De Cecco: grano francese, non pugliese. Inchiesta sui vertici del pastificio
De Cecco, il pastificio abruzzese di Fara San Martino, in provincia di Chieti, è finito sotto inchiesta.
Le indagini hanno portato la Procura di Chieti a spiccare tre avvisi di garanzia per frode in commercio, rivolti ai vertici dell’azienda. Vale a dire Filippo Antonio De Cecco, presidente del pastificio, il direttore degli acquisti Mario Aruffo e Vincenzo Villani, ex direttore controllo qualità.
Gli avvisi di garanzia seguono l’indagine che ha indotto i Nas a frugare nella posta elettronica e negli hard disk del pastificio abruzzese.
Secondo quanto affermato da Il Fatto Quotidiano (abbonamento), i militari sono convinti che sia stata falsificata la provenienza di diverse tonnellate di grano, fatto passare per pugliese. In realtà, l’origine non sarebbe stata italiana ma francese.
Ne abbiamo già parlato. A inizio anno l’Agcm, Autorità garante della concorrenza e del mercato, aveva accusato il pastificio abruzzese di presentare ai consumatori informazioni fuorvianti sulla provenienza del grano.
Il monito del garante era stata indirizzato anche ad altri marchi: Cocco, Auchan e Divella (mentre Lidl Italia era stata multata).
L’Antitrust aveva chiesto al pastificio di cambiare le etichette e aggiornare i siti. “Il consumatore ha diritto a un’informazione completa, fin dal primo contatto, sull’origine del grano utilizzato nella produzione della pasta”. Peraltro, nel caso di De Cecco, la provenienza riguarda anche Arizona, Canada e California.
In altre parole, l’Autorità non aveva ritenuto sufficiente la semplice indicazione in etichetta sulla provenienza del grano duro. Specie se, come avveniva per De Cecco, si accentuava nella confezione l’italianità della pasta. “È necessario” – aveva precisato l’Antitrust, “bilanciare questa enfasi con una più evidente e contestuale indicazione dell’origine del grano”.
Gli argomenti usati dall’Autorità avevano disegnato lo scenario di una possibile confusione per il consumatore dovuta alla presenza sul fronte della confezione di una piccola bandiera italiana e tre diciture. “Made in Italy”, “Metodo De Cecco” e “ricetta da oltre 130 anni”.
Aveva scritto l’Agcom: “I richiami all’italianità possono ingenerare nei consumatori l’equivoco che l’intera filiera produttiva della pasta, a partire dalla materia prima, sia italiana. Mentre per la relativa produzione viene utilizzato anche grano di origine estera”.
Le nuove etichette De Cecco
De Cecco, dopo aver accettato i rilievi, aveva proposto una serie di comportamenti più trasparenti accettati dall’Antitrust. Dal fronte della confezione sono così sparite le diciture incriminate. Mentre è comparsa la scritta: “I migliori grani italiani, californiani e dell’Arizona”.
Nell’ottobre scorso, uno spot pubblicitario ha comunicato i cambiamenti. Nello spot il pastificio di Fara San Martino aveva spiegato che produce la sua pasta mescolando al grano duro italiano quelli provenienti da Arizona e California.
Ora arriva l’esito delle indagini della Procura di Chieti, che accusa De Cecco di aver usato grano francese, non pugliese –e dunque italiano– come invece dichiarato.