Guida all’uso del frigorifero per evitare di buttare le scorte
In tempo di guerra, così come in tempo di coronavirus, la tentazione di ammassare compulsivamente ogni sorta di cibo, facendo scorte che basterebbero a un reggimento di adolescenti in crescita, è ovviamente molto forte e anche umanamente comprensibile: le uscite verso il supermercato sono ridotte al minimo indispensabile, e la spesa a casa tramite delivery avviene spesso in tempi biblici.
E’ quindi naturale che l’istinto atavico di sopravvivenza ci porti all’ammasso indiscriminato di cibo, con la conseguenza di acquistare molto di più di ciò che in realtà sarebbe necessario. Un surplus di alimenti che poi però deve anche essere correttamente conservato, per evitare il passaggio diretto frigo-spazzatura che in tempi come questi nessuno di noi può permettersi.
La corretta modalità di conservazione dei cibi, soprattutto di quelli facilmente deperibili, diventa quindi fondamentale per salvaguardare i nostri acquisti alimentari e azzerare ogni tipo di spreco.
E per fare ciò, la prima cosa fare è senza dubbio imparare a conoscere il proprio frigorifero. Il frigo è infatti il posto dove siamo abituati a riporre le nostre scorte fresche senza porci troppi problemi; sbagliando, perché il frigo non è una semplice ‘dispensa fredda’ dove ammassare i cibi in ordine sparso senza alcun criterio, ma un prezioso alleato che merita di essere conosciuto a fondo, in modo da trarne il massimo beneficio in termini di “vita utile” dei nostri alimenti.
La prima cosa da tenere a mente a questo proposito, riguarda un semplice principio di fisica che tutti ricorderemo dai nostri studi alle scuole medie che si può riassumere in poche parole: l’aria calda va in alto. Sempre. Anche in frigorifero.
È quindi chiaro che lo scompartimento più freddo sarà quello in basso, al di sopra del cassetto delle verdure, mentre la zona più calda sarà quella in alto. E lo sbalzo termico non è da poco: nello scomparto più basso la temperatura si aggira tra i 2 e i 4 °C, mentre nel ripiano più alto la temperatura arriva agli 8° C circa e oltre.
1.Carne e pesce: in basso
Proprio per questo dovremo collocare gli alimenti più facilmente deperibili, vale a dire carne e pesce crudi, nel ripiano più basso, quello sopra al cassetto della verdura. Bisogna infatti tenere presente che la carne è maggiormente contaminata da batteri in un intervallo di temperatura che va dai 4 ai 60°C, ed è quindi necessario, una volta acquistata, non dimenticarla sul tavolo della cucina per delle ore, ma riporla subito in frigo.
Ancor più delicati sono i frutti di mare: se non si ha intenzione di consumarli entro 48 ore, è opportuno metterli subito in congelatore, dove alcune varietà di pesce potranno conservarsi anche fino a un anno. E senza che avvertiate nessuna differenza di gusto o consistenza al momento del consumo. In fondo, è ciò che ci propinano propinavano la maggior parte dei locali, e non sempre segnalandolo sul menù..
2. Formaggi, yogurt e latticini: ripiani centrali
Nei ripiani centrali, la temperatura varia dai 5 ai 6 °C, e sono quindi adatti per conservare quegli alimenti che non richiedono temperature particolarmente basse, vale a dire i prodotti lattiero-caseari, come yogurt e formaggi, e i salumi.
A proposito dei formaggi, va detto che quelli che meglio si conservano nei ripiani centrali sono soprattutto quelli freschi o ad alta percentuale di acqua, come la mozzarella, mentre invece i formaggi a pasta dura, come parmigiano e pecorino, si conserveranno meglio nel cassetto della verdura, dove potranno durare anche dei mesi.
