Decreto ristori. Ristoranti, bar, pasticcerie: aiuti per 726 milioni di euro
Con il Decreto ristori bis il governo ha cercato di tamponare le nuove urgenze economiche create dalla pandemia di Covid nelle zone rosse e arancioni. E di rispondere all’appello di Fipe.
Ieri, la Federazione italiana dei pubblici esercizi, ha segnalato che entro il prossimo mese, solo nelle zone rosse destinatarie della misure più restrittive, sospenderanno l’attività almeno 90 mila attività. Sono quasi il 30 per cento del totale, con oltre 306 mila lavoratori costretti a casa.
Nel frattempo, l’Agenzia delle Entrate ha erogato quasi un miliardo di euro dei contributi a fondo perduto inseriti nel primo Decreto ristori.
Sono state inviate disposizioni di pagamento per un importo totale di 964,8 milioni di euro. Ne hanno beneficiato in totale 211.488 attività, penalizzate dalle misure assunte per contrastare la seconda ondata di coronavirus.
Decreto ristori: ristoranti, bar, pasticcerie e gelaterie le attività più aiutate
Gli aiuti a fondo perduto del primo Decreto ristori, erogati con una rapidità inconsueta per un Paese malato di burocrazia come l’Italia (9 giorni), sono andati a 154 mila tra ristoranti, bar, pasticcerie e gelaterie. Si tratta della categoria in testa alla classifica dei ristori, con 726 milioni di euro erogati direttamente sul conto corrente di artigiani, partite Iva, imprenditori. Seguita con 106 milioni di euro dai 25 mila soggetti che propongono servizi di alloggio.
Le regioni che ne hanno beneficiato di più
La Lombardia con 32 mila beneficiari è la regione che ha usufruito di più degli aiuti, seguita dal Lazio con oltre 20mila.
Emilia Romagna, Veneto, Toscana e Campania hanno attirato aiuti per 17 mila aziende beneficiarie, Sicilia e Puglia per circa 13 mila, più di 5mila in Calabria e Marche.
Decreto ristori bis: premiati bar, pasticcerie e gelaterie
La volontà del nuovo decreto di sostegno all’economia è premiare, in particolare, i bar delle regioni inserite nelle zone rosse, con un aumento degli aiuti a fondo perduto di un buon terzo. In pratica, bar, pasticcerie e gelaterie riceveranno il 200 per cento (e non il 150 per cento) delle cifre inizialmente previste dal Decreto rilancio del maggio scorso. Trattamento parificato a quello delle altre attività nuove e vecchie sottoposte a chiusura.
Va ricordato, infatti, che i ristori sono legati a doppio filo ai contributi già ottenuti dalle attività che avevano fatto registrare un caldo di fatturato di almeno un terzo rispetto all’anno precedente.