McVeggie, l’arma della riscossa di McDonald’s su Slow Food è questo hamburger?
Oggi sono sconvolta dalla polemica degli hamburger. Meglio, dalla risposta che McDonald’s ha dato a Carlo Petrini, fondatore e padre spirituale di Slow Food.
Carlin Petrini ha detto che non è possibile parlare di qualità a Expo se c’è McDonald’s che vende un hamburger a un euro e venti (mi sembrava riuscita meglio la risposta di n’euro, n’euro e cinquanta della pizza napoletana).
McDonald’s lo ha accusato di retorica terzomondista.
E poi Massimo Bottura ha infiocchettato il pacco decisamente più pesante: meglio scegliere tra un panino che ti dicono come è fatto che una finta osteria che compra materie prime scadenti e tu non lo sai.
Io vi dico che Massimo Bottura mi ha convinto e mi sono fiondata al primo McDonald’s sotto tiro per assaggiare il McVeggie entrato in menu da due giorni (bravi quelli di Slow Food a fare da involontaria grancassa pubblicitaria).
Il McVeggie è, era, una Expo Limited Edition ma in realtà resterà stabile nel menu. Quindi, evitate di scapicollarvi per assaggiarlo.
Dò la prima delusione al presidentissimo Carlin Petrini: il McVeggie non costa 1, 20 €, ma 4 euro, 4 euro e quaranta (cit.). Non proprio economico, ma pur sempre la metà dell’hamburger tristellato proposto dallo stesso Massimo Bottura a New York per promuovere l’Emilia.
Ok, lo compro e, ops, non è vegano cari amici, ma solo vegetariano. La scamorza e la salsa al pesto rosso (a base di maionese) non sono prive di derivati animali.
In compenso mi dicono di aspettare qualche minuto, perché lo devono cuocere. Meno male, odio le polpette riscaldate.
Finalmente è mio.
Apro la confezione che fotografo senza dare nell’occhio e addento il panino.
Non avverto somiglianza con una polpetta vegetariana: non hanno insaporito a dovere il composto di broccoli, carote, mais, spinaci e piselli (dove sono finiti gli insaporitori? Avranno smesso di usarli?).
Se non ci fosse la scamorza, sarebbe una tragedia gastronomica.
Quasi mi dimentico del panino che si sbriciola tra le mani e della maionese colorata con il ketchup.
Però apprezzo lo sforzo di McDonald’s di nutrire tutto ma proprio tutto il pianeta (escluso vegani).
Ora vado a riconciliarmi con il mondo (della mia digestione). E non lo farò con un frullato ma con un bel calice di fresco rosé.
In attesa che voi mi diciate da che parte state: McDonald’s, Slow Food o Massimo Bottura. Io sono per Bottura, inteso proprio come tavola.