Come aprire un ristorante a 16 anni: Flynn McGarry, per esempio
A 16 anni, negli Stati Uniti, non puoi votare, nemmeno alle primarie (devi averne 17, e puoi votare solo se compirai i 18 anni prima del giorno delle elezioni generali).
A 16 anni, se sei una ragazzina americana, puoi celebrare il tuo compleanno nei modi più sfarzosi che vuoi. E magari ti regalano anche una macchina.
A 16 anni, puoi essere mio figlio, anzi, addirittura mio nipote. Nonno Lele.
A 16 anni, anzi prima, a 14-15, puoi andare sulla copertina del New York Times Magazine, per dire. O dello Style Magazine del Corriere della Sera. O essere uno dei relatori alla TEDYouth Conference del 2014.
A 16 anni, puoi aprire un ristorante a New York, se ti chiami Flynn McGarry.
Ecco, a parte la mia possibile nonnitudine, questa è la notizia più sconvolgente. Cioè, neanche tanto, ormai, visti i vari MasterChef Junior in giro per il mondo, e in Italia. Ma comunque sì, sono sconvolto.
Se ne parla già da qualche anno, di Flynn: definito “lo chef del futuro”. Come ha raccontato qui Valentina Lupia, ha iniziato a cucinare a 10 anni, ha frequentato stage presso alcuni grandi chef, a 13 anni ha inventato un suo ristorante nel salotto di casa e l’ha chiamato Eureka dopo molti dubbi e incertezze (è il nome della via in cui abitava), ha iniziato a cucinare come ospite presso alcuni grandi ristoranti.
E adesso apre il suo ristorante a New York (“suo”: è lo chef e il proprietario). Eureka si trova presso Creative Edge, una società di catering nel West Village (639 Washington St, New York, NY 10014). 12 posti al bancone, se non ho capito male, 3 giorni alla settimana, 14 portate, 160 $ per persona, 9 vini in abbinamento a 80 $, 1 singolo calice a 15 $.
Propone i suoi piatti migliori, come la terrina di foie gras con cracker Ritz alle arachidi e composta di visciole. O il riccio di mare in salamoia di acqua marina con cremoso di carote e carote marinate al caffè. O un qualche piatto a base di barbabietole, ingrediente che sta stava studiando già un paio d’anni fa, e che ora ritroviamo in diverse preparazioni (ecco, questo sì mi sconvolge: apprezzo la barbabietola in quantità minime, di solito…).
Inutile dire che le polemiche non mancano: come quella di David Santos, chef newyorkese del Louro, ristorante ormai chiuso nella stessa zona, che su Instagram si produce in un lungo attacco alla definizione stessa di chef, attribuita al giovane Flynn dalla stampa.
E non sono parole lusinghiere.
“Chef” è un titolo che si guadagna attraverso anni e anni di difficoltà, di critiche, di insegnamenti appresi dai grandi. Qualunque idiota che lavori tre giorni alla settimana riesce a mettere insieme un paio di piatti dall’ottimo sapore.”
Che ne dite della diatriba sugli anni di esperienza? Andreste a cena da Flynn McGarry a 240 $ o aspettereste ancora una decina d’anni?
[Immagini: Will McGarry, Instagram @diningwithflynn, @umsegredony, Daily Telegraph, Bloomberg]