Pompei. Al ristorante Il Principe non si vive nel ricordo della stella Michelin
Il ristorante Principe di Pompei ci ha lasciato un ottimo ricordo.
Si va al ristorante per appagare un piacere, per godere di un momento di benessere, per festeggiare un evento o una ricorrenza, per incontri d’affari o per tanti altri motivi. Ma ciò che ti resta nei giorni a venire fa la differenza: il ricordo.
È trascorsa più di una settimana da quando sono andata al Principe di Pompei e ancora sono vivi profumi e sapori dei piatti. Elaborati soprattutto nel ricordo dei prodotti del territorio.
La storia de Il Principe di Pompei
La tradizione familiare ha trovato la massima espressione nel riconoscimento della stella Michelin, che il ristorante ha mantenuto per oltre un decennio. Oggi Gian Marco Carli, patron e chef del ristorante, rinnova quella tradizione, come l’impegno per riconquistare la Rossa.
Già 17enne, dopo quattro anni di apprendistato nel ristorante dei genitori, prosegue la formazione scegliendo mentori di livello che appagassero il suo desiderio di conoscenza. Ha così acquisito un’esperienza internazionale. Elemento importante per riaccendere sul suo ristorante l’interesse degli ispettori della Michelin.
Carli ha arricchito di nuovi saperi il passato, visibile nella grande libreria che fa da quinta alla sala e ospita i ricordi di una famiglia importante per la ristorazione campana. Come testimonia il tavolo da sarta della nonna che campeggia al centro della sala a supportare una collezione di vetri.
L’inattesa presentazione della carta fatta a voce dello chef permette di scoprire i particolari di ogni piatto in anticipo rispetto all’assaggio; allora ti fai prendere la mano e ordini saltellando da un piatto all’altro.
- La Campania da nord a sud omaggio al San Marzano in veste moderna di chutney.
- Graffa salata pecorino a sostituire lo zucchero e ripieno di genovese.
- Omaggio all’Irpinia con un cracker di grano arso, ricotta di pecora Bagnolese affumicata, stracotto di maialino nero, soia e tartufo.
- Spugna al pomodoro, pomata di fiordilatte e basilico.
- Per la Costiera amalfitana, burro mantecato alle alici di Cetara.
Come si mangia al Principe di Pompei
Melanzana alla parmigiana (16 €). Questo monumento della tradizione gastronomica partenopea ha superato tutte le aspettative: una melanzana spaccata e farcita con una pomata di parmigiana di melanzane, richiusa e ricomposta nella sua forma originale, panata in pane panko e polvere della sua buccia disidratata; una vera delizia già per la vista, come madre natura crea; sofficemente croccante al primo boccone seguito dalla scioglievolezza della farcia.
Baobun, pollo croccante alla diavola, maionese al curry, misticanza di erbe amare, robiola di pezzata rossa e chutney di San Marzano (15 €). Il baobun ormai entrato nelle cucine occidentali è presentato con un pollo croccante che contrasta la morbidezza del pane e arriva come una delizia da streetfood volutamente generoso di farcia.
Il pelusiello di Gerardo Di Nola e la pasta alla Nerano
Pelusiello selezione Gerardo di Nola, colatura di alici di Cetara, salsa di friggitelli, pomodorini canditi e pane aromatico al timo limone (18 €). Un omaggio a Giovanni Assante! Questo è il piatto del “ricordo”! …
Tagliatelle alla Nerano, emulsione di riccio di mare e fiore di zucca croccante (20 €). Imperativo sin da subito amalgamare le tagliatelle a tutto tondo. Un piatto dalle note dolci e dal profumo delicato dei veli di zucchine e dei fiori di zucca che mantengono in perfetto equilibrio le note ferrose del riccio di mare.
Il secondo del Principe
Capocollo in lenta cottura, cetriolino sott’aceto, cipolla fermentata, maionese alla brace e scarole in salsa di alici (22 €). La burrosa consistenza della carne che la rende docile al taglio fanno un tutt’uno con un’attenta e sapiente scelta delle guarnizioni che diventano contorno la cui acidità e sapidità dominano il grasso del capocollo di maiale.
I dolci tra tradizione e modernità
Il Babà secondo la tradizione (7 €). Una spugna appena più compatta, ricorda la “torta Amalfitana al limone”con una bagna perfettamente equilibrata tra le note alcoliche e quelle di limone. Un Dolce da annoverare nella classifica della memoria.
Cioccolato, frutto della passione, fava di cacao pralinata e caramello (7 €). Presentazione come nella migliore scuola pasticcera francese; un goloso lingottino di lucido cioccolato amaro, che vince la sfida di una calda giornata estiva, e dice: mangiami senza indugio. Ogni elemento arriva gradatamente senza che nessuno prevalga sull’altro lasciando che il cioccolato amaro sia sempre il protagonista indiscusso.
Quanto costa mangiare a Il Principe
Sono previsti anche due menu degustazione per scoprire il pensiero dello chef de Il Principe
Libertà, un percorso degustazione di 5 portate a 60 €.
Abbinamento vini: 3 calici (23 €), 5 calici (38 €)
Giammà fai tu, un percorso degustazione di 7 portate a 70 €.
Abbinamento vini: 3 calici (23 €), 5 calici (38 €).
Il Principe. Via Colle San Bartolomeo 4/8. Pompei (NA). Tel. +393476348787