Coronavirus. Ipotesi coprifuoco alle 22 per bar, ristoranti e pizzerie in Italia
Coprifuoco alle 22 in Italia sulla falsariga di quanto deciso in Francia da Emmanuel Macron con la chiusura di bar, ristoranti e pizzerie. L’ipotesi è accreditata dal Corriere della Sera.
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è già detto contrario a un nuovo lockdown generale, anche in funzione di reset dei numeri del contagio da coronavirus che hanno ripreso a salire. Ma l’ipotesi di misure più restrittive, locali o temporali, prende sempre più piede.
Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha invitato le Regioni ad agire. A non perdere tempo e a varare misure che possano frenare la diffusione del contagio.
Come è accaduto in Campania dove l’ordinanza di Vincenzo De Luca ha stoppato la scuola da oggi e reintrodotto la Didattica a distanza (DAD). Con l’aggiunta del divieto dei cibi da asporto dalle 21 (la consegna a domicilio invece è sempre possibile). Un discrimine orario, quello delle 21, che cerca di fermare quel che resta della movida o almeno i movimenti difficilmente tracciabili.
Diminuire le possibilità di assembramento, anche involontario, fuori ai locali o sui mezzi di trasporto. Dopo la Campania, potrebbe essere la Lombardia a fermare la scuola per alleggerire la pressione sul trasporto pubblico.
E poi c’è la movida o, meglio, quel che resta dopo l’uscita del nuovo Dpcm che chiude tutte le attività di ristorazione alle 24. Un orario giudicato ancora troppo permissivo. A Palazzo Chigi ammettono che arrivano molte pressioni da parte dei cittadini su questo punto. La movida appare incontrollabile e la differenza tra stare seduti al tavolo oppure no purtroppo non è rassicurante.
Il coprifuoco serale sull’esempio della Francia
Ed ecco che il modello francese del coprifuoco serale (a Parigi e in altre città della Francia si spegne tutto dalle 21 alle 6) si avvicina.
Tra oggi e domani è prevista la riunione del Consiglio dei Ministri che potrebbe adottare un nuovo provvedimento che imporrebbe a bar, ristoranti e altri pubblici esercizi di abbassare le saracinesche alle 21 o alle 22, con controlli rafforzati e multe per chi non rispetta le regole.
Palestre, saloni di bellezza, cinema, teatri e sport di base sono le altre attività a rischio. Almeno nelle parole del ministro delle Autonomie, Francesco Boccia, che ha fatto riferimenti alla possibile “interruzione di attività sociali e culturali a maggior rischio di assembramento”.
L’indice Rt basato sui ricoveri a Milano e Napoli ha tocca una preoccupante quota “2”. Entro un mese Toscana, Liguria, Abruzzo, Emilia Romagna, Puglia, Sardegna, Valle d’Aosta e Umbria arriveranno entro quattro settimane allo stesso Rt.
Il coprifuoco potrebbe scattare localmente gestito dai Governatori delle Regioni. Una mossa che potrebbe anticipare le decisioni del Governo su scala nazionale. Per evitare quel lockdown che il Presidente del Consiglio esclude del tutto. Fermare un’altra volta la macchina produttiva dell’Italia, soprattutto in vista del mese di dicembre e delle feste di Natale sarebbe letale.