Black Mamba. W Dom Pérignon
Dite la verità, quante volte negli ultimi anni avete chiesto in un ristorante una flute di champagne e vi hanno proposto un piccolo produttore rècoltant manipulant del quale ignoravate l’esistenza? E ammettete , era davvero così interessante quello champagne che il ristoratore aveva scoperto personalmente e importato a 15 euro iva compresa? Valeva più di un Franciacorta proposto allo stesso prezzo?
La mia risposta a questa tipologia di champagne e di ristoratori è: W Dom Perignon!
La scorsa settimana ero da Peck a Milano, accompagnavo un amico a fare la spesa, il quale conosce lo champagne come le sue tasche e potrebbe distinguere in degustazione coperta qualsiasi annata di Dom Perignon, Krug, Salon a chi più ne ha più ne metta. In sintonia quasi perfetta, volteggiando fra quel bendidio di bottiglie che solo da Peck si possono trovare, ci siamo subito resi disponibili a stappare.
Attratti da una bottiglia di Dom Perignon 2002, appena uscita sul mercato e non ancora assaggiata, ci siamo detti: pourquoi pas? Peck stava chiudendo erano le 19 e 20. Alle 19.30, trascorsi 10 minuti, quando ci hanno invitati a lasciare il locale (perché i milanesi sono grandi lavoratori, ma quando finiscono, finiscono!) la bottiglia era terminata e vi garantisco, onde fugare il rischio di soggiacere ai vostri sacrosanti dileggi, non solo perché siamo due grandi bevitori.
Dom Perignon 2002 è uno champagne semplicemente perfetto! Una congiunzione formidabile fra finezza e complessità. Ancora molto giovane ma si esprime già in tutta la sua magnificenza. Struttura imponente, freschezza e acidità perfettamente armonizzate con un frutto intenso, quasi sfarzoso oserei dire. Annata felice la 2002, molto meglio della 2000 generalmente sopravvalutata e che solo ora, con un po’ di maturazione in bottiglia, può definirsi discreta, a parte la versione in magnum che qualche soddisfazione in più riesce ad elargirla.
Moet & Chandon produce almeno 3.000.000 di bottiglie di Dom Perignon ogni anno di livello qualitativo elevatissimo, non sarà una bottiglia per tutti i giorni, però amici, se deve essere champagne, che sia veramente buono! Che Dom Perignon sia un punto di partenza, non di arrivo, anche perché spendendo poco si può bere uno spumante di Franciacorta più che decente. Penso a un pas dosè di Enrico Gatti a un satèn di Ferghettina o a un brut Extrème millesimato Palazzo Lana di Guido Berlucchi, e a molti altri della stessa zona acquistabili a prezzi più che ragionevoli, senza bisogno di importare improbabili etichette francesi di produttori sconosciuti e che talvolta, mi prenderete per pazza, mi viene anche il dubbio che esistano davvero.
Insomma amici di Black Mamba, penso di essere stata esaustiva: W Dom Perignon!… E w anche la nostra Franciacorta, che diamine!