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Il glifosato è un pesticida. Il costo contenuto e la distribuzione capillare lo hanno reso il diserbante più diffuso del mondo per uso agricolo. Problema: secondo lo Iarc (Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità) si tratta di un erbicida “probabilmente cancerogeno”.
\n\n\n\nIn 6 casi su 7 proviene (anche) da paesi extraeuropei il grano con tracce di glifosato. Per quanto inferiori ai limiti consentiti dalla legge ma in ogni caso rischiose per la salute umana.
\n\n\n\nNon è possibile affermare con sicurezza quali siano questi paesi. Un decreto legge del luglio 2017 obbliga i vari marchi a indicare in etichetta la provenienza del grano, ma molti si rifugiano nella generica dicitura “Ue” o “non Ue”.
\n\n\n\nLa presenza del pesticida nel grano non è un’esclusiva dei paesi stranieri. Resta il fatto che in alcuni stati, per esempio in Canada, le misure sulla sicurezza sia ambientale che alimentare sono meno rigide che in Italia.
\n\n\n\nCosa che non ha impedito al test condotto dal Salvagente di riscontrare tracce di glifosato anche negli spaghetti marcati Agnesi. Eppure il pastificio ligure, ora trasferito in Piemonte, a Fossano, è tra quelli che usano grano al 100 per cento italiano.
\n\n\n\nA corredo della sua inchiesta la rivista ha pubblicato una lunga lista dei marchi più noti, indicando marca per marca la provenienza del grano. Da consultare tenendo presente che alcuni pastifici, per esempio Rummo, hanno iniziato il processo di conversione all’impiego esclusivo di grano italiano.
\n\n\n\nSta facendo discutere l’inchiesta del Salvagente sulla pasta al glifosato.
La rivista, per il numero in edicola, ha fatto analizzare 20 pacchi di spaghetti delle marche italiane più diffuse. L’obiettivo era rilevare la presenza di glifosato e micotossine.
Risultato: sono state trovate tracce della sostanza nella pasta di ben 7 marchi. Eurospin, Lidl, Divella, Garofalo, Esselunga, Agnesi e Rummo.
Il glifosato è un pesticida. Il costo contenuto e la distribuzione capillare lo hanno reso il diserbante più diffuso del mondo per uso agricolo. Problema: secondo lo Iarc (Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità) si tratta di un erbicida “probabilmente cancerogeno”.
In 6 casi su 7 proviene (anche) da paesi extraeuropei il grano con tracce di glifosato. Per quanto inferiori ai limiti consentiti dalla legge ma in ogni caso rischiose per la salute umana.
Non è possibile affermare con sicurezza quali siano questi paesi. Un decreto legge del luglio 2017 obbliga i vari marchi a indicare in etichetta la provenienza del grano, ma molti si rifugiano nella generica dicitura “Ue” o “non Ue”.
La presenza del pesticida nel grano non è un’esclusiva dei paesi stranieri. Resta il fatto che in alcuni stati, per esempio in Canada, le misure sulla sicurezza sia ambientale che alimentare sono meno rigide che in Italia.
Cosa che non ha impedito al test condotto dal Salvagente di riscontrare tracce di glifosato anche negli spaghetti marcati Agnesi. Eppure il pastificio ligure, ora trasferito in Piemonte, a Fossano, è tra quelli che usano grano al 100 per cento italiano.
A corredo della sua inchiesta la rivista ha pubblicato una lunga lista dei marchi più noti, indicando marca per marca la provenienza del grano. Da consultare tenendo presente che alcuni pastifici, per esempio Rummo, hanno iniziato il processo di conversione all’impiego esclusivo di grano italiano.