La Zattera. Ristorante di pesce economico e creativo a Pescara
La Zattera. Letteralmente, è l’imbarcazione di fortuna formata da tronchi d’albero. A Pescara, in Abruzzo, parliamo di uno stabilimento balneare che prima di tutto è un ristorante.
Non è frequente, imbattersi in strutture simili con un’offerta gastronomica di buon livello. Di pesce ovviamente. E un panorama di prim’ordine.
Lo chef Angelo Lanaro guida saldamente la brigata di cucina. Affiatata. Uno spirito di squadra che è possibile osservare nelle gesta. La cucina è quasi interamente a vista.
Zona gialla. Organizziamoci per un pranzo, dopo tanto, no? Con la speranza che duri.
Gli antipasti della Zattera
Iniziamo subito col dire che gli antipasti, crudi, freddi e caldi, valgono l’assaggio.
Sono l’essenza di questo ristorante. Vanno provati incondizionatamente. Esplosione di freschezza, raffinatezza e passione.
Partiamo allora con i crudi.
Lavorazione “minimal”, com’è giusto che sia. Bella l’idea di porzionare pressoché tutto. Non potrete esimervi da nulla. Né tantomeno privarvene.
Le ostriche. Da divorare senza limone per coglierne al meglio il carattere iodico. Potremmo aprirci un capitolo in merito.
E poi giù con gli scampi, i gamberetti, i gamberi rossi. Accompagnati da condimenti basici, pensati bene.
Cosa dire poi della triglia presentata a mo’ di julienne con le barbabietole? Della piccola tartara di ricciola, di tonno e di merluzzo? Un trio, felicemente accordato con delicate e piacevoli salse in superficie. Il merluzzo con un po’ della sua pelle, fritta e con la bietolina fresca.
La freschezza e la qualità riaffiorano nella tagliatella di seppia, servita con una concezione di “pizzaiola”. O nelle seppioline. Condite con cipolla rossa, olio e peperoncino fresco. Ma non quello piccantissimo che già state immaginando. Anzi. Godibilissimo.
Il pane, profumato e sfornato nell’ampia cucina, aiuta a pulire a specchio il piatto. Dov’era rimasto solo l’abile condimento. Il resto lo avevamo terminato.
Gli antipasti freddi
Stessa filosofia per i freddi. L’insalatina di mare. Servita come un piccolo tortino, assieme ad una delicata salsa agrumata.
Lo sgombro, con la maionese e la cipolla rossa leggermente caramellata. Lo scampo, con sopra la paprika. Sinfonico.
Il salmone leggermente affumicato, con semi di papavero e maionese.
L’estro della cucina si eleva poi con la rivisitazione di un classico della ristorazione marinara abruzzese: seppie e piselli. Questi ultimi resi cremosissimi, vellutati. La seppia cotta perfettamente ed addensata con il suo nero. Il palato è rapito.
Gli antipasti caldi
Il tempo scorre. Bisogna impegnarlo al meglio. Il servizio in sala, è attento, e serve le portate con attese ragionate.
Il primo antipasto caldo è una trippetta di pescatrice, servita con un sugo eccelso e dei crostini. Qualora la dovreste trovare, sappiate che questo è un piatto da scegliere, da godere, e mangiare lentamente, dal primo all’ultimo boccone. Scarpetta inclusa.
Si prosegue con un arancino di riso e pesce. Fritto bene. E con il polpo (tenero) scottato ed adagiato su dell’ottimo topinambur. Gioco di grassezza.
Gli ultimi due caldi sono il baccalà mantecato con purè. Servito come se fosse “espresso”. Buonissimo.
Ed il misto mare in vaso cottura. Cozze, vongole e scampi. Una tecnica di cottura che tende ad ammorbidire al massimo i pesci ed i molluschi. Il risultato al palato è naturale, gustoso, marino.
Il ventaglio degli antipasti è davvero ricco. A pensarci bene, sono stati sinora 18, sì, diciotto assaggi. Un vero ristorante d’amare.
Il primo piatto
L’attrazione fatale per i primi è dietro l’angolo. Una proposta che colpisce l’attenzione è la fettuccella ai ricci di mare e limone. Non resistiamo.
Presentazione gradevole, con dei rintocchi di prezzemolo tutt’attorno a fungere da contrasto. I ricci sono materia da maneggiare con cura. Molta.
Buona esecuzione. La grattugiata di limone contrasta benissimo la pre-potenza di quest’organismo marino. A rischio estinzione, pare, in Sardegna.
Il vino ed il dessert
Per accompagnare sinora il pranzo siamo andati in Francia.
Ad accoglierci, uno champagne Brut Resérve Paul Goerg. Una bollicina a tutto tondo. Perfetta in abbinamento agli antipasti, ad iniziare dai crostacei. Grazie al suo uvaggio ben proporzionato, 50% chardonnay, 50% pinot noir. Ricco di note fruttate e di freschezza. Al punto giusto. Ma valida spalla anche della fettuccella, grazie al buon corpo ed alla sua lunghezza.
I dolci? Parliamone.
Innanzitutto, scegliamo un tris di assaggi.
Il tiramisù scomposto, la crema catalana con gelato al pistacchio e la millefoglie con crema chantilly e frutti di bosco. Dolcezza senza fine.
Chi vince? A mio avviso il tiramisù. Buona esecuzione. Bilanciato bene nei sapori. Con una cremosità avvolgente. Per la millefoglie terzo posto scontato.
Ora si chiude davvero. Con una piccola pasticceria che accompagna bene il caffè ed un limoncello locale, davvero ben fatto.
I prezzi della Zattera
I prezzi in carta della Zattera, specie se rapportati all’alta qualità complessiva, sono assolutamente giusti.
È disponibile un percorso degustazione a 50 € a persona.
La variazione di crudi completa con ostriche costa 30 € a persona.
Mentre dieci assaggi freddi e caldi vengono 20 €. Di fatto ben spesi perché ripagano l’appetito di due commensali.
I primi piatti variano dai 12 ai 15 € mentre per chi volesse il secondo, si andrà dai 16 ai 25 €. Avrete da che deliziarvi.
Siete pronti a varcare la porta e navigare questi mari?
Ristorante La Zattera. Viale Primo Vere, 67. Pescara. Tel. +3908561279