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25 Gennaio 2020 Aggiornato il 1 Ottobre 2021 alle ore 10:32

Il futuro al ristorante è la tariffa flat food come per i telefonini

Io ho una tariffa flat sul mio telefonino. Non potrei mai fare a meno dei 500 sms al mese. Ma ora leggo, vi confesso un po' costernata, che sta per
Il futuro al ristorante è la tariffa flat food come per i telefonini

Io ho una tariffa flat sul mio telefonino. Non potrei mai fare a meno dei 500 sms al mese.

Ma ora leggo, vi confesso un po’ costernata, che sta per arrivare sul mercato italiano la tariffa “Flat Food”, cioè l’abbonamento mensile al ristorante per mangiare più volte.

Avevo pensato a Lercio o a qualche nuova pubblicità di All You Can Eat, ma la notizia l’ho letta sul Sole 24 Ore che parte dai dati dell’ultimo rapporto Fipe e, in soldoni, dice che gli Italiani mangiano sempre di più fuori di casa.

Io penso che ci sia meno tempo di spadellare e che tutti debbano mangiare in pausa pranzo. Sia come sia, nel 2019 abbiamo speso 86 milioni di euro in più per mangiare fuori casa.

E sembrerebbe che territorialità, sostenibilità e convenienza siano “gli asset privilegiati”, spiega il quotidiano economico.

E quindi cosa c’entra la tariffa Flat Food? C’entra perché la parola convenienza aka la vecchia leva prezzo fa sempre leva. Soprattutto, penso io, se sono costretto per più di 20 giorni a pranzare fuori.

Poi c’è la territorialità che mi sembra in questa formula suonare come prossimità: mangio vicino a dove abito o lavoro.

Per farvela breve, 2 ristoranti, uno a Padova e l’altro a Ravenna, hanno avviato la sperimentazione dell’abbonamento mensile a tariffa fissa.

Con 149 € al mese il ristorante Weedoo a Limena (PD) farà mangiare e bere i clienti abbonati a volontà. Il locale è famoso per il galletto alla brace e proverà questa formula flat per sei mesi. I titolari, Luca Pellizzari, Alessandro Trentin e Girolamo Rossi, si sono detti entusiasti di poter offrire un servizio simile a quello di telefonia, internet e televisione e si aspettano un notevole incremento della loro attività.

Ho immaginato file e file di galletti alla brace.

Ancora più articolata la sperimentazione del nuovo ristorante Gabarè, a Ravenna, dello chef Ciro Adamo. Da lunedì 27 gennaio si potrà mangiare quante volte si vuole tramite un abbonamento “open” e ordinare tramite app o take away.

L’abbonamento mensile costerà 280 €, mentre per la pausa pranzo si spenderà 120 € al mese e sono previste facilitazioni per studenti e famiglie. Un abbonamento per papà, mamma e due bambini costerà circa 400 € al mese.

Si mangerà tradizionale e si potrà scegliere tra tre primi e tre secondi. Il menu assicura pasta fatta in casa e materie prime di qualità e a detta dello chef il meccanismo di risparmio è possibile razionalizzando i servizi e utilizzando App collegate all’abbonamento per ordinare o prendere le bibite da un distributore.

«Con 30-35 abbonati il nostro investimento sarà sostenibile e ci sono già persone interessate», ha spiegato Adamo a Ravenna e Dintorni.

Lui ha già sperimentato una formula strana con la pizzeria Nascosto che è vicino al ristorante: 10 € (oltre ai 2 di coperto) tutto compreso fino a 5 ingredienti a scelta sulla pizza e possibilità prendere quel che si vuole dal distributore delle bevande.

E la pizza della pizzeria Nascosto potrà essere un’alternativa serale al menu del ristorante.

Insomma un abbonamento paghi per 1 e prendi ristorante e pizzeria.

Ci penso e vi dico cosa penso di questa svolta che mi vede maledettamente obsoleta con i miei sms e le mail.

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