In coma per la salvia coltivata in balcone ma è atropa belladonna
La nonna coltivava in balcone la salvia. O almeno pensava di coltivare salvia. Perché l’ha servita in tavola al compagno, alla figlia di 46 anni e al nipote di 11 anni e tutti si sono sentiti male tanto da dover essere ricoverati d’urgenza. Ora sono ricoverati in tre ospedali di Torino (Regina Margherita, Molinette e Mauriziano).
A causare l’intossicazione dovrebbe essere stata la “atropa belladonna”, una pianta con le foglie simili a quelle della salvia e frutti simili ai mirtilli che cresce spontanea nei boschi e che l’anziana aveva messo a dimora nella sua casa in zona Vanchiglia. La pianta, che cresce spontanea, è tossica e allucinogena. Sono bastate poche foglie della pianta di cui è stata disposta l’analisi per causare il malore e nemmeno la lavanda gastrica è riuscito a scongiurare il peggio. Il bambino è in coma farmacologico, mentre la madre è in rianimazione in condizioni gravissime e i nonni sono in un altro ospedale.
Le erbe selvatiche velenose, scambiate per commestibili e servite a tavola, possono causare gravi intossicazioni e addirittura uccidere. Lo spiega Franca Davanzo, direttrice del Centro antiveleni dell’ospedale Niguarda di Milano. «Ogni anno sono un migliaio le richieste di consulenza che riceviamo da tutta Italia, di cui circa 400 dalla Lombardia, per sospette intossicazioni dopo esposizione a piante sia di appartamento che selvatiche, queste ultime molto più pericolose. E tutti gli anni si calcolano 2-3 morti, che non sono assolutamente pochi».
[Corriere. Immagine: Dennis Stevenson]