Esselunga. Attenti ai “napoletani”, avviso che sa di razzismo a tacere che alla cassa può stare solo una donna
“Quando si presentano i famosi “napoletani” (scritto tra virgolette) alla vostra cassa e vi chiedono di passare un prodotto come campione dei colli chiusi che hanno nel carrello, dite loro di mettere tutti i colli del loro carrello sul rullo, poiché in molti negozi sono riusciti a comporre i colli con vini costosi e far battere alla cassiera la bottiglia che costa meno. Se si rifiutano di mettere la loro spesa sul rullo siete autorizzati a non battere la loro spesa e chiamare un responsabile”.
Il cartello è un avviso a tutti gli operatori di cassa della Esselunga di via Feltre a Milano affisso in una zona riservata agli addetti ai lavori spesso agli onori della cronaca gastronomica perché è una possibile alternativa agli scaffali di Eataly e per le decisioni testamentarie del fondatore Bernardo Caprotti.
Ma come potete immaginare, la foto del cartello pubblicata da Napoli Today e rilanciata su Facebook dal consigliere dei Verdi in Campania, Francesco Emilio Borrelli, ha scatenato un putiferio.
La logica di salvaguardare il punto vendita dai furti organizzati con un meccanismo truffaldino è andato oltre le righe a causa di un solerte dipendente che ha pensato bene di geolocalizzare i possibili o presunti autori dei furti individuandoli nei famosi “napoletani” con tanto di virgolette che creano piuttosto l’equivalenza con truffatori già noti alle cronache che usavano questo sistema.
È razzismo, ha spiegato Borrelli in un lungo post in cui non ha perso l’occasione per lanciarsi contro il comizio dell’esponente della Lega Nord Matteo Salvini e per chiedere il risarcimento economico dell’offesa da devolvere alle associazioni che sono impegnate contro le discriminazioni.
“Non siamo di fronte a sfottò o cose del genere, ma a vere e proprie offese che alimentano i pregiudizi e gli stereotipi di cui siamo vittime da anni e siamo stanchi di continuare a subire e di essere anche presi in giro da gente come Salvini che dopo aver cantato che puzziamo viene a Napoli per prendere qualche voto, approfittando della disponibilità di qualche politicante della peggiore Destra” ha aggiunto Borrelli per il quale “chi scrive cartelli del genere compie reati e dovrà pagarne le conseguenze penali e civili e il risarcimento economico che riusciremo a ottenere lo utilizzeremo per aiutare le associazioni impegnate contro le discriminazioni”.
“Questo cartello rafforza ancor di più la nostra convinzione a stare in piazza contro Salvini e tutti i razzisti come lui che ogni giorno infangano i napoletani e i meridionali che sono stati depredati dalle politiche dei leghisti” ha concluso Borrelli per il quale “le precisazioni dell’ufficio stampa di Esselunga che attribuiscono a un singolo dipendente la decisione di affiggere quel cartello appaiono prive di fondamento perché ci pare strano che sia opera di una sola persona e se anche lo fosse perché nessuno, a cominciare dal direttore del supermercato, non l’ha tolto immediatamente?”
Sulla pagina Facebook del punto vendita di via Feltre c’è una risposta, probabilmente suggerita dal reparto Comunicazione dell’azienda, a un commentatore che risponde in un post promozionale che regala una vettura.
“Buonasera Angelo, siamo sinceramente rammaricati per quanto accaduto. Ci dissociamo completamente da questa grave azione, avvenuta in uno specifico negozio Esselunga su iniziativa di un singolo dipendente, immediatamente sospeso dal servizio”.
Il responsabile del gesto, un singolo dipendente, spiegano da Esselunga è già stato sospeso dal servizio.
Peccato che nessuno si è accorto che il lavoro alla cassa può essere svolto solo da una cassiera.
Non male una doppia discriminazione in poche righe di un avviso di servizio.
[Link: Corriere, Mattino, Il Fatto Quotidiano. Immagini: Facebook, Retrò Online, Diario di una Pensatrice]