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20 Maggio 2020 Aggiornato il 20 Maggio 2020 alle ore 10:35

La lettera del gelatiere che becca la multa per la coda alla gelateria

400 € e la minaccia di dover chiudere tutto se la cosa dovesse ripetersi. Tanto è costata la fila ordinata alla gelateria Lucco a Torino
La lettera del gelatiere che becca la multa per la coda alla gelateria

Non c’è pace per gli esercizi commerciali che, dopo una chiusura durata più di due mesi, si ritrovano ora a poter sì riaprire, ma tra una babele di normative variabili e fumose e con l’angoscia della formazione di pericolosi assembramenti dati dai clienti in attesa al di fuori dei negozi.

Una situazione che porta spesso a situazioni paradossali, e che colpisce tutti, esercenti, gestori e anche clienti.

Proprio come è successo in una nota gelateria torinese, anzi, al suo esterno, per essere precisi, dove la lunga coda di clienti in attesa di poter ordinare il proprio gelato ha causato una bella multa di 400 euro all’incolpevole titolare della gelateria, con la minaccia di dover chiudere tutto se la cosa dovesse ripetersi.

I fatti si riferiscono a domenica scorsa. Vittorio Lucco, titolare dell’omonima gelateria in Via Luini, oltre ad un altro punto vendita in Corso Vittorio Emanuele II, sempre a Torino, è all’interno del suo locale, finalmente riaperto dopo due mesi di lockdown.

Al di fuori, intanto, i clienti continuano ad arrivare, tutti decisi a festeggiare evidentemente la fine dell’isolamento e la bella giornata primaverile con un bel gelato. Peccato che, minuto dopo minuto, la coda di clienti si allunghi, fino a comprendere circa 150 persone, tutte disposte ordinatamente in bella fila sul marciapiede antistante la gelateria, ben distanziate e con regolare mascherina sul viso.

Precauzioni inutili, visto che in poco tempo arriva una pattuglia della polizia, allertata da una segnalazione, e multa il gelatiere per aver violato il divieto di assembramento. Luini si ritrova così tra le mani una multa da 400 euro, ridotti a 280 se pagati entro trenta giorni.

Una sanzione che il gelatiere non ritiene di meritare, tanto da far scrivere sul verbale di non condividere le motivazioni e riservandosi di far ricorso.

Subito dopo, Lucco posta poi sul suo profilo Facebook tutta la sua amarezza per l’episodio verificatosi.

“La ripresa è davvero dura – si sfoga Lucco – se le istituzioni non ci aiutano o se è difficile parlare con loro. Cari amici e clienti, mai come ora mi sento piccolo e soffocato da questa situazione. La paura di non essere in regola quando sto facendo di tutto per esserlo (come ho sempre fatto). La paura di servire il mio gelato e insieme di dover fare ‘il vigile’ per controllare le distanze, La paura di essere solo di fronte a una situazione più grande di me… che può soffocare. Desidero solo tornare a servire il mio gelato in sicurezza e serenità a tutti i torinesi. Per questo vorrei parlare con il sindaco della mia Torino. Se qualcuno mi può aiutare ad incontrarla gliene sarei grato”.

Lucco continua poi chiarendo che “non è la multa che mi ha deluso. Mi ha deluso il modo cui le forze dell’ordine si sono presentate per fare rispettare le regole anti-assembramento. Dopo due mesi di sacrifici questa cosa mi ha dato una mazzata e oggi mi sono preso un giorno di riposo. Mi hanno multato per una coda come quella che c’è al supermercato. Hanno cacciato i clienti che erano in fila e dal quel momento non ho più lavorato”.

Un problema non da poco, visto che Lucco impiega per la sua attività diversi dipendenti.

“Ho 18 dipendenti – continua il gelatiere – che erano contenti di tornare al lavoro. I miei clienti si sono sempre comportati bene ed erano in fila e ordinati. La gente sta imparando le nuove regole, ci vuole più tolleranza. Le persone dopo due mesi a casa volevano un gelato e domenica a Torino tutti erano in giro”.

Nel frattempo, Lucco ha pensato a modo alternativo per riprendere la sua attività in sicurezza e provare a sventare futuri assembramenti di clienti, piazzando un proprio dipendente all’esterno della gelateria, che pazientemente si accosti ai clienti in attesa per prendere ordini e nominativi. “In questo modo, però, l’assembramento rischia di crearsi dall’altra parte della strada e rischia di essere peggio della coda ordinata che avevo organizzato io. Ma non posso che fare in questo modo – conclude amaramente Lucco – visto che mi hanno detto che adesso verrò controllato e alla terza o quarta multa rischio una chiusura di 15 giorni”.

Insomma, da quanto successo al gelatiere torinese una cosa è certa: il lockdown è finito, ma i problemi per gli esercenti sicuramente no.

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