Massimo Bottura va a Londra o alla guerra degli zamponi?
Cosa sta succedendo tra Massimo Bottura e Modena?
In pochi giorni due incomprensioni rischiano di minare la fiducia dei modenesi e lo stato d’animo dello chef che il mondo ci invidia.
Ha iniziato Richard Vines su Bloomberg che ha intervistato Massimo Bottura a Modena titolando “Potrei spostare l’Osteria Francescana a Londra”.
E ha continuato Michele Smargiassi su Repubblica: “Tortellini e zampone sfrattano le opera d’arte dalla Galleria Moderna”. Anche in questo caso si parla di Bottura, lo chef a tuttestelle direttore artistico del Villaggio del Gusto che sarà ospitato alla Galleria Civica.
Due strappi difficilmente comprensibili per chi guarda da vicino la filosofia di Massimo Bottura che ama il territorio, la città, l’arte e si muove su una linea glocale.
Il primo è lo shock dell’annunciato trasferimento a Londra dell’Osteria Francescana. Deve aver reso piuttosto pallido il sindaco di Modena che ha rilasciato un’intervista all’Ansa.
“Ho parlato pochi minuti fa con Massimo Bottura, che mi ha confermato che l’Osteria Francescana resterà dov’è, cioè a Modena”. Così il sindaco Gian Carlo Muzzarelli risponde ai timori suscitati da un’intervista a bloomberg.com, ripresa dall’HuffPost italiano, che ha ipotizzato un trasloco a Londra dell’Osteria Francescana, pare per preferenze della moglie Lara e per curare una figlia affetta da una patologia genetica. Immediata la preoccupazione del sindaco: “la sua fama è planetaria”.
Al Velino, un portavoce del ristorante ha detto che si tratta di un “pourparler”.
Singolare che il giornalista di Bloomberg abbia fatto confusione su un’ipotesi remota tanto da titolare, aprirci l’articolo e spiegare nei dettagli come Bottura e la moglie Lara fossero arrivati a questa idea ipotizzando anche un percorso di allontanamento “dolce” da Modena.
In molti abbiamo creduto possibile questo trasloco proprio per le motivazioni addotte: la necessità di cure per il figlio Charlie, la figlia Alexa che va all’università, il desiderio di Lara di respirare più arte e musica. E siamo stati tratti in inganno da quella parentesi che annuncia come la moglie di Bottura non abbia fatto menzione del possibile trasferimento.
Per non parlare di chi potrebbe dare una mano a Massimo Bottura a Londra: Heston Blumenthal o il suo executive Ashley Palmer-Watts tanto che i meglio informati di cose londinesi hanno subito parlato di un possibile accordo tra i due chef.
Appreso che il fatidico passaggio del trasferimento, con annessa incomprensione, si è manifestato al ventesimo minuto dell’intervista, Vines aggiunge il paradosso – almeno per noi Italiani – di citare il libro di Bottura “Vieni in Italia con me” il cui titolo nella versione anglofona suona “Non ti fidare mai di uno chef italiano magro”. E forse di un giornalista affamato (che mostra di gradire le otto portate e il pane dell’Osteria Francescana).
Di arte si continua a parlare nel secondo scivolone che ancora non ha avuto replica. Sull’edizione cartacea di Repubblica, Michele Smargiassi apre con una frase che mette all’angolo l’abbinamento alta cucina e arte: “Se con l’arte non si mangia, meglio mangiare che fare arte”.
La questione tutta interna alla città di Modena riguarda le dimissioni di Marco Pierini che da quattro anni dirigeva la Galleria Civica. Ha sbattuto la porta venerdì dopo aver appreso da una conferenza stampa del sindaco Giancarlo Muzzarelli che la Palazzina dei Giardini dopo 30 anni e 122 mostre d’arte si sarebbe aperta al cibo con la realizzazione del Villaggio del gusto.
I termini sono un po’ più forti: la Palazzina è requisita, l’evento cerca di stare in scia all’Expo, non si capisce cosa accadrà dietro le vetrate poiché il programma è nella mente di Bottura “chef a tuttestelle” (brrrr, che definizione), le mostre del 2015 dovranno sloggiare da maggio a ottobre per fare posto appunto a tortellini e zampone, c’è lo sdegno della città.
Sdegno che si materializza in una raccolta di firme e una sorta di “Occupy Palazzina”. Ancora non è chiaro se a finire rosolati saranno il Sindaco, lo Chef o le firme prestigiose che hanno aperto una pagina Facebook.
Interviene anche l’assessore alla cultura che difende l’evento gastronomico: È un progetto culturale e non può essere banalizzato a mostra di prodotti tipici” (sic).
E si chiude con un’altra contraddizione: sfrattato anche Daniel Spoerri e le sculture delle tavole imbandite che avevano aperto alla Eat Art.
Tempi duri sia per gli zamponi che per l’arte. Un altro articolo, impietoso, dice che da tutti i nostri beni culturali ricaviamo 380 milioni di euro l’anno, mentre il solo Louvre incassa 2,5 miliardi. Si attende il ministro Franceschini che firma oggi il decreto per rilanciare i musei o per affossarli definitivamente in mezzo a una nuova marea di carte necessarie per gestire in redditività gli appalti a fianco delle soprintendenze.
In attesa di queste modifiche, collaborazioni come quella di Massimo Bottura con l’arte dovrebbero essere anticipazioni valide. E invece rischiano di creare fratture.
Non ci credete? Basta chiedervi se siete con Massimo Bottura contro il giornalista americano o a favore del Villaggio del gusto.
[Link: Bloomberg, Huffington Post, Ansa, La Repubblica. Immagini: Paolo Terzi, Gabriele Nastro]