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Ristoranti
15 Dicembre 2018 Aggiornato il 16 Dicembre 2018 alle ore 12:11

Milano. 3 piatti fusion per una fuga dalle ricette tradizionali del Natale

Natale è un tradizionale trionfo di cappelletti, zamponi, panettoni e via regionalmente elencando. Per voi che siete in procinto di ribellarvi alle buone
Milano. 3 piatti fusion per una fuga dalle ricette tradizionali del Natale

Natale è un tradizionale trionfo di cappelletti, zamponi, panettoni e via regionalmente elencando.

Per voi che siete in procinto di ribellarvi alle buone cose fatte dalla trisavola, ecco tre piatti di tre ristoranti freschi freschi di presentazione.

L’impronta di tutte le proposte è fusion.

Provate a chiudere per un attimo il baule della nonna e assaggiate sapori diversi da qui a Natale.

Entrée: tartare al Just Cavalli

Just Cavalli tartare tartufo bianco balsamico erbe

Fusion fashionista, quella del Just Cavalli, unita a opulenza visuale. Coerentemente con questa identità, lo chef Fabio Francone ha messo nella carta invernale, accanto alla tradizione, anche alcuni piatti Signature Cavalli Style come se si trattasse di una collezione di moda. E quindi, tartufo bianco sull’uovo poché al Parmigiano Reggiano, crudi di pesce con accostamenti sexy come ricciola e foie gras, taglierini cacio-pepe e caviale Oscietra … portate fatte per ostentare, stupire e colpire.

Il piatto emblematico per la nostra fuga fusion? Figura tra gli antipasti ed è una tartare di chianina, tartufo bianco, perlage di balsamico, erba cipollina e crescione dal gusto pepato, impiattata sottilissima su tutta la superficie disponibile di un ruggente piatto animalier. 30 € il prezzo.

Nei bicchieri, volendo, un cocktail, per esempio “Arte del Negroni” con Grand Marnier al posto del vermouth rosso e Ginarte. Da provare magari nelle sere delle Feste, su cui il Just Cavalli punta moltissimo con una programmazione fitta di musica, spettacolo e cene.

Just Cavalli Restaurant & Club. Viale Camoens c/o Torre Branca. Milano. Tel +39 02 311817

Primo: gnocchi coreani al Dhole

Asian fusion, che contamina i nostri ingredienti non con l’Asia facile, bensì con quella che include metropoli e grandi spazi aperti. Dhole, che ha aperto quest’autunno nel recente food district intorno a Porta Romana, deve il suo nome all’omonimo cane selvatico, un quasi-lupo, della centralasia.

Come altri ristoranti fusion, Dhole punta sul concetto piatto-cocktail con una carta mixology ricchissima, anche se dalla sala i ragazzi confidano che l’Italia è ancora cauta rispetto a questa tendenza. E non è detto che sia un male: significa molto margine per costruire una cultura.

Il piatto inedito? Gnocchi di riso coreani con crema di taleggio, guanciale amatriciano, zucca stufata, caffè tostato copi luwak e yuzu. Tutti gli ingredienti si sentono sia distintamente, sia armonizzati nel piatto, che è originale e davvero bello anche per gli occhi. E costa 12 €.

Unica avvertenza, sensoriale e culturale: deve piacervi la consistenza glutinosa e molto soda di questo tipo di gnocchi, candidi, che per nulla somigliano ai loro morbidi cugini occidentali.

Dhole Milano. Via Tiraboschi, 2. Milano. Tel. +39 345 350 3133

Secondo: Calamaro ripieno al Mater Bistrot

Mater Bistrot calamaro ciuffo fritto

Fusion poetica. Locale piccolissimo dal fascino délabré senza fronzoli a un passo da Piazza V Giornate, Mater Bistrot punta tutto su cibi audaci e vini naturali. Nato nel settembre 2018, è il sogno di due pubblicitari – Giuseppe Pillone e Salvatore Giannone – che hanno reclutato Alex Leone, ex writer e chef tra l’altro anche del Rebelot, a dar corpo al loro amore per il cibo.

Mater, che richiama nel nome materia e madre, ha degli spunti che colpiscono.

Come il menu, che arriva nascosto tra le pagine di un libro di poesie diverso per ogni commensale: leggerne qualcuna è perfetto durante l’attesa.

Come il percorso culinario diviso in due parti esperienziali e cioè “con le mani “ e “con le posate”. Si è costretti ad entrare in contatto con il cibo in un’escalation di gesti e sensazioni. Informale sì, ma molto raffinato.

Il piatto che mi ha fatto innamorare (sì, questo è un coming out): crema di zucca, calamaro cotto a bassa temperatura, scannellato e ripieno di cavolo viola all’aceto, con il suo ciuffo fritto. Costa 18 € questo piatto seduttore, colorato, che definirei calligrafico. E il cuoco, da writer, spero che lo accolga come il più bel complimento.

Mater Bistrot. Via Sottocorno, 1. Milano. Tel +39 02 9132 1602 

Daniela Ferrando
Milanese, trent’anni di copywriting e comunicazione aziendale. Le piace che il cibo abbia le parole che merita: è cultura. Parlando molto e mangiando poco, non si applica nel suo caso il “parla come mangi”.
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