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27 Ottobre 2020 Aggiornato il 27 Ottobre 2020 alle ore 10:17

Massimo Bottura: cambiamo il nuovo Dpcm e chiudiamo almeno alle 23

Massimo Bottura ha scritto una lettera a Giuseppe Conte per spiegare cos'è un ristorante e chiedere 5 cose di cui ha bisogno per sopravvivere
Massimo Bottura: cambiamo il nuovo Dpcm e chiudiamo almeno alle 23

In concreto abbiamo bisogno della chiusura serale almeno alle 23.00, firmato Massimo Bottura.

La lettera del più famoso chef italiano al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in realtà è ben più articolata.

L’incipit è una domanda rivolta a Conte e a tutti gli amministratori di questo Paese. A coloro che con un nuovo o nuovissimo Dpcm decidono le sorti di un intero settore. Condannandolo di fatto a un’estinzione o almeno a una lunga agonia.

La cifra dell’appello di Massimo Bottura è tutta in quel numero, in quell’orario: 23. Contrapposta all’idea, che qualcuno definirà romantica, del ristorante come bottega rinascimentale.

Cos’è un ristorante

Io credo che oggi un ristorante, in Italia, valga una bottega rinascimentale: facciamo cultura, siamo ambasciatori dell’agricoltura, siamo il motore del turismo gastronomico, facciamo formazione, ed ora abbiamo dato inizio ad una rivoluzione culinaria “umanistica” che coinvolge il sociale.

Lui, come tutti noi frequentatori di ristoranti e addetti ai lavori, si chiede perché mai dopo una stagione di lockdown che ha richiesto sacrifici bisogna spegnere tutto. Non è valso distanziare tavoli, stilare protocolli, acquistare strumentazioni, aspergere disinfettante per le mani a destra e a manca, affiggere cartelli con la capienza massima.

Il ristorante non è considerata una bottega rinascimentale, ma il luogo del contagio. Al massimo è la casa degli evasori fiscali, ad ascoltare le parole di Pierluigi Bersani.

Lo spirito è combattivo – e romantico – come lo conosciamo. Massimo Bottura, anche in un momento triste e grave come questo, non rinuncia ai sogni e alle speranze. Che vanno aiutati da chi ci governa.

La catena della mancanza di liquidità che genera questo improvvido Dpcm, nuovo segatore che taglia il ramo dell’albero su cui è seduto, è reale.

La bottega rinascimentale è anche luogo del vendere. Mettere insieme la difesa della salute psico-culturale e dell’economia ha per questo bisogno di prevedere la chiusura serale almeno alle 23.

Le 5 richieste di Massimo Bottura

Massimo Bottura

Le richieste di Massimo Bottura sono 5.

In concreto abbiamo bisogno:

  1. Della chiusura serale almeno alle 23.00
  2. Di liquidità in parametro ai fatturati.
  3. Della cassa integrazione almeno fino alla stabilizzazione del turismo europeo.
  4. Della decontribuzione 2021 visto che per il 2020 abbiamo già adempito in pieno.
  5. Dell’abbassamento dell’aliquota iva al 4% per il prossimo anno.

Poi leggi il retroscena del perché Giuseppe Conte è arrivato alal decisione di chiudere i ristoranti alle 18 e il mondo ti sembra molto diverso da quello immaginato da Massimo Bottura.

Togliere «tentazioni» agli italiani per indurli a restare a casa, senza obbligarli.

Il ristorante non è la bottega rinascimentale. È il luogo delle tentazioni. Un’attività non necessaria.

Vincenzo Pagano
Fulminato sulla strada dei ristoranti, delle pizze, dei gelati, degli hamburger, apre Scatti di Gusto e da allora non ha mai smesso di curiosare tra cucine, forni e tavole.
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