Colazione di Pasqua. Lo sdijuno abruzzese fa vivere 100 anni
La colazione di Pasqua è un’antica tradizione, diffusa in tutto il centro Italia.
In Abruzzo è noto anche come “Sdijuno”, termine che non andrebbe tradotto ma che possiamo approssimare come una “rottura” del digiuno.
Non solo a Pasqua. Sì perché è anche un elisir di lunga vita. Non lo dico io, ma studi dettagliati condotti dall’Università di Teramo.
Andiamo con ordine.
La colazione di Pasqua
La colazione di Pasqua è una tradizione molto diffusa nel Lazio, in Campania, in Umbria ed in Abruzzo. Mare e terra. Tradizionalmente pone fine ai due giorni di astinenza dal cibo del venerdì e Sabato Santo.
Anche in Abruzzo è prevista una tavola ricca, imbandita a metà mattina con salami, mortadellina di Campotosto, formaggio, fiadoni, uova sode, mazzarelle, frittata con la mentuccia e pizza di Pasqua. Quest’ultima, è la versione dolce del Pane di Pasqua ed è ancor più goduriosa se accompagnata a tutto quanto di salato abbiamo preparato. Incredibile con il salame aquilano e con la mortadellina. La consistenza ed il gusto, sono molto vicini al maritozzo.
Le mazzarelle sono un piatto tipico teramano, buonissimo. Si tratta di involtini di coratella di agnello avvolta in foglie di indivia e legati con i budellini dell’agnello stesso. Altro che bacon!
Visto che molti di voi godranno della colazione di Pasqua anche in altre regioni, non vogliamo tediarvi con tecnicismi, ingredienti e cotture. Alla base c’è una velata semplicità contadina.
Poteva mancare del vino a colazione? Assolutamente no! Ecco allora un classico da abbinare alla terra, un ottimo Montepulciano d’Abruzzo.
Abbiamo scelto una produzione della piccola realtà Controvento, di Rocca San Giovanni (Ch). Un Montepulciano diretto. Identitario. Con naturalezza a tutto tondo.
Cibo e vino come se non ci fosse un domani. E sono solo le 11.
Ma non è che sdijunare alla fine fa bene?
Sdijuno a Pasqua, sdijuno tutto l’anno
Proprio così. Alcuni studi, hanno dimostrato un nesso inconfutabile tra aspettative di vita di alcuni abitanti di Comuni più rurali e dieta.
Si tratta di piccole comunità a ridosso del Gran Sasso, della Majella e della Marsica. In questi contesti, l’età media presenta un tasso di longevità quasi paragonabile a Villagrande, in Sardegna. Paese famoso in tutto il mondo per la folta presenza di ultracentenari, anche nota come “Blue Zone”.
Lo stile di vita di questi anziani diversamente giovani è semplice. Sveglia alle 5 circa e poi subito una leggera colazione.
A lavoro nei campi e, alle 11, il fatidico appuntamento per sdijunare, rigorosamente all’aperto.
Carboidrati e proteine a dismisura. Un’abbondanza più che sufficiente per il resto della giornata. Pane, pizza casereccia, pizz e foje, prosciutto, formaggio, frittata, minestra, tagliatelle fatte in casa e l’immancabile vino.
Alla sera? Complice anche la stanchezza, pressoché nulla, al più una verdurina o un frutto.
I dolci? Solo la domenica.
La spiegazione empirica poggia sulla concentrazione dei pasti durante il giorno per poi essere limitata, quasi annullata alla sera, quando il metabolismo rallenta.
È evidente il bel nesso con la Colazione di questa domenica di Festa.
E’ un’occasione per mettere a nudo questo modello alimentare, precursore delle più recenti diete del digiuno.
Volete provare questa dieta spontanea?
Tentar non nuoce. Sdijunare, in fondo, è bello.
Auguri.