Taverna del Marinaio, autentica cucina di mare a ottimi prezzi in Abruzzo
Dopo avervi consigliato due trattorie di mare in Abruzzo, vi consigliamo la Taverna del Marinaio – anche se non sul mare – il cui nome ricalca la gradevole struttura interna.
Siamo sulla direttrice della amatissima Costa dei Trabocchi, nel centro cittadino di Lanciano (CH). Un luogo di antiche tradizioni, capoluogo dei Frentani, municipio romano ed in seguito capoluogo di distretto durante il Regno delle Due Sicilie.
Effettivamente si tratta di un’ampia taverna in pietra naturale, con una cucina che, di fatto, si colloca ad un tassello più alto rispetto ad una trattoria. È arricchita da una cantina degna di nota, curata con passione dal sommelier del locale, Fabio Marchetti, che con la medesima passione gestisce anche la sala.
Il menu della Taverna del Marinaio
Partendo dal presupposto che non è propriamente semplice proporre una cucina di mare a diversi chilometri dal mare. Scusate se lo ripetiamo ma è così.
La risposta, o meglio, la soluzione la troviamo nelle origini dello chef Giuseppe Giammarino, rintracciabili in San Vito Chietino. Vi dice qualcosa?
Menu semplice questo della Taverna del Marinaio. Semplice e gradevole il percorso di antipasti, crudi, freddi e caldi. Almeno tre primi e poi quattro secondi sempre presenti in carta, con qualche fuori menu.
Non manca l’entrée che si compone di verdurine miste tiepide accompagnate da cozze e da un calice di succo d’arancia e campari. Una sorta di Campari Orange.
Scegliamo il menu completo della Taverna del Marinaio, partendo con i crudi.
Le immancabili ostriche, presentate con passione da Fabio, vengono servite ad una temperatura perfetta. Quattro tipi, quattro locuzioni tra loro differenti, quattro viaggi. Abbiamo la Legrand, la Sentinelles, la classica Gillardeau e la Fin Normandie.
Percorso iniziale arricchito dai classici gamberi, di più tipi e dalle locali canocchie.
Accennavamo alla cantina della Taverna del Marinaio. La carta dei vini è scritta integralmente a penna in quanto si arricchisce di volta in volta. Potremmo definirla completa, comprensiva di produzioni regionali, principalmente bianchi e cerasuoli, vini naturali ed interessanti champagne.
Decidiamo di accompagnare crudi freddi e caldi con uno Champagne Blanc de Blancs Grand Cru di Mallol Gantois, realtà produttiva ubicata tra i villaggi di Cramant e Chouilly. Un sorso piacevole e raffinato, di buona mineralità, perfetto a mio avviso in abbinamento ai nostri crudi.
Proseguiamo con i freddi, non pindarici ma diretti ed essenziali. Dallo sgombro cotto a vapore con pistilli di zafferano, al salmone marinato con sale e zucchero, passando per il polipetto scottato su patate croccanti, sino alla ventresca di tonno con noci e pesca noce. Non è uno scioglilingua.
I piatti caldi
Ancor più diretti i caldi della Taverna del Marinaio, con il tortello al nero di seppia ripieno su passatina di ceci, lo scampone su ricottina di Paestum e rucola (ottimo), i cannolicchi al forno e le caratteristiche cozze ripiene dell’Adriatico.
Il passaggio al primo ci induce ad ordinare un altro champagne, scegliendo questa volta una bottiglia più mirata alla filosofia dei vigneron. Sono solo 1.671 le bottiglie dello Champagne rosé prodotto oggi ancora con metodi ancestrali da Matthias e Thomas Desruets. Piccola realtà che utilizza ancora la Darq Flamain, strumento di vinificazione di immenso valore. Il più vecchio torchio in attività di tutta la Champagne!
Un pezzo di storia che si traduce oggi in una produzione paritetica di Pinot Noir, Pinot Meunier e Chardonnay, equilibrato, rotondo e gradevolmente elegante.
A cosa lo abbiamo abbinato?
Ad un piatto “bandiera” dell’intera regione e della Taverna del Marinaio. I paccheri rigati del pastificio Cavalier Cocco di Fara S. Martino con scampi e pesto di basilico.
Un sugo bilanciato, leggero, delicato per una pasta che dev’essere cotta a puntino. Esame superato, in un governo d’equilibrio.
E voi?
Avreste preferito i paccheri lisci? Al 99% direi di sì.
Ma ripeto, a prescindere da ciò, la cottura era perfetta.
A questo punto avrete intuito che anche la seconda bottiglia è terminata.
Il pesce alla Taverna del Marinaio
I filetti di ombrina alle erbe fini con caponata di verdurine ci fanno scendere in Trentino Alto Adige. Scegliamo difatti un metodo tradizionale classico, dosaggio zero, vendemmia 2015, il Vulcanite di Vito Piffer, di Neno Produttori d’Elite. Spiccatamente minerale all’inizio ma poi più fresco e pulito, sapido in allungo sul finale. La perfetta carta d’identità del territorio di provenienza: Lavis.
Nulla da dire ad un pesce cucinato in modo semplice per non alterarne i sapori, in equilibrio con l’interessante metodo classico.
I dolci
Chiudiamo con un semifreddo all’amaretto ed una mousse mango e frutto della passione, ben fatti, abbinati ad un vino Passito Terre Siciliane delle Cantine Colosi.
Tris definitivo con degli amaretti serviti su caramello salato.
Piacevole tappa, consigliata perché di gusto, semplice ed arricchita da una cantina che trova sempre un suo legame con i piatti, non molti ma ampiamente soddisfacenti.
Prezzo medio, 40 €.
Taverna del Marinaio. Vico VII dei Frentani, 1. Lanciano (CH). Tel. +390872709960