Tutto quello che c’è dietro la pizza di Oliviero Toscani
La pizza è sempre protagonista. Anche al Salone del Gusto di Torino dove, nella Piazza della Pizza sono state esposte le foto di Oliviero Toscani scattate per il servizio che Contadi Castaldi gli ha commissionato sui pizzaioli. Una mostra come parete dello spazio, ma anche un tabloid con ogni pagina occupata da un faccione “abarthizzato” di un pizzaiolo.
Ho avuto la fortuna di essere chiamato ad essere uno dei fotografi ammessi a fotografare il backstage del servizio.
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Il comune denominatore era che fossero associati dell’Associazione Verace Pizza Napoletana e quindi artigiani della pizza napoletana, a prescindere alla sede della loro pizzeria.
Ne è venuto fuori un ritratto, molto personale, con una precisa connotazione “toscaniana”, perfetta per creare icone originali di pizzaioli.
Ecco quindi Enzo Coccia con l’impasto sulla testa, Franco Pepe con i peperoncini verdi, Gino Sorbillo con la mano nella salsa di pomodoro, Attilio Bachetti che brandisce l’oliera, Guglielmo Vuolo in versione “shining” con le mani rosse di pomodoro.
L’esposizione di così tanti volti e pizze genererà rumore e farà storia nell’immaginario collettivo della pizza e dei pizzaioli.
Anche se questa volta Oliviero Toscani ha rinunciato a qualsivoglia intento polemico dichiarando il suo amore incondizionato non solo per la pizza, ma proprio per Napoli. Non quella che alcuni di noi si illudono chiamandola “la città più bella del mondo” bensì la Napoli così come è.
Ho anche avuto l’opportunità di ascoltare molti suoi commenti rilasciati durante le interviste che ha concesso nei due giorni di set.
Vi rigiro alcuni brandelli di conversazioni che mi hanno colpito:
“La bellezza di Napoli è in tutto. Avrei voluto venire a Napoli a fotografare la munnezza: una cosa straordinaria: la più grande opera d’erte moderna a cielo aperto. La rappresentazione della società che butta fuori i propri rifiuti!”
“Il servizio che ricordo meglio: a Stezzena quando ho intervistato i discendenti delle vittime dell’eccidio” (e nell’affermare questo, sottovoce, quasi si ferma e si commuove al ricordo)
“Ho la fortuna di essere un uomo libero, ho committenti, piuttosto che clienti, sono libero in quanto posso scegliere cosa fare e per chi lavorare. Al massimo perdo un cliente, e poi ho committenti non clienti”.
E infine quello sulla pizza rilanciato più volte:
“La pizza è un alimento perfetto, semplice, ma complesso frutto di anni e anni di affinamento, a cui nulla si può aggiungere e nulla si può togliere”.
Che aggiungere Oliviero? Quando vuoi, almeno una pizza ti aspetta!