Riaperture ristoranti rinviate e fine settimana in zona rossa dal 7 gennaio
Fosche nubi si addensano sulle riaperture di bar, ristoranti e pizzerie dal 7 gennaio. Una nuova stretta alla riapertura delle attività commerciali e alla mobilità, dopo quella del Decreto Natale e Capodanno, sarebbe allo studio del Governo. La pressione dei nuovi dati che fotografano una curva dei contagi in salita non permetterebbe di ritornare in zona gialla. Almeno così come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi.
I 21 indici su cui si basano gli automatismi che fanno rientrare le regioni in zona gialla, arancione o rossa avrebbero generato dei paradossi. Come quello del Veneto in zona gialla nonostante l’alto numero dei contagi. Ci sarebbe una semplificazione del calcolo con un maggiore peso attribuito all’Rt. Fino a questo momento la zona arancione parte da 1,25, quella rossa da 1,5: potrebbero diventare rispettivamente 1 e 1,25 (calando dunque di 0,25).
In base ai dati di mercoledì scorso, rientrerebbero in zona arancione almeno tre Regioni (Calabria, Liguria e Veneto) che potrebbero diventare rosse nei monitoraggi successivi. Altre tre regioni superano di poco l’Rt 1 e quindi a rischio di zona arancione (Basilicata, Lombardia e Puglia). Altre tre sarebbero oggetto di restrizioni da zona arancione con i dati della prossima settimana. Poiché sfiorano già oggi la soglia Rt a 1 (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche).
Tradotto in termini pratici, in mezza Italia sarebbero chiusi bar e ristoranti e non ci si potrebbe spostare tra i comuni.
Il quadro si è delineato a seguito delle finestre di “concessione” gialla all’avvio delle feste natalizie. Pesano gli spostamenti ancora consentiti tra regioni e l’apertura dei negozi per lo shopping tra l’altro incentivato dal cashback. Mentre non sarebbero ancora chiari i risultati degli incontri a casa tra parenti e non conviventi.
Riaperture a rischio tra Rt, zone arancioni e zone rosse
Le ipotesi allo studio per le nuove strette sono due.
Il primo, come detto, riguarda i nuovi criteri per l’Rt che permettano di decretare con numeri anche meno emergenziali zone arancioni e rosse regionali.
Il secondo riguarda la possibilità di far diventare tutta Italia zona rossa nei fine settimana a partire dal weekend del 9 gennaio.
Per bar, ristoranti e pizzerie non c’è quasi alternativa. O chiusure in zona arancione per le nove regioni a rischio. O chiusure in queste nove regioni con l’aggiunta delle altre nei fine settimana. Insomma, un’ecatombe.
L’idea “più leggera” che è al vaglio – una sorta di adozione temporanea in vigenza del vecchio Dpcm di novembre – è rinviare almeno per un’altra settimana. Quindi fino al 15 gennaio non ci sarebbero le riaperture di bar, ristoranti. Anche a pranzo, meglio specificarlo, perché le riaperture a cena non sono proprio all’ordine del giorno.
Resterebbero in tutti i casi consentiti solo asporto e consegna a domicilio.
Le premesse di queste nefaste previsioni sono nell’ordinanza del ministro della Salute che ha rinviato le riaperture degli impianti sciistici al 18 gennaio. E la convinzione che le riaperture delle scuole il 7 gennaio sia diventata più complicata.
Per arrivare alla definizione delle nuove zone, la strada indicata dai ministri Speranza e Boccia sarebbe quella di adottare entro il 7 gennaio un’ordinanza ponte riferita proprio all’Rt. Un sistema che potrebbe gettare le basi per un nuovo decreto che verrebbe discusso in Parlamento. Con la crisi di Governo avviata del senatore Matteo Renzi, la strada del Dpcm veloce da adottare sarà abbandonata in favore della discussione in Parlamento.
E non è detto che sia un elemento a favore dei ristoranti. Per riavviare le macchine c’è bisogno di certezza delle date. L’unico modo per evitare di fare spese che non sarebbero utilizzate.
[Link: Corriere, Repubblica]