I bistrot di Parigi riaperti dopo il Covid 19
I mille e poco più bistrot rimasti a Parigi hanno potuto riaprire tutti da lunedì. Prima volta nell’era post Covid. Simbolo della città, sono stati luoghi familiari per generazioni di artisti e scrittori tra tavoli minuscoli, fumo di sigarette e camerieri sbrigativi.
Ecco, appunto. Prima del virus gli storici locali rappresentavano solo il 14% dei punti di ristoro della capitale francese. Vittime in particolare dei fast food colpevolmente troppo amati dai parigini. I bistrot sono un misto tra ristorante e bar, hanno in genere prezzi contenuti, intorno ai 15 € per un piatto con un bicchiere di vino e un caffè. È previsto il servizio al tavolo anche se i clienti possono ristorarsi con una bevanda appollaiati al bancone caffè.
I menu dei bistrot più autentici propongono i classici della cucina parigina, ad esempio cavolfiore farcito, testina di vitello, uovo con maionese, mousse al cioccolato. Tra i bistrot più amati di Parigi, anche dai turisti italiani che presto, siamo sicuri, torneranno ad animare la capitale francese, ci sono Chez Georges, Bistrot Valois o Le Bougainville.
O il Café de Flore, a Saint-Germain-Des-Prés sul boulevard, aperto dal lontano 1887 che ebbe ospiti illustri. Charles Maurras, che viveva al primo piano, scrisse il suo libro sotto il segno di Flora r lo frequentarono Jean-Paul Sartre, Emil Cioran e Simone de Beauvoir.
Le brasserie
E ci sono anche le brasserie come Fouquet’s, il locale sulla celebre avenue des Champs Elysées e l’avenue George V con una riapertura in tre tempi: un’apertura parziale fino a venerdì 19 giugno con un’offerta di piatti e bevende ridotta (e dei nuovi orari dalle 12 alle 23.30 fino al 31 agosto).
La carta alleggerita è sempre firmata dallo chef tre stelle Michelin Pierre Gagnaire con alcuni grandi classici della brasserie parigina come le lumache di Borgogna al burro d’aglio, la tartare di manzo e la selezione di dessert dello chef pâtissier Nicolas Paciello.
Da venerdì 19 giugno sarà ripristinata la carta intera.