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23 Giugno 2020 Aggiornato il 23 Giugno 2020 alle ore 10:30

Occhio all’etichetta: come comprare bene l’olio extravergine di oliva

Le informazioni contenute nello spazio ridotto di un'etichetta devono essere trasparenti e veritiere per guidare i consumatori nell'acquisto
Occhio all’etichetta: come comprare bene l’olio extravergine di oliva

Come possiamo destreggiarci tra le scritte dell’etichetta che troviamo sulle confezioni di olio?

Lo ha spiegato la videoconferenza “Innovazione e Legalità: Etichettatura Olio d’Oliva” organizzata dal CAPOL, Centro Assaggiatori Produzioni Olivicole di Latina.

Una spiegazione molto tecnica di cui vi diamo una sintesi.

Tutto parte da un documento del Ministero delle Politiche Agricole, la Guida Pratica all’Etichettatura degli Oli d’Oliva, molto dettagliata. 

«La normativa europea sull’etichettatura ha fissato il principio che “Per ottenere un elevato livello di tutela della salute dei consumatori e assicurare il loro diritto all’informazione, è opportuno garantire che i consumatori siano adeguatamente informati sugli alimenti che consumano…”»

Quindi, nello spazio ridotto di un’etichetta, si devono trovare tutte le informazioni necessarie. Che ovviamente, nel rispetto del consumatore, devono essere trasparenti e veritiere. 

1. Per etichetta si intendono tutte le forme di comunicazione

Tutte le informazioni fornite su dépliant, siti web, pubblicità, presentazioni e social sono assimilabili a un’etichetta. Quindi l’etichettatura comprende tutte le forme di comunicazione tra il produttore e il consumatore.

Attenzione quindi anche a quanto si dichiara e si ascolta ad esempio nelle interviste. A volte si leggono dichiarazioni di caratteristiche o proprietà non veritiere – prima fra tutte, la lunga conservazione dell’olio. L’olio è un succo di frutta a tutti gli effetti e come tale si degrada con il tempo. Non sarà dannoso, ma a lungo andare non contiene più tutte le caratteristiche e le qualità di quando è appena spremuto.

2. L’etichetta deve essere in vista e ben leggibile

L’etichetta deve essere posizionata bene in vista e deve essere chiaramente leggibile. I caratteri di stampa devono essere omogenei e della stessa dimensione: la “mediana pari o superiore a 1,2 mm”. Solo nel caso in cui il contenitore avesse un’area complessiva di 80 cmq, i caratteri possono essere pari o maggiori a 0,9 mm. E vi assicuro che una bottiglia di superficie inferiore a 80 cmq è davvero minuscola! Quindi anche le bustine monodose da 0,5 ml dovranno avere caratteri di 0,9 mm.

3. Le scritte nell’etichetta anteriore

Nell’etichetta anteriore, detta campo visivo principale, devono comparire alcune scritte obbligatorie.

  • La denominazione di vendita
  • L’origine dell’olio (ma solo per l’extravergine e il vergine)
  • La quantità netta. 

La denominazione di vendita deve essere scritta completamente: olio extravergine di oliva, olio vergine di oliva. 

Ma soprattutto non può essere personalizzata: non si può scrivere olio extravergine di oliva verde, nera, fruttato, piccante. 

L’origine dell’olio è determinata da due fattori: lo Stato dove sono state raccolte le olive e quello dove sono state molite. Quindi se si dichiara che l’olio è italiano significa che raccolto e frantoio sono in Italia. Altrimenti la differenza tra il luogo di raccolta e dove sono state frante le olive va ben evidenziata. Non si può far riferimento a regioni, province o aree geografiche generiche.

4. Le altre informazioni

Ci sono informazioni aggiuntive che devono essere comunque riportate in etichetta.

  • La categoria dell’olio (olio extravergine d’oliva, olio vergine di oliva, olio d’oliva, olio di sansa)
  • Il termine minimo di conservazione e le condizioni di conservazione
  • Il nome o la ragione sociale e l’indirizzo del responsabile commerciale del prodotto
  • Il numero del lotto
  • La dichiarazione nutrizionale e la sede dello stabilimento di confezionamento.

5. Le informazioni facoltative

Poi ci sono alcune informazioni che sono facoltative.

  • Le caratteristiche organolettiche (fruttato, amaro, piccante nelle loro diverse intensità) ma solo a condizione che siano certificate da una valutazione di un Panel ufficiale. 
  • L’anno di raccolta, che però se presente, deve essere unico. Non si può scrivere “raccolta 2020/2021”.

Infine, sono ormai rinomate e accertate le proprietà dell’olio – ritarda l’invecchiamento cellulare, favorisce la digestione e l’assorbimento di minerali, aiuta a prevenire tumori e malattie cardiovascolari e regola la quantità di colesterolo nel sangue – ma è assolutamente vietato per l’olio, come d’altro canto per tutti gli alimenti,  attribuire capacità curative o di prevenzione.

Anche se non dobbiamo comporre le etichette, è importante sapere cosa ci deve essere scritto per legge per essere protetti da furfanterie e frodi.

[Testo: Lorenza Pliteri]

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