Riaperture graduali: coprifuoco alle 23 e ristoranti al chiuso dal 15 maggio
Nella cabina di regia sono in corso prove di modifiche per le riaperture graduali che partiranno da lunedì 26 aprile.
Due le modifiche in particolare che ristoranti, bar e pizzerie attendono o almeno sperano.
La prima riguarda la data di avvio delle sale interne al momento fissata nel calendario al 1 giugno. Più di un mese di ritardo rispetto alle aperture dei dehors e del servizio al tavolo. Possibile solo nelle zone gialle da lunedì 26 aprile.
Una discriminazione nata dall’osservazione scientifica che il virus ha più difficoltà a contagiare all’aperto. Complice la bella stagione, il sole e la campagna vaccinale, ci si attende una decrescita più marcata delle curve che preoccupano. Ma la diseguaglianza di trattamento per le attività di ristorazione è evidente a parità di zone gialle. Con i ristoranti che hanno spazi e tavoli all’aperto pronti a partire e gli altri che dovranno aspettare il 1 giugno.
Tempi e misure per le riaperture delle sale interne
E c’è l’ulteriore limitazione della previsione del solo servizio a pranzo e della distanza di due metri tra tavoli nelle sale al chiuso. Due elementi che rendono insostenibile economicamente la riapertura. Sommano in effetti la prescrizione messa in soffitta dei due metri di distanza e il turno del pranzo che non invita ad andare al ristorante. Sul punto ci sarà battaglia nella cabina di regia che dovrà fissare i paletti nel prossimo decreto maggio. Quello che prevede appunto il percorso delle riaperture graduali.
Il compromesso ipotizzabile è consentire ai gestori dei locali pubblici l’occupazione gratuita dei parcheggi di fascia blu con tavolini e dehors. Con tutti i limiti che una decisione del genere creerà per le attività di ristorazione affacciate su strade in cui è difficile prevedere occupazione di suolo pubblico.
Riaperture graduali: il coprifuoco spostato alle 23
In tema di riaperture graduali di bar, ristoranti e pizzerie c’è anche il moloch del coprifuoco che scatta alle 22. Una misura che la cabina di regia ritiene di dover confermare almeno per tutto il mese di maggio. Anche in questo caso la pressione per una modifica e il posticipo è dettata dalla necessità di permettere un doppio turno di cena ai ristoranti in zona gialla.
Il coprifuoco alle 22 indicherebbe una chiusura dei dehors non più tardi delle 21.30 per consentire ai clienti il ritorno a casa. E di fatto renderebbe possibile la cena solo nei ristoranti di prossimità rispetto all’abitazione cui fare ritorno.
La richiesta avanzata da più parti, e “certificata” dal Sottosegretario alla Salute Andrea Costa, è di posticipare il coprifuoco alle 23. Un orario che accoglie le contestazioni di molti Governatori delle Regioni contrari al coprifuoco alle 22.
L’opzione non è affatto gradita dagli scienziati della cabina di regia propensi a bocciare questa ipotesi che aumenterebbe il rischio di assembramenti e la circolazione delle persone. E dei contagi. Gli ultimi report dell’Istituto Superiore di Sanità hanno evidenziato la necessità di “misure di mitigazione volte a ridurre la possibilità di aggregazione interpersonale”. Proprio l’indicazione che un posticipo del coprifuoco metterebbe a rischio.