3. Uova e conserve: in alto
Nel ripiano più in alto, il più caldo, dove si raggiunge la temperatura di circa 8°C, andranno invece conservati quegli alimenti per i quali occorre solo una refrigerazione leggera. Per esempio la torta che avete cucinato per il vostro pargolo si conserverà benissimo all’ultimo piano, così come sottolio, sottaceti e uova. Sì, è vero che le uova hanno in teoria uno scomparto dedicato nella porta del frigo, ma non dimentichiamo che la porta del frigo è il luogo più caldo, dove la temperatura raggiunge anche valori superiori ai 10°C, e quindi poco indicato per un alimento delicato come le uova.
4. Bibite, condimenti e burro: sportello
Essendo la temperatura dello sportello, che può andare dai 10 ai 15°C, la più alta rispetto a tutte le altre zone del frigo, qui andranno collocati alimenti che necessitano solo di una blanda refrigerazione, come le bibite o il burro.
5. Frutta e verdura: c’è l’apposito scomparto ma….
Per frutta e verdura le cose parrebbero molto semplici: esiste nel frigo un apposito cassetto, e la cosa più immediata è pensare di poterci buttare dentro tutto il mondo vegetale, indistintamente: aglio e meloni, cipolle e lamponi, pomodori e patate, là, tutto buttato lì alla rinfusa.
In realtà le cose non sono esattamente così, e buttare tutto a casaccio senza porsi troppi problemi può rovinare irrimediabilmente le nostre scorte di fresco.
Infatti, alcuni tipi di frutta si danneggiano più velocemente al freddo che a temperatura ambiente, oppure, al contrario, il freddo ne blocca la maturazione, rendendoli sciapi e senza gusto.
Si tratta per esempio di meloni, pesche, albicocche, banane, frutti esotici, pere e la maggior parte dei frutti di bosco: per loro, meglio la temperatura ambiente senza i rigori del frigo.
Attenzione poi anche all’abitudine di lavare la frutta prima di metterla in frigo: questa è un’operazione che si deve fare solo prima di consumarla, in quanto l’umidità residua la farebbe marcire in poco tempo.
E come la frutta, anche la verdura richiede attenzione, e ortaggi diversi richiedono trattamenti diversi.
Innanzi tutto bisogna sapere che non tutte le verdure amano le basse temperature, e molte di loro devono essere conservate fuori del frigo; stiamo parlando in particolare di aglio, cipolle, basilico, cetrioli, melanzane, zucche, pomodori e patate, che stanno bene al fresco, sì, ma il fresco dell’ambiente circostante, e non del frigorifero.
In particolare, per quanto riguarda le patate, le basse temperature del frigo trasformano l’amido in esse contenuto in uno zucchero che non solo dona loro un sapore sgradevole, ma soprattutto in cottura fa liberare un elemento potenzialmente tossico, l’acrilammide.
Invece, i pomodori conservati in frigo, perderanno gran parte del loro sapore, in quanto le basse temperature inibiscono la produzione di alcuni elementi chimici che donano loro il caratteristico sapore. Ed è questo il motivo per cui i pomodori che compriamo al supermercato hanno il più delle volte un sapore di…acqua.
Consigli e accorgimenti in cucina
Infine, cogliamo l’occasione per dare alcuni altri consigli di buon senso che riguardano l’organizzazione generale della cucina:
- conservare l’olio in luoghi freschi, asciutti e al riparo dalla luce
- conservare le uova in frigo se dove le avete acquistate erano in frigo o fuori se invece erano in scaffali non refrigerati
- non mettere alimenti che assorbono gusti e odori, come riso e farina, vicino ad alimenti molto aromatici
- lavare spesso il frigo, almeno una volta al mese, con una soluzione di acqua e aceto (sapevate che in un frigo ci possono essere anche fino a 8000 batteri per centimetro quadrato?)
- non mettere in frigo alimenti caldi, in quanto il calore da questi sprigionato farebbe aumentare la temperatura danneggiando gli altri cibi
Piccoli accorgimenti, che però ci aiuteranno a conservare più a lungo e in modo efficace le nostre scorte di cibo, permettendoci così di ridurre le uscite per la spesa e osservare una prescrizione che di questi tempi è di importanza fondamentale, vale a dire #iorestoacasa (e pulisco il frigo).