Avevate dimenticato Nino Graziano? E’ a Mosca e ora apre l’ennesimo ristorante
E’ il 2005 quando Nino Graziano, chef del Mulinazzo, unico bistellato siciliano e primo ristorante dell’isola a conquistare la stella Michelin, chiude baracca e burattini e parte per Mosca. Ad aspettarlo, oltre a una montagna di denaro, c’è la brigata del Semifreddo, ristorante italiano già avviato a Mosca che diventa presto, sotto la guida di Nino Graziano, avamposto della cucina italiana nella gelida Russia.
Il Mulinazzo è in perdita, si vocifera. La Sicilia non è il set ideale per accogliere l’alta cucina, malignano i ben informati e un menu a 60 euro non garantisce a un bistellato la sostenibilità dei bilanci. Così questo pioniere della gastronomia gourmet abbandona la scena palermitana e si getta nell’avventura moscovita. Da allora ha aperto 16 locali nella capitale russa, tra cui il Semifreddo Mulinazzo, una stella Michelin, all’attivo già diversi riconoscimenti della critica, miglior ristorante italiano a Mosca.
Per Nino Graziano l’avventura russa è un successo: consulenze in giro per il mondo tra cui il Ritz, una quota nella catena Akademia in società con i Russi, e ora il 17mo ristorante, La Bottega Siciliana, a due passi dalla Piazza Rossa e dal teatro Bolshoi, appena inaugurato alla presenza dell’ambasciatore Antonio Zanardi e del nuovo allenatore della squadra di calcio russa Fabio Capello.
700 metri quadrati, più di 250 coperti, pizzeria e pasticceria siciliana come marchio di fabbrica (pasta di mandorle, cassata, cannoli e gelato).
E poi 140 mila dollari al mese di affitto ma se funziona anche solo per la metà del Semifreddo (25 mila euro di incasso al giorno) sarà un ottimo affare.
Far mangiare la granita ai Russi (“lo sfizio più grande”, confessa Graziano) non è stata finora una cattiva idea.
[Link: corriere.it, gds.it Immagine: gds.it]