Milano. Osteria da Francesca per i mondeghili e per i ravioli
Mi ricordo una commedia del 1981, I vicini di casa, con John Belushi (al suo ultimo film) e Dan Ayckroyd. Che non c’entra un gran che con il ristorante di oggi, in realtà, se non perché l’Osteria da Francesca è mia vicina di casa. Diciamo 100 metri più in là.
Si tratta di uno di quei locali in cui pensi sempre che andrai prima o poi, visto che è lì dietro, aspetti solo l’occasione giusta – me lo ripeto sempre – abito lì da quasi cinquant’anni, in realtà, e l’occasione è arrivata solo ora.
E allora entriamo in questa osteria, con l’aria proprio da osteria di una volta, tavoli vicini gli uni agli altri, una ventina di posti all’interno, un’altra decina all’esterno (una veranda chiusa da tende di plastica, che dovrebbe aprirsi con la bella stagione), alle pareti quadri disegni fotografie autografi, proprio come nell’iconografia più classica di questi locali. E il locale nasce negli anni Quaranta del secolo scorso, come latteria con cucina per gli operai del posto, a opera di Wanda, mamma di Nuccio, che con la moglie Francesca la trasformò in osteria, passandola poi al figlio Maurizio con Alessandra.
Dopo un po’ mi accorgo che il Matteo (mi sembra si chiami così) cui tutti si rivolgono con affetto (adesso ti diamo da mangiare) non è un bimbo, ma un cane-vitello (tipo alano, cioè) bellissimo e buonissimo, che se ne sta sul suo cuscino senza fare beh. Uno dei motivi di scandalo su TripAdvisor, ovvio – a me non dà nessun fastidio, mi trattengo dal giocarci (e se non ha ancora mangiato e vuole condividere con me la mia cena?), ma vedo che non entra in cucina, non si muove per la sala…
Osteria, dunque – menù conseguente, tra Lombardia e Toscana, “casalingo”, tradizionale.
Antipasti: bruschette, pane caldo con lardo di Arnad, crostini con funghi, frittatine di verdure, polentina con fonduta di formaggi, dai 2 ai 4 €; 5 € il patè di cacciagione, 6 gli affettati misti, 10 il crudo, 14 l’antipasto completo. Per 2 € ho preso i mondeghili (polpettine), anch’essi 2 di numero, buoni, dalla curiosa forma di crocchettina: un’idea molto carina, molto finger, che immagino estesa agli altri antipasti. E soprattutto che ti permette di prenderne una serie (mi sono trattenuto, comunque: morigeratezza innanzitutto).
Fra i primi, ho preso dei ravioli piemontesi di ricotta al burro e salvia: molto buoni, buona la pasta, buono il ripieno. 9 €. Gli altri primi, tagliolini (al tartufo bianco, 25 €, o nero, 15, porcini, 12), tagliatelle (all’erba cipollina, 9 €), gnocchi (ragù di salsiccia, gorgonzola e spinaci, 10 €, Alessandra, ovvero gorgonzola e tartufo nero, 17 €), tagliatelle, pappardelle, Niente risotti, ma il menù cambia, e ci sono i piatti del giorno, quindi…
Secondi: solo carne, quando ci sono stato (due giornate sono dedicate al menù di pesce): rognone trifolato, cervella fritta, scaloppine ai porcini a 16 €, 18 € la tagliata di angus, la scottata di fassona, la cotoletta, la tartare, mentre la scottata o tagliata al tartufo nero 20 €, 25 € al tartufo bianco. Volevo la cotoletta, ma anche i fiori di zucca fritti (12 €), o – fuori carta – lo stinco: e allora ho preso l’ossobuco. Servito con un po’ di polenta, non era male: peccato però che il midollo nel buco fosse completamente freddo.
Dolce? Ovvio – e fra i dolci del giorno, gelati ecc, non potevo che prendere quello che è il dolce per eccellenza di trattorie osterie pizzerie, anche più antico della torta pere e cioccolato: il profiterole. Carina la presentazione – niente di strepitoso, così come il gusto, il tutto era un po’ spento, il ripieno dei bignè dall’aria un po’ frigorifera, i fiocchi di panna smontata.
Devo tornare per la cotoletta; devo assaggiare tutti gli antipasti per vedere fin dove arrivo senza soccombere; devo segnarmi in agenda di tornare, prima che passino altri cinquant’anni.
A meno che non l’abbiate fatto voi e mi dite come sono la cotoletta e gli altri antipasti.
Osteria da Francesca. Viale Argonne 32. 20133 Milano. Tel. +39 02730608