Guerra e Pizza. Chi ha vinto la classifica che premia chi ha meno pizzerie
“È una guerra. Ho due pizzerie, non una sola”, si spazientì Ercole che già aveva avuto modo di interrogare il Perrellante alla vigilia di quella che più che una cena sembrava un enigma senza per questo dover scomodare Edipo.
“Questa cosa di mettere insieme due pizzerie significa che avrò un posto a tavola in meno”, mugugnò Carletto Canottiere che si era appena ripreso dai fumi dell’alcol della cena della sera precedente.
“Cioè fatemi capire: uno di noi ha due pizzerie e un solo posto a tavola? Secondo me vi siete sbagliati”, rintuzzò Tartagliano da Puteoli che si stava apprestando a lanciare la sua tavernetta delle 100 pizze di fronte ad Antignano.
“Non scherziamo, il corriere è stato chiaro. Scarano, leggi il papiro”, si spazientì nuovamente Ercole.
Two is peggi che uan nella Guerra della Pizza
“Ah, tutt’appost, anche se a concordare genere e numero la mia maestra della Scuoloa Peripatetica usava la bacchetta. Sarà stato scritto un po’ di fetta. Le mie si chiamano Pizzeria dell’Orto e Ercole. Non c’hanno lo stesso brand, le stesse Parule insomma. Significa questo, vero?”, si rilassò Ercole.
“E sti gran passerotti”, si inalberò Tartagliano. “Le mie si chiamano X Tartagliano tutte e due. Sta cosa me la devono spiegare e anche bene”.
“Lo avevo detto che era meglio scrivere Canottiere 2.0 e Canottiere 3.0 a quel testardo del mio socio. E invece no, fa più brand, miseria”, gemette Carletto.
“Certo che Achille Pizza Veloce ci ha fregato tutti quanti. Con tutti questi nomi differenti quanti posti a tavola avrà?”, chiese ad alta voce Tartagliano.
“Ma no, è una catena come quella di Alessandro Sempre Magno. Leggo”, fece Carletto che alla guerra avrebbe preferito altro vino della Gallia.
La catena che non è troppo catena: una catenina
“Il mio insegnante Cinico avrebbe detto che manco Diogene ritrovava se stesso anche accendendo tutti i fuochi della città di Posidonia a leggere questo periodo contorto come un serpente”, scoppiò a ridere Ercole. “Sarà stato scritto di fretta, chiaramente”.
“Altro che fatiche di Ercole”, pensarono tutti.
“Sento rumore di polpastrelli che scivolano sul ghiaccio”, ribattè Tartagliano.
“E pensate al pioniere Coccius, ai Due Fratelli, al nordico Lucus. Un solo invito anche se hanno due pizzerie”. Ercole ormai stava mettendo mano al pallottoliere.
“Ma non era un invito per ogni pizzeria? Ti dico qual è la migliore pizzeria e poi le sommo? Come sommare tradizione e contemporaneo, mele e pere, pesce e carne”, sbottò Tartagliano in evidente crisi mistica. “Ma dov’è Masuccio, si è dato perché ha una sola pizzeria?“.
“Mi sto armando, altro che darmi alla fuga, per Zeus”, si annunciò Masuccio tra il clangore dell’armatura che proprio anti pioggia non doveva essere.
“Calmati mio Signore, sei in netto vantaggio e meno male che non hai aperto altre pizzerie. Te lo avevo detto di non fare proclami Ad Catium. Ora Salis dovrà mettersi in saccoccia la pizzeria nelle terre del vino”, gli fece saggio l’Uomo della Fattoria che stava già attrezzando i piccioni per annunciare a tutta la Terra di Mezzo la sua vittoria.
La pizza margherita che vince la guerra
“Taci. Non hai visto il dipinto che orna le regole del gioco?”.
“Ma certo, una bella pizza margherita come solo nella città di Neapolis sanno fare”, rispose accondiscendete mentre cercava di decidere tra #siamoipiuforti e #megliodinoisolozeus per lanciare il messaggio.
“Ti vorrei far assaggiare il nuovo cesto per la lotta greco-romana che mi hanno regalato i ragazzi della curva sud dell’anfiteatro, ma ti risparmio”, disse Masuccio che ormai bolliva dentro l’armatura.
“Sai chi ha fatto quella pizza?”
“No”
“Salis”.
L’Uomo della Fattoria deglutì nervosamente. “Non vuol dire niente”, squittì mentre gli altri pizzaioli stavano mettendo mano alle spade.
“E sai chi ha dipinto quell’immagine?”
Il no uscì appena sussurrato dalle labbra. Le spade erano pronte.
Il momento è grave.
“Lo scriba”.
Immaginate una folla inferocita che attende il turno in fila fuori la pizzeria il sabato sera. Ecco, era nulla a vedere gli occhi rossi dei quattro.
“Cosa vuol dire questo? È un messaggio all’uomo della montagna?”, fecero all’unisono i tre che avevano tirato fuori anche la pietra per affilare le armi.
“Non lo so, ma cerchiamo lo scriba che dovrà darci una spiegazione. E dovrà essere molto convincente. Fa sempre lo scemo per non andare alla guerra. Ma stavolta voglio vedere un poema lungo quante le nostre temibili imprese. O giuro che se la dovrà vedere con me”.
“Con noi”.
La guerra era solo all’inizio.
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Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale
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