Transformers. La (french) pizza si dà alla crème fraîche
La passione degli Americani per la pizza è cosa nota. La società di ricerche NPD si è preoccupata di contare quelle mangiate nel 2007 nei ristoranti degli Usa: 5,5 miliardi, una cifra superiore a qualsiasi altra pietanza, compresi gli hamburger.
Dopo Gennaro Lombardi, napoletano trapiantato a New York che apre nel 1905, a Manhattan, la prima pizzeria americana, generazioni di pizzaioli hanno fatto fortuna e trovato lavoro Oltreoceano preparando la più semplice delle pietanze, economica e declinabile in infinite farciture. Ultima in ordine di tempo la pizzeria di Donatella Arpaia, la ristoratrice di origini italiane iniziata all’arte della pizza dall’italianissimo Enzo Coccia.
Solo che sulla scia dell’entusiasmo per la tricolore pietanza può capitare di sentir dire, ad un ristoratore newyorkese che ha appena aperto una gastronomia a base di prodotti francesi al n.1136 di First Avenue (lui chiama Anthony Raggiri, intuibili origini italiane e un cognome che mette un po’ in allarme) che “la gente ama la pizza, quindi perché no una versione francese?”
E così, accanto a croissant, couscous, condimenti, minestre, formaggi e salumi made in France, l’avventore del Marché du Sud potrà trovare l’Alsatian pizza, versione riveduta e corretta della più francese Tarte flambée (realizzata con impasto di pane e farcita con crème fraîche, lardo e cipolla) arricchita, per somigliare di più alla pizza, con frutti di mare, funghi e verdure (alla nizzarda, però!) Nostalgia per le origini italiane o solo Italian sounding?
[Fonte: Nytimes]
Foto: Florence Fabricant/ NyTimes