Sagrantino. Tenuta Saragano festeggia 100 anni con 2000 bottiglie speciali
Nelle terre del Sagrantino, sulle le colline tra Todi e Montefalco, si estendono i 200 ettari della Tenuta di Saragano, nei pressi dell’omonimo borgo medievale.
Sono terreni su pendii dolci, sinuosi, coltivati in regime biologico a ulivi, seminativo ma soprattutto a vite. L’azienda è guidata dal conte Riccardo Pongelli Benedettoni e da Ivan Vincareti – che è il socio vignaiolo e cantiniere.
L’area vitata si adagia lungo i pendii della tenuta a un’altitudine tra i 400 e i 500 metri slm, tra le zone più alte della denominazione del Sagrantino, che alla Tenuta di Saragano si produce da un secolo.
Il Sagrantino del secolo
Riccardo Pongelli e Ivan Vincareti quest’anno celebrano infatti i 100 anni dalla prima vendemmia dell’azienda.
Il risultato di questo lungo cammino è il Sagrantino 2015 che la Tenuta di Saragano ha presentato quest’anno e che sfoggia una nuova veste.
Si tratta di un’edizione speciale numerata, 2000 bottiglie in tutto, che vuole rappresentare proprio l’anima dell’azienda e il lavoro compiuto in tutto questo tempo, dal Dopoguerra ad oggi, dalla famiglia e i suoi eredi.
L’annata è la 2015, e non la 2017 come consentirebbe il disciplinare: la fretta fa male al Sagrantino, qui lo sanno bene.
Per questo, oltre alle rese tenute volutamente basse in vigna (massimo 50 q.li/ha), la raccolta è manuale per lasciare le uve più integre possibili, le pigiature delicate.
Il mosto fermentato riposa in barrique di rovere francese per due anni più altri due in bottiglia, prima della messa in commercio.
Il Sagrantino Tenuta di Saragano viene da vigne di circa 40 anni, nel pieno della loro capacità espressiva.
E’ potente, intenso, evocativo dell’atmosfera di caccia del luogo, degli ambienti raffinati e rurali delle residenze nobili di campagna.
C’è il calore del fuoco, la solidità della pietra, ma anche delicatezza dei velluti, la freschezza delle sete, e la promessa di una morbidezza che si realizza con una sosta nei calici. Proprio come l’attività del giorno cede alla quiete e al silenzio della sera, su queste terre.
Una struttura che si percepisce subito robusta, decisa, il sagrantino si dichiara senza mezzi termini. E tuttavia la trama tannica fa capolino tra i fiori secchi, il sottobosco, la ciliegia scura. Gli stessi che si esprimevano all’olfatto e che al palato tornano arricchiti dai sentori balsamici, le spezie, il cacao, il cuoio.
L’acidità e l’astringenza si rincorrono lasciando che di volta in volta prevalgano sensazioni di freschezza e di corpo. E’ una beva intrigante, un calice che va interrogato ad ogni sorso per scoprire risposte sempre diverse.
La 2015 è stata effettivamente un’annata a 5 stelle, in Toscana così come in Umbria, le maturazioni sono state ideali, e l’equilibrio di questo vino ne è la prova, pur nella sua gioventù.
Sei anni in fondo non sono niente per una bottiglia che ha davanti a sé una lunga vita, e il tempo è il miglior amico di un vino che va trattato con la gentilezza e la pazienza che merita.
Gli altri vini. I bianchi
Al Sagrantino, Pongelli e Vincareti hanno dedicato circa la metà dei 10 ettari complessivi viati. Anche Sangiovese, Grechetto, Merlot, una parcella a Trebbiano Spoletino e il Riesling italico hanno un ruolo importante nel profilo generale dell’azienda.
Con il Riesling italico si produce una bollicina fresca e piacevole. Il Segreto di famiglia, spumante nato per la passione della contessa Amalija per le bollicine.
Vigne vecchie anche in questo caso (45 anni), cura e delicatezza nei trattamenti, presa di spuma in autoclave e un po’ di riposo in bottiglia restituiscono una beva leggiadra, scandita da frutta fresca e fiori, e da un perlage delicato che chiude sulla mandorla fresca.
I bianchi di Tenuta Saragano per ora iniziano e finiscono con il grechetto: per ora, perché la parcella coltivata a Trebbiano Spoletino darà vita presto al Montefalco Doc bianco.
Non ci sarà la dicitura Trebbiano Spoletino in etichetta perché è consentita nelle aree di produzione della doc Spoleto.
Saragano è poco distante ma al di fuori della denominazione, per cui non potrà dichiarare il trebbiano spoletino in etichetta. Poco male: il disciplinare (modificato nel 2016) del Montefalco Doc bianco ne richiede minimo il 50%.
