Il presidio Slow Food del Pomodorino del piennolo del Vesuvio chiude all’improvviso
Non devono essere stati contenti i produttori del Presidio Pomodorino del Piennolo del Vesuvio nel leggere la raccomandata anticipata via mail in cui il Presidente di Slow Food Italia, Gaetano Pascale, e il Responsabile dei Presidi, Francesca Baldereschi, hanno annunciato la chiusura del Presidio.
Motivo? Il pomodorino che tutti cercano non è più in pericolo di estinzione.
Insomma il presidio è stato ucciso dal troppo successo commerciale.
E dalla nascita della DOP.
E già si levano le prime voci di protesta. Sono quelle degli agricoltori che sottolineano come la chiusura a ridosso della campagna di raccolta danneggerà molti perché tra le regole c’è quella di non poter più indicare in etichetta e in tutti i materiali che il pomodorino fa(ceva) parte di un presidio.
“Senza contare che avevamo prenotato gli spazi al prossimo Salone del Gusto di Torino”, ci racconta uno dei produttori dell’ex presidio.
Saranno invece contenti quanti sostenevano che l’incredibile ricerca del pomodorino del piennolo del Vesuvio, oltre a generare gli inevitabili taroccamenti, aveva portato ad eliminare altre coltivazioni tipiche del Vesuvio come le albicocche pellecchielle per fare spazio alle piantagioni di pomodoro.
Ecco, comunque, il testo della lettera che mette la parola fine ad uno dei presidi della Campania che è tra i più importanti “giacimenti” per Slow Food Italia.
Perché chiude il Presidio del Pomodorino del Piennolo
Bra, 23 maggio 2016
OGGETTO: Chiusura Presidio Slow Food
Cari produttori
da oltre 15 anni l’Associazione Slow Food ha avviato il progetto dei Presìdi proponendosi di salvaguardare produzioni tradizionali di qualità a rischio di estinzione, realizzate da piccoli produttori in Italia e nel mondo. Oggi i Presìdi sono quasi 500 in Italia e nel mondo e coinvolgono migliaia di produttori.
Il Presidio del Pomodorino del piennolo del Vesuvio, creato nel 2001 aveva l’obiettivo di salvaguardare la biodiversità varietale che popolava il territorio vesuviano e preservare una centenaria tecnica di conservazione del prodotto. Un valore che, all’epoca della nascita del progetto, si stava perdendo e necessitava di un’azione forte da parte nostra, una azione come quella del Presidio.
Oggi il pomodorino del piennolo è tornato ad essere un prodotto valorizzato e riconosciuto sul mercato, grazie anche all’ottenimento di una Denominazione di Origine Protetta a cui innegabilmente il Presidio ha dato la spinta di partenza e che forse proprio perché nata da una esperienza pregressa di Presidio è riuscita a non portarsi dietro le problematiche che negli anni Slow Food ha evidenziato in certi disciplinari di produzione legati ai marchi di qualità europei.
La riflessione della nostra Associazione su un caso del genere ci porta ad affermare che la spinta propulsiva del progetto di Presidio può considerarsi esaurita sia negli obiettivi, essendo oggi il prodotto tutelato a livello internazionale, sia nelle modalità, in quanto la disciplina della produzione e i controlli sono ampiamente descritti e praticati nell’ambito della Denominazione di Origine Protetta e con il Presidio si rischia di creare unicamente un duplicato di strutture e di burocrazia.
L’impegno della nostra Associazione per la salvaguardia delle produzioni locali e della biodiversità resta valido e costante in tutto il mondo così come sul vostro territorio e terremo conto e modello della proficua esperienza di questi anni sulla produzione del Pomodorino del piennolo del Vesuvio per altre future e possibili progettualità nella vostra area, come quella che vorremmo realizzare sull’albicocca vesuviana. La filosofia di Slow Food rimane quella di tutelare dal rischio di estinzione potenziale queste produzioni e promuovere l’avvio di nuovi Presidi e progetti dedicati ai prodotti che stanno scomparendo e che sono minacciati dall’omologazione.
Ricordiamo che con la chiusura del Presidio non sarà più possibile utilizzare l’indicazione “Presidio Slow Food del Pomodorino del piennolo del Vesuvio” sia sul materiale pubblicitario dei produttori che presentarsi come Presidio Slow Food a fiere o eventi, né usare il marchio “Presidio Slow Food®” da parte dei produttori.
Cordiali saluti
Gaetano Pascale
Presidente di Slow Food ItaliaFrancesca BaldereschiResponsabile Presìdi Slow Food Italia
Insomma sono lontani i tempi in cui, al Salone del Gusto del 2010, si protestava per le discariche sui luoghi dell’Oro Rosso.
Resta da vedere se questa decisione influenzerà davvero il mercato. I pizzaioli che ne stanno facendo largo uso preferiranno altri prodotti?