Covid e riaperture dei ristoranti. Non c’è data, dipenderà dalle vaccinazioni
Covid e riaperture. Nella terza conferenza stampa del Presidente del Consiglio Mario Draghi è stato toccato il punto dell’andamento del contagio e del riavvio delle attività economiche. Comprese quelle di ristorazione e turistiche.
Le dichiarazioni del mattino del Ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, avevano raggelato le speranze. “Non si può programmare dopo. Ci sono attività che si possono aprire dall’oggi al domani come il barbiere. Altre no, come i grandi alberghi. Bisogna monitorare i dati e sulla base dei dati aprire il prima possibile. Abbiamo bisogno di programmare per essere veloci, altrimenti gli altri ci superano. In Francia si parla del 14 luglio, negli Usa del 4 luglio, il 2 giugno è la nostra festa nazionale e potrebbe essere una data delle riaperture per noi”. Così a Omnibus su La7.
Panico e immediata ricerca della data di riapertura in Francia, il primo Paese nominato. Le Point mette in onda le date previste. Ben prima della presa della Bastiglia. Lunedì 17 maggio per la riapertura delle terrasses, dei dehors, di ristoranti, bar e brasserie. Si potrà mangiare ma all’aperto. Una limitazione per tutti gli esercizi commerciali che hanno a disposizione solo sale al chiuso. Dovranno attendere tra il 1° e il 15 giugno.
Covid e riaperture dei ristoranti: la data che verrà
Sui nostri lidi la data limite del decreto che impedisce di dichiarare zone gialle – e dunque di riaprire almeno a pranzo – è venerdì 30 aprile. Le Regioni e non solo loro, poiché anche Draghi vorrebbe vedere le riaperture quanto prima, spingono per anticipare.
Ma la data precisa dalla conferenza stampa anche su Covid e riaperture ristoranti non esce.
“Non ho una data perché dipenderà dai dati di diversi parametri. Uno è sicuramente quello dei contagi, ma anche quello delle vaccinazioni sarà fondamentale”, spiega Draghi. Consapevole che, al netto della violenza sempre da condannare, c’è “disperazione” delle categorie che hanno manifestato. Ristoratori in testa.
L’obiettivo è riaprire, ma riaprire in sicurezza. A partire dalle scuole e dagli alunni più grandi. “Vogliamo dare ai ragazzi almeno un mese pieno di attività scolastica, consentire loro di finire l’anno insieme”.
L’equazione è presto fatta: “Qquanto più celermente si procede con le vaccinazioni, tanto più si procederà con le riaperture”. Ed ecco il motivo della mancanza di una data certa. Bisognerà valutare cosa accadrà nelle prossime settimane, se l’Rt scenderà al pari delle occupazione delle terapie intensive e dei dolorosissimi numeri che scandiscono i decessi.
La soglia limite è quella che tutti conoscono: 50 contagi per 100 mila abitanti che vuol dire zona bianca, Rt sotto l’1 per sperare nella zona gialla e dunque nel pranzo.
Le vaccinazioni per riaprire
Lo schema Covid e riaperture non cambia se non per quel paragrafo sulle vaccinazioni che possono migliorare il quadro.
In pratica tocca andare veloci e mettere in sicurezza tutte le persone al di sopra dei 75 anni e i fragili. Altrimenti sarà difficile prevedere riaperture. Anticipate, previste o ritardate.
E fa capolino il passaporto vaccinale che potrebbe salvare la stagione turistica. E quella delle fiere. Probabile, dunque, l’applicazione anche alle attività a rischio contagio come i ristoranti. Non in termini assoluti, ma perché la mascherina non si indossa al tavolo.
La scommessa della ripresa economica è tutta sulle riaperture dei ristoranti e della stagione turistica. E dunque sull’accelerazione della campagna di vaccinazione. Veloce, ordinata. “Con che coscienza si salta la fila per i vaccini?”, chiede il Presidente del Consiglio.