Champagne naturale. Laherte Frères Rosé de Saignée Les Beaudiers
La vigna più vecchia della parcella ha più o meno la mia età, quella di mezzo l’età di mia sorella, e la più giovane quella di uno dei miei più grandi amori… Insomma, per me ha come un’aria di famiglia questo Champagne fatto in modo di gran moda ora, e che avremmo definito inusuale solo poco tempo fa, appartenendo alla corrente “naturale” che tanto spazio e credito (anche un po’ confusamente) va guadagnando anche nelle terre da bolle in provincia di Reims.
E’ Pinot Meunier, fermentato in legno (ci resta sei mesi sui lieviti, lavorato in batonnage come uno Chardonnay) ma senza fare malolattica (e dunque in piena pienezza d’acidità), dosato pochissimo (5 grammi-litro) e dunque in piena secchezza, e deriva dal salasso del Meunier vinificato in rosso e tirato via dalla massa dopo 12-16 ore sulle bucce.
In cantina si fanno sponda Aurelien, seconda generazione, e la cognata Laurence (moglie di Thierry), che mette molto di suo (la tradizione madame-Champagne regge alla grande). Quanto al Les Beaudiers, è, al netto di tutto il percorso e fregandosene allegramente di ogni sfumatura ideologica o eno-esoterica, un gran bel vino, asciutto e sodo, vinoso e largo quanto basta, attestato sui 12° d’alcol, e da bere almeno a 10° (meglio 12) nel bicchiere per non umiliarne la complessità.
Il merito di averne portato spetta, tra gli altri, a Franco Del Gatto, splendido enotecario in Anzio. Ma non per forza in mood mare va goduto questo rosato, che viaggia a tavola in modo profondo ed eclettico, scamone di vitello (cotto a identico colore) ad esempio perfettamente incluso.
3 scatti e 1/2
[Foto: ethiquettes.fr]