Milano. Pescaria, Zio Nino e Bachicha: chi apre oggi, chi chiude, chi cambia
Diciamocelo: non ne potete più di questi articoli di nuove aperture a Milano, di annunci, anticipazioni e puntualizzazioni.
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Ma – a parte il fatto che spendo meno a vedere i locali che stanno aprendo rispetto ad andare a mangiare in quelli che hanno già aperto – magari potremmo scoprire assieme il nuovo trend dell’autunno inverno 2016-17, o il locale in cui festeggiare la laurea, la promozione sul lavoro o la pensione…
E per aiutarvi (e aiutarci) nella scoperta del trend di questo autunno, cosa c’è di meglio che andare a vedere chi apre, chi cambia e chi chiude?
Ecco i tre momenti.
1. Da Zio Nino ai Tre Marinai
Vi avevamo raccontato la nostra scoperta di Zio Nino, e dei suoi prezzi, 10 € un piatto per l’altro; lo abbiamo seguito nella nuova sede, qualche vetrina più in là, e avevamo mangiato anche qui, sempre a 10 € al piatto; ci siamo risparmiati il decadimento, dovuto a un cambio di mano nella gestione (non ci siamo più stati, ma le notizie che ci sono arrivate non erano affatto invitanti).
Ora siamo lieti di annunciarvi il ritorno alle origini, con la riapertura nella vecchia sede (che era stata occupata da un ristorante di carne) di Viale Monza con il nuovo nome di Osteria I Tre Marinai – Friggitoria da Asporto con Cucina.
L’Osteria però è ancora chiusa, causa blocco estivo della pesca: riaprirà martedì 6 settembre.
La mission del locale è comunque ben chiara; anche dal “Nuovo Zio Nino” sono rimasti le frasi e gli slogan “vecchi”.
Arriva Pescaria da Polignano a Mare
Un nuovo arrivo nella zona di Corso Como: in via Bonnet apre Pescaria, capitolo milanese di una fortunata impresa nata a Polignano a Mare l’anno scorso, per iniziativa di un’agenzia di comunicazione e di una pescheria.
Avevo visto qualcosa su Facebook, ho letto un paio di articoli che ne parlavano, e mi sono informato. Ovvero, sono riuscito ad avere da un’amica (grazie!) la mail dell’ufficio stampa, che mi ha gentilmente fatto avere foto e piatti – ma della casa-madre ahimé, così sono andato a fare la foto qui sopra.
La “storia” comunicativa (“una storia monella”) è interessante. Brainpull, agenzia di comunicazione, propone a Bartolo L’Abbate, della Pescheria Lo Scoglio (siamo a Polignano a Mare, come dicevo), l’apertura di un fast food di pesce.
Detto fatto, trovato un locale (in via Roma, al 29), una cinquantina di metri quadri, un nome (nato da un concorso di idee su Facebook), Pescaria. Pescatori in cucina, uno chef, Lucio Mele (di Manfredonia, al “Sale Grosso” di Bologna, ha vinto Greatest Chef of China, ha partecipato alla “Prova del Cuoco”), a maggio 2015 sono partiti, e alla grande (3000 panini in 30 giorni) – tanto che sono arrivati a Milano.
Lunedì 5 presentazione alla stampa (rilevo con disappunto che non mi hanno invitato: lasciatemi fare un pochino il piangina); ma mercoledì 7 settembre grande apertura per il pubblico, dalle 19,30, con musica, vino delle Cantine San Marzano, e i piatti di Lucio Mele.
Non ce lo volete fare almeno un aperitivo?
Bachicha chiude?
Bella domanda. Dopo diverse settimane di saracinesche abbassate e di deserto, sembra che qualcosa si stia muovendo da Bachicha, il ristorante partenopeo-argentino di via Orti: ma non si capisce dall’esterno se si tratti di una ristrutturazione o di uno smantellamento.
Sta di fatto che le insegne del locale – noto anche per essere di proprietà della famiglia di Stefano Di Martino, concorrente di Amici ed ex-marito di Belén Rodríguez (giusto per far vedere che anche noi siamo attenti al mondo del gossip e non viviamo in un mondo fatto solo di polpette e tè macha) – sono ancora al loro posto, mentre per gli interni, che in luglio sembravano quasi abbandonati (saracinesche abbassate, porte aperte, polvere e cartacce), sembra che qualcosa si sia mosso, come ho potuto constatare recentemente. Anche se non si capisce in che direzione.
Comunque, in rete si possono leggere commenti di gente che ha acquistato dei coupon per Bachicha e si è ritrovata il locale chiuso.
E ora tocca a voi: qualche segnalazione di apertura, chiusura, cambiamento degna di nota qui a Milano?