Il Montefalco Grechetto Doc di Tenuta Saragano si chiama Montacchiello, e proviene da uve ben mature, da vigneti a circa 420 metri slm. Fermenta in acciaio e riposa in bottiglia.
Sono piante ancora giovani (la prima raccolta è avvenuta nel 2016), e tuttavia restituiscono esiti già interessanti e complessi.
L’evocazione esotica e minerale del grechetto di Todi c’è tutta. Note fiorite e polpa di mango si rincorrono, lasciando trasparire a tratti un che di fresco, citrino, tra cedro e timolimone.
Poi in bocca arriva la struttura di un vino che fa sul serio, intenso e di bella beva, di una freschezza che persiste a lungo. Se questo è il vigneto giovane, chissà tra qualche anno…
I vini rossi da uve Sagrantino, Sangiovese e Merlot
I rossi di Tenuta Saragano sono i classici della zona. Da uve Sagrantino, Sangiovese e un po’ di Merlot, che nelle diverse percentuali diventano le etichette della denominazione d’origine Montefalco.
Tutti i rossi della Tenuta di Saragano amano i lunghi riposi, oltre i tempi stabiliti da disciplinare.
Ed è così che anche la prima delle etichette a denominazione, il Saragano Montefalco Rosso Doc, (60% sangiovese, 25% merlot e 15% sagrantino) è già un bel biglietto da visita.
Un naso ancora giovane, piacevolmente fruttato, in cui si affacciano con discrezione note di cioccolato al latte, nappa, cannella e arancia candita. Al sorso arriva deciso, con un’intensità che l’equilibrio fra acidità e tannini trasporta per lunghi momenti.
Saragano Montefalco Rosso Riserva Doc parte già con un uvaggio leggermente diverso, con il Sagrantino e il Merlot in parti uguali (entrambi 20%, 60% sangiovese). Solo il 5% di sagrantino in più rispetto al precedente, eppure la differenza si sente.
Nei profumi, più scuri, di mora e amarena, di humus, di radice di liquirizia e tabacco. Eppure anche qui arrivano sprazzi di gioventù tra le note evolute, un po’ di menta e sandalo, che impreziosiscono ulteriormente il corredo aromatico.
Al palato arriva un bel corpo pieno, rotondo, l’alcolicità è l’ordito su cui la trama tannica – presente – intesse un arazzo dai contorni accennati, discreti.
Il legno è ben dosato. I due anni di barrique di rovere francese si sono acquietati nei due ulteriori anni di affinamento in bottiglia, per una beva strutturata ed elegante.
L’esperienza continua tra i vigneti di Sagrantino
Per immergersi davvero nell’atmosfera del luogo, ci vuole una sosta a La Ghirlanda, il wine resort all’interno della Tenuta di Saragano.
Qui si respira un’autenticità che è sempre più difficile da trovare da quando i borghi cosiddetti ‘di charme’ sono diventati di moda.
La struttura, che ha appena riaperto per la stagione, è ospitata in un autentico casino di caccia di origine medievale, che ha conservato l’atmosfera rilassata e chic dell’aristocrazia di campagna.
Arredi d’epoca, tanti caminetti, cuoio, legno massello, fiori freschi e un giardino con piscina, curato ma non asettico, avvolgono da subito l’ospite di un’accogliente familiarità.
A fare gli onori di casa non c’è un manager ossequioso ma il conte Riccardo in persona, ospite cortese e prodigo di informazioni sulla villa e sull’azienda vitivinicola.
La Ghirlanda dispone di 12 camere interne (tutte con arredi in stile), e due casali a poche centinaia di metri, con piscina e vista panoramica, che possono ospitare da 6 a 12 persone.
Montefalco a tavola
L’amore dei conti Pongelli Benedettoni per la terra umbra di Montefalco si traduce anche nella proposta dei sapori, che meglio di tutti si adattano proprio al vino di queste zone.
Il wine resort La Ghirlanda di ristoranti ne sfoggia ben due.
Quello interno al casino di caccia, di un’eleganza sobria e pacata, illuminato da candele e applique, che restituiscono un’atmosfera accogliente e intima.
Più recente invece la Ghirlandina, il bistrot annesso alla cantina.
Chi viene ad assaggiare i vini, ospiti di passaggio in tour tra le aziende del territorio, qui può godersi anche la produzione dell’agriturismo.
Le mani ai fornelli sono quelle della contessa Amalija, appassionata di cucina e di ricette tradizionali, che propone di volta in volta piatti in cui ritrovare i sapori di quelle terre, con tocco leggero e raffinato.
Chi volesse imparare a riprodurle a casa propria, può anche approfittare delle sue cooking class ospitate, su richiesta, alla Ghirlandina.
La Ghirlanda, Agriturismo di Charme Wine Resort. Via del Poggio, 4. Loc. Saragano. Gualdo Cattaneo (PG). Tel.+39074298731