Gli spaghetti ai ricci di mare dicono che il Nostrano a Pesaro è il ristorante ideale per il dopo Sigep
Una stella Michelin nel 2017. Per davvero, come ricordavamo alla presentazione della Rossa.
È il ristorante Nostrano che Stefano Ciotti ha aperto a Pesaro dopo la felice esperienza del Carducci 79 (dove aveva conquistato un altro riconoscimento) e di Urbino dei Laghi.
All’improvviso la piazza illuminata dalla scultura di Arnaldo Pomodoro, in una città piuttosto all’oscuro sul versante gastronomico (lo storico Scudiero l’aveva persa e poi aveva chiuso qualche lustro fa), si è rischiarata con questo ristorante che ti accoglie sobrio e lineare.
Al soffitto i corpi illuminanti che richiamano le fattezze dei ricci di mare guidano nella scelta del menu.
Al capitolo piatti storici ci sono loro, gli spaghetti ai ricci di mare e pecorino di fossa.
Li puntiamo in due al nostro tavolo di 4 commensali. E non ce ne pentiremo.
Ma procediamo con ordine partendo dagli amuse bouche: polpetta di cicorietto ed erbette di campo con acciuga di Cetara e limone accompagnata da una chip di patate con pecorino di Sassocorvaro e alghe. C’è anche il lardo di maialino di cinta senese stagionato agli aromi, allevato in questa zona (azienda Cal Bianchino da Carlo e Gigia); l’animale nell’ultima fase di vita mangia solo farina di castagne con un grasso morbido e dolce.
Ottimo il pane. L’esperienza accumulata all’Urbino dei Laghi che è anche pizzeria si fa sentire. Come la voglia dei bis.
Un altro classico del repertorio di Ciotti è l’ostrica esotica: una Perla Nera bretone dell’allevatore Jean-Jacques Cadoret con 3 mesi di affinamento alla foce del fiume Belòn viene aperta al momento e servita con un sorbetto di ananas e zenzero, frutto della passione e scorza di lime 5€
Spaghetto pastificio Mancini, ricci di mare, fonduta di pecorino di fossa. Potrebbe sembrare un piatto piacione, ma l’abbinamento con il formaggio regala una spinta inaspettata. E anche il motivo per fare tappa a questa tavola.
Maialetto orvietano di carrè croccante cotto dalla parte della cotenna, coscia cotta sottovuoto con ripieno di animelle, scalogno, crema di patate arrosto, orecchia di maiale. Un altro bel piatto con consistenze e cotture molto convincenti.
Belli e buoni i calamaretti nostrani barsotti arrostiti al testo, puntarelle, polveri di Sicilia, crema di pere e vaniglia, parmigiano 36 mesi.
Meno convincenti le animelle al vermouth, caviale, barbecche (una radice tipica di questa zona) alla voce consistenza.
Giro di boa con il sorbetto di sedano e lime su torrone: fresco e divertente a patto di affondare bene il cuccchiaio.
Regina dei dolci a questa tavola, la torta di rose espressa, a lievitazione naturale, zabaione al marsala 10 anni, arancio, caffè: da spezzare a mano e intingere nello zabaione.
Anche il biscotto morbido di nocciole, crema di caramello, gelato al rosmarino, ci piace.
Al pari del cioccolato dolce, un po’ salato: pane morbido di cacao, crema di nocciole salata, gelato di cioccolato Domori fondente, crema di cioccolato Domori al latte. Tralascerei, invece, la rivisitazione del Monte Bianco.
Carta dei vini piccola ma efficace con un occhio di riguardo al territorio.
E la stella Michelin?
“Abbiamo riaperto con numeri molto più sostenuti e il mese di dicembre è diventato come un mese estivo. Sulla bilancia siamo a un 40% in più”, spiega Ciotti.
Buono il rapporto qualità – prezzo confermato anche dalla scala prezzi dei 4 menu degustazione da tre-quattro-sei-otto portate rispettivamente a 40, 45, 65 e 90 €.
Lo confermate anche voi meta per un dopo Sigep come il nostro?
Nostrano Ristorante. Piazzale della Libertà, 7. Pesaro. Tel. +39 0721 639813