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Questo concentrato di stelle fa impazzire gli inglesi (e gli americani e altri immancabili all’evento) determinati a vivere intensamente le proprie passioni. Non a caso proprio “incredibile” e “passion” sono le due parole più ricorrenti. Sat Bains, intervistato la prima sera, le ha usate innumerevoli volte riferite in primis ai cuochi ma anche alle brigate, agli ospiti, agli organizzatori. Ma sono tornate nelle presentazioni più o meno informali degli altri protagonisti. Se leggete il memento per gli ospiti (piccolo libro-promemoria, di carta), le ritrovate ancora e ancora.
\n\n\t\t\n\t\tBlumenthal appare e scompare. Ma quando appare lo fa a modo suo. Come il venerdì sera, arringando il pubblico con il suo tema-ossessione della multisensorialità: ha lo stesso sapore un vino bevuto con il calice nella mano destra o sinistra? Cambia di intensità se nel frattempo qualcuno produce un rumore agghiacciante? E, non contento, si avvicina a un’amica arrotando un coltello sull’orlo di un bicchiere. Poco più tardi offre a un ristretto numero di ascoltatori – quorum ego – una torrenziale e fagocitante digressione sull’atto primario e primitivo e prioritario del mangiare. Mi viene voglia di leggerci tra le righe un nuovo progetto. Impossibile chiederglielo, parla inarrestabilmente.
\nIn compenso, i suoi ragazzi (uno è italiano, giovane e tosto, chissà come vede dall’interno il lavoro con Blumenthal) compongono cocktail e gelati pressochéi immateriali con speciali nitrotrolley scarrellanti per la sala.
\nDurante il week-end lungo, Courmayeur schiera un bel numero di eccellenze e personaggi:
\nVorrete ancora qualche immagine voyeuse, che entri nel piatto. Qualche estratto dai menu provati, purtroppo non tridimensionale. Ecco qua.
\nLa costoletta di manzo con ragù di coda di bue con broccoli e cavolo cappuccio cuore di bue – di Marcus Wareing.
\nIl risotto Monte Bianco de La Chaumière, con castagne in pezzi e in chip, formaggio Bleu d’Aoste, riduzione e petto di pernice.
\nIl salmone beurre blanc e acetosa.
\nIl soufflé al limone e gelato al Mascarpone, dalle mani di Clare Smyth.
\nIl prezioso Chocolate-cherry tobacco di Sat Bains, da gustare accanto a una cocotte di aria di tabacco.
\n\n\t\t\n\t\tPer concludere, a scelta, con un vorticoso ritorno in motoslitta o in piscina a far vasche!
\n[Grazie – non solo per le foto – a Courmayeur Mont Blanc, Omnia Relations, Grand Hotel Royal e Golf, Momentum Ski, Scuola di Sci Montebianco, Skyway, Funivie Val d’Aosta]
\n","description":"Ha il tocco di Re Mida, Heston Blumenthal. Ha saputo trasformare le sue vacanze di montagna a Courmayeur in un format gastrosciistico - Mountain Gourmet"}]}Ha il tocco di Re Mida, Heston Blumenthal. Ha saputo trasformare le sue vacanze di montagna a Courmayeur in un format gastrosciistico – Mountain Gourmet Ski Experience – riservato ogni anno a una cinquantina di persone che amano moltissimo mangiare, bere, sciare. A produrre il format, giunto nel 2016 alla terza edizione, è Amin Momen aka Momentum Ski, agenzia specializzata in vacanze su misura per una clientela doviziosa che ama, ricambiata, l’Italia e Courmayeur e vuole vivere “like an Italian” con base nello storico Grand Hotel Royal e Golf.
Con un senso dell’amicizia lungimirante, Blumenthal è riuscito a coinvolgere nell’avventura colleghi e amici da due stelle in su: il monumentale Sat Bains, la tristellata Clare Smyth, alter ego di Gordon Ramsey a breve con un locale proprio e, almeno nelle intenzioni, Marcus Wareing, assente per un improvviso problema familiare ma rappresentato dalla propria brigata.
Questo concentrato di stelle fa impazzire gli inglesi (e gli americani e altri immancabili all’evento) determinati a vivere intensamente le proprie passioni. Non a caso proprio “incredibile” e “passion” sono le due parole più ricorrenti. Sat Bains, intervistato la prima sera, le ha usate innumerevoli volte riferite in primis ai cuochi ma anche alle brigate, agli ospiti, agli organizzatori. Ma sono tornate nelle presentazioni più o meno informali degli altri protagonisti. Se leggete il memento per gli ospiti (piccolo libro-promemoria, di carta), le ritrovate ancora e ancora.
Blumenthal appare e scompare. Ma quando appare lo fa a modo suo. Come il venerdì sera, arringando il pubblico con il suo tema-ossessione della multisensorialità: ha lo stesso sapore un vino bevuto con il calice nella mano destra o sinistra? Cambia di intensità se nel frattempo qualcuno produce un rumore agghiacciante? E, non contento, si avvicina a un’amica arrotando un coltello sull’orlo di un bicchiere. Poco più tardi offre a un ristretto numero di ascoltatori – quorum ego – una torrenziale e fagocitante digressione sull’atto primario e primitivo e prioritario del mangiare. Mi viene voglia di leggerci tra le righe un nuovo progetto. Impossibile chiederglielo, parla inarrestabilmente.
In compenso, i suoi ragazzi (uno è italiano, giovane e tosto, chissà come vede dall’interno il lavoro con Blumenthal) compongono cocktail e gelati pressochéi immateriali con speciali nitrotrolley scarrellanti per la sala.
Durante il week-end lungo, Courmayeur schiera un bel numero di eccellenze e personaggi:
Vorrete ancora qualche immagine voyeuse, che entri nel piatto. Qualche estratto dai menu provati, purtroppo non tridimensionale. Ecco qua.
La costoletta di manzo con ragù di coda di bue con broccoli e cavolo cappuccio cuore di bue – di Marcus Wareing.
Il risotto Monte Bianco de La Chaumière, con castagne in pezzi e in chip, formaggio Bleu d’Aoste, riduzione e petto di pernice.
Il salmone beurre blanc e acetosa.
Il soufflé al limone e gelato al Mascarpone, dalle mani di Clare Smyth.
Il prezioso Chocolate-cherry tobacco di Sat Bains, da gustare accanto a una cocotte di aria di tabacco.
Per concludere, a scelta, con un vorticoso ritorno in motoslitta o in piscina a far vasche!
[Grazie – non solo per le foto – a Courmayeur Mont Blanc, Omnia Relations, Grand Hotel Royal e Golf, Momentum Ski, Scuola di Sci Montebianco, Skyway, Funivie Val d’Aosta]