipiche del Citra, quindi un attenuazione delle noti pepate e una messa in evidenza di sapori più tropicali e una chiusura decisa amara data dal Dry Hopping.
Ultima birra sia assaggiata che recensita, la loro Barley Wine, 12° affinati in Barrique di rovere francese, verrà prodotta anche la versione non in legno. Complicata come devono essere le Barley Wine, il passaggio in rovere dona quelle note tipiche, lieve acidità, frutta secca, è densa sul palato, quasi masticosa. La gradazione elevata non è avvertita grazie ad una dolcezza che accompagna la bevuta.
Personalmente il mio birrificio per il 2013.
Complimenti all’accoppiata Ma che siete venuti a fà-Publigiovane. Una pecca a EurHop? Mancavano i Trapizzini di Stefano Callegari e i panini di Gabriele Bonci….
[Immagini Birra Perugia: Daniele Amato]