48 piatti in gara come a Sanremo
Uno dei miei 24 lettori è preoccupato per i decreti e i festival e commenta a proposito della “riabilitazione” di Bottura: “In altri paesi sarebbe impensabile quasi quanto l’erede al trono di una repubblica in finale a Sanremo…”. Beh, Alessandro non disperare. Dopo la gara canora di Sanremo avremo la gara gastronomica del Ministero del Turismo promossa dalla Commissione per la promozione e il sostegno del turismo enogastronomico. Il titolo da assegnare è quello del piatto più tradizionale e più in pericolo riportato a nuova vita. La differenza con la competizione delle ugole sanremesi è che quella delle tavole sarà un tour. Insomma un Festivalbar o meglio un Cantagiro. Sì perché il progetto denominato “Capotavola, alla ricerca del piatto perduto” è “già operativo”, come ha sottolineato il coordinatore della Commissione Pierluigi Ronchetti. Per accendere i motori e avviare il conto alla rovescia sarà sufficiente individuare le 12 piazze italiane e i 4 piatti a rischio di oblio da portare a conoscenza dei cittadini italiani che non li preparano più. Alcuni piatti, infatti, rischiano di scomparire per “il cambiamento della famiglia da patriarcale contadina a famiglia urbana e quindi per la mancanza di un rapporto nonna nipote che interrompe la tradizione orale non essendoci più contatto in cucina lungo e perché la ristorazione deve adeguarsi a modelli internazionalizzati e a richieste diverse che cercano standardizzazione”, ha spiegato Ronchetti. La formula quindi è 12 città x 4 piatti x 12 weekend. Ma che c’entra Sanremo? I piatti entreranno in competizione e una giuria voterà vincitore un piatto in ogni appuntamento. Poi gran finale. Il concorso sará seguito dalla Rai con 12 tramissioni da 45 minuti oltre al Gran Gala finale. I piatti da salvare saranno presentati da chef stellati che daranno lezioni per creare i piatti dimenticati a casa. Ogni appuntamento prevede una cena di gala il sabato sera con uno spettacolo di tradizione locale. La struttura mobile in cui si terranno i weekend di riscoperta ospiteranno anche stand di produttori, una libreria con pubblicazioni locali, spazi ludici e didattici. L’obiettivo, ha spiegato Ronchetti, è anche la destagionalizzazione del turismo con idee di viaggio spendibili in qualsiasi momento. L’idea è piaciuta a Giampaolo Pioli, Presidente delle Città del Vino, che ha chiesto di inserire 500 comuni per far partecipare i vini di nicchia e quindi molto locali sul modello della Selezione del Sindaco (che quest’anno si terrà a Brindisi). Insomma se nella giuria saranno presenti esperti e semplici commensali sarebbe auspicabile che almeno una testa coronata pensasse di inzuppare il reale savoiardo in qualche antica minestra.
Foto panissa: Altissimo Ceto – Viaggiatore Gourmet