Il gelato di Cracco è più o meno buono della pizza di Cracco?
Così si passa dal capo d’imputazione singolo, ovvero la pizza di Cracco, ai capi d’imputazione multipli, ovvero la pizza di Cracco e adesso il gelato di Cracco (dove per capi d’imputazione s’intendono gli sconfinamenti in territori che non ti sono propri).
Ebbene sì: Carlo Cracco fa anche il gelato
Avevo notato il carrettino bianco da gelataio in un angolo del suo dehors in Galleria, una sera tornando a casa. E mi ero avvicinato.
Posso avere un gelato?
No, mi spiace – i gelati sono finiti, mi aveva risposto il giovanotto appostato nei pressi.
Ah. Questa storia mi ricorda molto quella della pizza. Che era sempre finita.
Ma il vostro intrepido esploratore non si è certo fermato alla prima difficoltà. Sono tornato all’assalto il giorno dopo.
C’erano, questa volta, i gelati.
8 gusti nella carta dei gelati
Otto carapine, otto gusti. Coni e coppette da 3,80 € per 2 gusti e 4,80 € per 3 gusti (sotto forma di palline).
- Nocciola IGP Piemonte
- Pistacchio
- Riso e latte
- Stracciatella Guanaja 100%
- Crema variegata all’albicocca
- Vero latte variegato alla pesca
- Ciliegia pura
- Sorbetto al cioccolato Guanaja 100%
Assaggi interessanti: il gelato di Cracco è buono come… Volete un termine di paragone? È buono come la pizza di Cracco. Cioè l’interpretazione piaciona di un classico. Il manifesto è il gusto Riso e latte, perfetta rievocazione del classico comfort food. Ecco, comfort-gelato è una buona definizione.
Un gusto però spicca. Sì, la Ciliegia pura è un’altra cosa, una Specie di categoria dello spirito. Mamma quanto è buona. Non fanno vaschette da asporto, temo. Peccato
Ho letto solo dopo questo post su Instagram di Rosa Fanti, moglie di Carlo Cracco. Aggiunge un particolare: le ciliegie vengono dall’azienda agricola di famiglia.
Questa nuova versione “bucolica” della famiglia Cracco l’ha raccontata lo stesso chef a Dominique Antognoni per la sua rivista Good Life.
“Nel frattempo abbiamo anche acquistato un’azienda agricola. Si chiama Vista mare, a Santarcangelo di Romagna, vicinissimo al paese di Rosa. Da quelle parti il terreno è molto valido. In pratica si chiude un cerchio, perché secondo me oggi uno chef deve coltivare almeno in parte quello che poi offre ai suoi clienti. Era il tassello che mancava, anche perché io sono convinto che in un ristorante al primo posto conta la bravura del cuoco e subito dopo la qualità delle materie prime. In più il progetto diventa più ampio. Vedere la carciofaia è una bella soddisfazione. La frutta ormai la proponiamo al ristorante e fra poco iniziamo a produrre dei succhi e delle marmellate. Si potranno acquistare anche via l’e-commerce, che già funziona benissimo. Abbiamo iniziato anche a commercializzare i nostri amari e il limoncello. Seguirà il gin. Il nome della linea? Cracco distillati.”
Ma chi fa i gelati di Cracco?
No, Carlo Cracco non si è comprato una gelatiera: ha fatto di meglio. Si è affidato a VeroLatte Gelato naturale, una gelateria di Vigevano. Ovvero al gelatiere Massimiliano Scotti, vincitore europeo nel 2017 al Gelato Festival di Firenze. Avevo già assaggiato qualcosa di suo qui a Milano, e me lo ero appuntato: devo andare a Vigevano.
Ovviamente non ci sono riuscito. Ma ormai è un imperativo: devo assolutamente andare e assaggiare tutto.
Intanto, Massimiliano e VeroLatte saranno a Villa Terzaghi, a Robecco sul Naviglio, per I Weekend del Gusto, la nuova iniziativa di Cracco all’insegna di pizza, alta cucina e appunto gelato. Villa Terzaghi è diventata la sede dell’Associazione Mastro Martino, di cui Cracco è presidente.