Superfood. Come fare il riso germinato a casa
Quando possiamo dire che un cibo diventa un Superfood? Quando è ricco di principi nutritivi (minerali, vitamine, acidi grassi) e quando questi sono facilmente assimilabili dal nostro organismo.
Un seme germogliato è sempre un alimento super perché il processo di germinazione rende le sostanze che lo compongono subito disponibili e più digeribili. Un chicco di riso, semplicemente raccolto e macinato, o sbramato e cotto, sarà avaro con i nutraceutici.
In effetti, è logico. Pensate a una mela. È dolce e succosa e nasce per essere divorata per intero, semi compresi. I piccoli semi si mescolano alla polpa e spesso riescono a sfuggire alla masticazione.
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In questo modo transitano attraverso l’intestino e, alla fine, sono espulsi lontano dall’albero da cui erano stati originati. Solo da quel momento e quando sussistono le condizioni climatiche ideali, i semi iniziano a germogliare dando vita a una nuova pianta.
È chiaro allora che ogni seme non nasce per essere mangiato, bensì per cadere al suolo integro e generare una nuova vita.
Un seme è composto per lo più da amidi e da un sottile strato ricco di proteine ad alto valore biologico, vitamine, sali minerali, lipidi ed enzimi. Sono a stretto contatto con il germe e ne rappresentano la dispensa: se ne nutrirà al momento opportuno per crescere e diventare una piantina.
Prima di allora, queste sostanze sono tenute assieme (chelate) dall’acido fitico.
L’acido fitico non è digeribile dal nostro organismo e rende inassorbibili elementi quali zinco, ferro, calcio e magnesio. In pratica si comporta come il ghiaccio in una confezione di filetti di merluzzo surgelati.
Prima di nutrircene, bisogna separare ogni filetto facendo sciogliere il ghiaccio. Ecco in breve come il piccolo chicco si difende dall’attacco di noi esseri onnivori. Per digerirlo dovremmo diventare ruminanti, facendoci impiantare altri tre stomaci.
Dato che noi uomini ne sappiamo sempre una più del diavolo, abbiamo trovato diversi modi per aggirare questo ostacolo. Il più semplice è di far credere al seme di trovarsi nel luogo e nel momento giusto per iniziare a trasformarsi in una pianta.
Con la germinazione, infatti, l’acido fitico decade e tutte le sostanze nutritive diventano pronte per essere assimilate dal germe. Ma anche da noi. In pratica la luce e l’acqua preparano la tavola e il germe apparecchia e imbandisce le vivande.
Tutti i semi possono germinare purché integrali, ovviamente. Si possono ottenere facilmente germogli di: ceci, piselli, soia, lenticchie, fave, riso, grano, orzo, segale, girasole, crescione, ecc. La procedura è simile per tutti.
Il riso integrale germinato, o hatsuga genmai, proviene dall’Oriente. In Italia purtroppo non si riesce a trovare. Questo però non rappresenta un problema perché ottenerlo è molto semplice proprio come il burro. Ecco come.
La ricetta del riso germinato in casa
1. Per attivare la germinazione immergete il riso integrale in acqua per circa 24 ore. Cambiate completamente l’acqua ogni 12 ore.
2. Scolate il riso e lasciatelo germinare per circa 2 giorni a temperatura ambiente. Potete stenderlo su uno scolapasta, posto su una ciotola, e coprirlo con della pellicola da cucina (non chiudete completamente, lasciate libere le zone laterali, altrimenti potrebbero generarsi delle muffe). Altrimenti, procuratevi un germogliatore simile a quello in foto. In ogni caso bisogna ricordarsi di bagnare i chicchi almeno 2 volte al giorno facendo sempre fluire via completamente l’acqua.
3. Il riso è pronto quando notate a occhio nudo il piccolo germoglio. Potete farlo germinare 1 giorno in più ma non oltre perché se si lascia germogliare troppo tende a diventare amaro. Se poi ve ne dimenticate e iniziate a vedere il germoglio verde, allora fate meglio ad affittare una risaia nel novarese e a trasformarvi in mondine.
4. Una volta germinato il riso si prepara come un qualsiasi riso integrale. Ha solo un sapore lievemente più dolce. Potete lessarlo per 15-18 minuti e gustarlo con 1 filo d’olio extravergine, o cuocerlo “a risotto” in un sugo.
5. Se invece quel giorno non volete mangiare riso, potete sempre essiccarlo: distribuite il riso germinato su una leccarda coperta con carta da forno e infornate per circa 30 minuti sul ripiano più alto del forno acceso alla minima temperatura e con lo sportello aperto. Lo choc termico farà tornare il riso in stasi e l’acqua evaporata lo conserverà a lungo.
6. A questo punto mettetelo in un vaso, in un sacchetto per alimenti, o conservatelo sottovuoto. Il riso germinato ed essiccato cuoce in circa 25-30 minuti.
Potete anche trasformare il vostro riso germinato in latte di riso. Ideale per chi è intollerante al lattosio o solo per chi lo ama. Ma questa è un’altra storia.