800 euro per 26 tavoli e il plexiglas è servito a Milano
Quanto ci costerà tutto questo plexiglas al ristorante? La risposta ci viene da Milano e dal Goga Caffè.
Prima di avviarmi nella mia disanima su plexiglas sì, plexiglas no devo avvertirvi che non sono una fan del plexiglas nonostante gli autorevoli interventi su questo sito.
La vaga sensazione di sentirmi in una scatola di ago e cotone mi fa pensare che non rimetterei piede in un ristorante addobbato a questo modo.
Il mio pensiero di consumo al tavolo va – inutile dirvelo – ai posti all’impiedi ai tavolini alti del mio amatissimo Trapizzino a Ponte Milvio sotto le fresche frasche.
Spero che abbiate letto la mia accorata lettera per evitare il cilicio del plexiglas che, ahimè, sembrava soltanto una provocazione nata dalla matita di un grafico horror e invece è diventata la realtà finanche in spiaggia.
Ed è approdata anche sui banchi della frutta e verdura dell’ordinanza dei mercati nella Regione Campania (il Presidente Vincenzo De Luca scrive “tipo plexiglass), sulle casse dei ristoranti per il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, nella previsione di divisori finanche di altri materiali nel protocollo di Gastrosuisse in Svizzera che conta in questo modo di accorciare le distanze tra tavoli e sbarca anche in Alto Adige pur con l’avvertenza che il provvedimento potrebbe essere impugnato dal ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia.
Insomma, dove mi giro e dove mi volto vedo solo selve di plexiglas (che tra l’altro segna un aumento dei prezzi manco fosse la farina al supermercato) pronte a rovinare con quella sensazione fredda piatti e pizze dal nord al sud dell’Italia.
E ogni volta che se ne parla in rete, diventa argomento di discussione anche sugli ennemila tavoli che popolano l’Italia della fase 2. Sono talmente tanti che con tutti questi commensali delle regole potremmo scommettere che alla riapertura i ristoranti saranno pieni (cit.).
La partita salute – sostenibilità economica chi la vincerà? Si potrà finire almeno in pareggio per evitare che nello scrivere quotidiano da fuochi si passi a focolai?
Per ora non lo sappiamo, ma registro e vi sottopongo il video girato da Repubblica proprio nel Goga Caffè di Roma. Il proprietario Dario Goga che ha aperto a marzo (sic!) il suo locale vuole dare sicurezza con queste installazioni che ha costruito da sé per proteggere i clienti.
Il titolo del quotidiano non lascia spazi a dubbi.
Fase 2, come sarà il pasto con i divisori in plexiglas: “Il vetro come alle poste? Ai clienti piace”.
E anche ai colleghi ristoratori che hanno chiesto come fare per procurarseli.
Io vi dico soltanto che a me non hanno chiesto niente in quanto cliente di ristorante, ma per dovere di cronaca vi dico anche che Dario Goga spiega come li ha fatti in casa e quanto ha speso: 800 € per 26 tavoli, cioè 31 € a tavolo e penso 15 € a persona più o meno.
Nemmeno un grande costo per il portafoglio, ma elevato per la salute mentale. Anche se “ai clienti piace”.