Nerano | Lo spaghetto alle zucchine è un sogno dimenticabile
In tanti, tantissimi me ne avevano parlato. Lodandone posizione e sapori, facendomi venire l’acquolina nei racconti di orti sul mare e acque pescose. Io avevo ascoltato, innamorato di questa idea di un ristorante semplice ed efficace, affacciato su un mare dei più belli e evocativi dello stivale. Ripromesso di andarci.
Arrivato a Vico Equense, per l’arcinota festa, non ho avuto dubbi! E complici un paio di sodali, la decisione è stata immediata. Pranzo a lo Scoglio bagno nella spiaggetta davanti. La sera prima avevamo fatto tardi e quello di cui avevo davvero bisogno era un’oretta di lettino, un bagno tonificante e poi un bel pranzo defaticante!
Detto fatto! Alle 13 eravamo seduti sul pontile, ad un tavolo immerso in un paesaggio da cartolina. Desiderosi di assaggiare la cucina di questo spicchio di paradiso. Ci affidiamo ai nostri ospiti, che consigliano un giro di antipasti in stile lo Scoglio. E chi siamo noi per ribellarci? E poi oggi abbiamo voglia di subire e di qualcuno che ragioni per noi.
Il servizio è efficace e alla buona, ma in stile con la semplicità del luogo. Sui fontanili all’ingresso e nella vasca al centro del pontile, alimentati ad acqua di mare, si puliscono in continuazione ricci e conchiglie, penso che bello spettacolo, da solo vale la visita…
Iniziano ad arrivare gli antipasti: ricchi e casalinghi.
Le acciughe urlano di aceto, impossibile riconoscerne il livello.
Il polpo discreto e piacevole, la ruchetta è spaziale, soda e scrocchiarella, saporita e piccante di clorofilla, ma massacrata da un’improbabile aceto balsamico.
Ma perché l’aceto balsamico a picco sul mare di Nerano? Ancora me lo chiedo.
Si continua con dei buoni pomodori cuore di bue, accompagnati da uno strepitoso fiordilatte, peccato che per i pomodori sia ancora presto, in stagione debbono essere strepitosi.
Le verdure del famoso orto invece sono già all’altezza: sode e saporite, sanno di fatica e pazienza.
Dimenticabili i fritti, unti e con una pastella di garanzia che è praticamente una corazza.
Continuiamo con due grandi classici. Lo spaghetto alle zucchine, di casa in questo spicchio di Tirreno, è generosissimo e goloso. All’assaggio si rivela fin troppo legato e tirato, casalingo e coperto da una crema di formaggio che veste e copre tutto, come una calda coperta di Linus.
Gli spaghetti ai ricci di mare ci fanno salivare, dopo la visione di ricci su ricci lavati e aperti al fontanile, all’assaggio sono quello che debbono essere: basici ed efficaci.
Sui pesci abbiamo capitolato, invece la golosità alcolica, figlia della sera prima, ci ha fatto cedere sui dolci. L’immancabile delizia al limone, non aveva nulla della leggera golosità a cui siamo abituati, invece era un dolce casalingo e piacevole.
La molto consigliata torta alla crema bianca e nera, sapeva di salotto buono, acqua di rose e statuine di Capodimonte.
Nel complesso, se non fosse per il paesaggio, un posto dimenticabile. Quello che purtroppo non è dimenticabile è il conto, 65 € a testa, e chissà dove saremmo arrivati se avessimo ceduto alle lusinghe del pesce? Mah, se questa è l’idea di una grande trattoria… Forse ho semplicemente beccato la giornata storta!
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Foto: Andrea Sponzilli