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9 Marzo 2012 Aggiornato il 9 Marzo 2012 alle ore 12:17

Telenovela buste di plastica. Arriva un altro rinvio

Telenovela eco-shopper. Arriva un altro rinvio per le buste biodegradabili con additivi e le sanzioni scattano soltanto a partire dal 2014.
Telenovela buste di plastica. Arriva un altro rinvio

Continua la telenovela del sacchetto di plastica. Arriva un nuovo rinvio, dopo l’addio dell’anno scorso ai vecchi shopper e dopo il decreto n.2/2012 che aveva messo al bando le buste con additivi ancora in circolazione e non in linea con la normativa europea EN12432.

Slitta di sei mesi, dal 31 luglio al 31 dicembre 2012, il termine entro cui il ministero dell’Ambiente può emanare il decreto applicativo sui parametri di biodegradabilità dei sacchetti. Resta il divieto di commercializzare le buste di plastica ma vengono prorogati l’uso di bioshopper con additivi  (6 mesi) e le sanzioni per chi viola tali divieti scatta solo al 1° gennaio 2014. Vengono inoltre definite grammatura e sagoma per le buste che possono essere prodotte in plastica tradizionale.

Esultano le imprese della plastica. AssoEcoPlast, che riunisce 130 aziende operanti nel settore dei sacchi per asporto delle merci, “plaude al voto della commissione Ambiente”, che torna su quanto già deciso il 25 gennaio con la messa al bando delle buste con additivi e non completamente biodegradabili. Una data che, sostiene AssoEcoPlast, ha segnato la celebrazione del “funerale della filiera industriale della plastica biodegrabile” e dei suoi “quasi 9 mila addetti” che “auspicano che nei prossimi mesi il Parlamento possa intervenire per rendere questo coma reversibile, risvegliare il settore ed impedire un notevole spreco di risorse pregiate sottratte all’alimentazione umana ed animale ed un danno ambientale”.

Delle buste interamente biodegradabili sono noti i vantaggi per l’ambiente (vengono assorbite in 4-5 giorni senza lasciare residui). Eppure le organizzazioni di settore, oltre a ricordare l’impatto di queste produzioni sull’agricoltura e sull’approvvigionamento globale di cibo (per produrre ecoshopper ci vuole il mais) parlano di “danno ambientale” dei nuovi ecoshopper biodegradabili. “Il fabbisogno italiano di ecoshopper per la frazione umida è di circa 8000 tonnellate l’anno ma già nel 2011 sono state introdotte sul mercato almeno 60-70 mila tonnellate di sacchi compostabili, cioè 9 volte in più del necessario”, spiega AssoBioPlast.

Ma le preoccupazioni del settore legate alle difficoltà di riconversione delle aziende fanno a pugni con un altro dato: prima dell’introduzione del divieto gli italiani, primi in Europa, consumavano 400 sacchetti di plastica a testa ogni anno pari a 300 mila tonnellate. Un danno devastante per l’ambiente che il divieto, introdotto il 1° gennaio del 2011, ha iniziato ad arginare.

D’altra parte se è più che ovvio che una busta di plastica inquina più di un sacchetto biodegradabile (ad essere precisi ila prima inquina e l’altra no se si esclude l’impatto sull’ambiente correlato alla sua produzione) è altrettanto evidente che il Parlamento sta cercando di mettere d’accordo esigenze ambientali e lavoro, sostenibilità e aziende. Speriamo però che sia, davvero, l’ultimo rinvio.

[Fonte: ansa.it, www3.lastampa.it Foto: ecologiae.com]

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