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10 Giugno 2011 Aggiornato il 2 Luglio 2014 alle ore 21:45

A San Francisco cade il tabù: si potranno vendere le verdure del giardino

Eravamo rimasti agli orti urbani, gli spazi di terra comunale ceduti ai cittadini per coltivarci l'orto. E ci sembrava già abbastanza rivoluzionario il
A San Francisco cade il tabù: si potranno vendere le verdure del giardino

Eravamo rimasti agli orti urbani, gli spazi di terra comunale ceduti ai cittadini per coltivarci l’orto. E ci sembrava già abbastanza rivoluzionario il “guerrilla gardening”, la pratica di seminare “a tradimento” negli spazi pubblici a suon di bombe-seme, zolle di terra con il seme dentro, da “sparare” negli spazi della desolazione urbana.

Ora San Francisco, da tempo all’avanguardia nella promozione di un’agricoltura urbana sostenibile, stupisce con un’ordinanza che è un’altra piccola rivoluzione verde: d’ora in poi sarà possibile vendere nei mercati, a vicini e ristoranti, gli ortaggi prodotti nel giardino di casa.

L’idea è venuta ai Little City Gardens, una comunità di locali che da tempo praticano l’urban farming e l’iniziativa del Comune è apparsa subito in tutta la sua portata innovativa. “E la prima volta che negli Stati Uniti una città permette ai suoi abitanti di coltivare e vendere dal giardino di casa propria”, ha detto Mary Purpura, di  Potrero View, giornale di quartiere di San Francisco. “Non è solo una rivoluzione economica ma è anche un grande cambiamento del costume e potenzialmente dei flussi commerciali, che rifocalizza il consumo alimentare sulle produzioni regionali”.

Non ne saranno felici i produttori locali, i contadini del km0, ma le nuove misure approvate dal Comune più illuminato d’America sono destinate a fare scuola anche in altre città degli Stati Uniti dove l’esperienza degli orti urbani è una realtà dagli anni Settanta.

Possiamo aspettarci qualcosa di simile dalla nuova amministrazione in una Milano dove l’associazione ambientalista Italia Nostra ha già da tempo strappato al degrado della periferia 130 aree dandole in affitto per 360 euro l’anno a cittadini che si improvvisano contadini? E a Roma, dove sono stati censiti 65 orti condivisi (ma sarebbero molti di più) affidati a privati e associazioni con contratti di comodato di sei anni? Dopo i farmers’ market la capitale sorniona si convertirà anche al ‘mercato dei cittadini’? Oserà, qualcuno dei sindaci della New Wave di sinistra, riscrivere normative igieniche e commerciali e sfidare associazioni di commercianti e produttori (“Non torniamo agli orti di guerra”, ha sdegnosamente commentato la Confederazione Italiana Agricoltori parlando gli orti urbani mentre Coldiretti ha già dato la sua benedizione) regalando ai cittadini la licenza di vendere?

Fonte: repubblica.it

Foto: mio-bio.it, agrablog.wordpress.com, pourfemme.it

 

 

 

 

 

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