Vini naturali in Piemonte: le 10 migliori cantine per la grigliata di Ferragosto
Ferragosto è ormai alle porte, con il classico e intramontabile barbecue e, immancabili, le migliori bottiglie di vini naturali del Piemonte.
Il count-down è già in corso. Io, che non riesco a immaginare una grigliata senza vino, ho pensato di prepararmi per tempo, scegliendo logicamente nel mondo del naturale.
Mondo verso cui, come dovreste ormai aver capito, nutro un amore sconfinato da tempi non sospetti.
Questa volta ho cercato i migliori vini naturali tra nuove aziende, approfittando della decima edizione di Critical Wine NO TAV, “Terra è Libertà”. Edizione che si è tenuta a Bussoleno, in provincia di Torino.
L’evento, svoltosi en plein air, è stato molto “rustico”, con gli stand allocati nella piazza dove settimanalmente si svolge il locale mercato.
Non tantissimi gli espositori ma, tra facce note e meno note, diversi spunti interessanti. Vini e bottiglie naturali che – come recita il manifesto di Critical Wine – raccontano le persone, il loro talento e l’umanità, “solari e generose” come le loro vigne.
E donne e uomini lontani anni luce dal “mito della crescita infinita”, tenendo sempre ben presente che “siamo ospiti della Terra. Continuare a ucciderla non è che l’ultimo, ciclopico tentativo di suicidio della specie”.
E, fra i nostri 25 migliori vini naturali, anche 2 bottiglie inaspettate.
1. Migliori vini naturali del Piemonte: Garage dell’Uva, Settimo Rotaro
Garage dell’Uva nasce dalla volontà di alcuni appassionati di produrre vino riqualificando inizialmente territori in via d’abbandono e rivalutando vecchi vigneti e vecchi vitigni autoctoni.
Il tutto con metodi il più possibile artigianali e manuali.
Sessanta i chilometri da Torino, siamo a Settimo Rottaro. Si tratta di un’area unica, quella dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea, formazione geologica creata dallo scioglimento di un grande ghiacciaio del quaternario.
Apprezzabile, tra gli altri vini, il Plandrùn (pigro, pelandrone). Erbaluce 100%, lasciato fermentare per circa quindici giorni con le bucce e parte dei raspi adagiati sopra a una parte di grappoli interi.
Come il Barùss (rossiccio), rosato con 40% di Uva Rara, 40% di Neretta Cuneese e 20% di Barbera. Il Barùss non svolge fermentazione malolattica ed affina in acciaio.
2. Agricola Elisa Mascetti – PAN, Montaldo Bormida
PAN Piccola Agricola Naturale si trova a Montaldo Bormida, nell’Alto Monferrato ovadese.
Sono circa 6 gli ettari di terra di questa piccola realtà contadina, èer metà campi, orti e frutteti, e per la rimanente parte vigneti. È una realtà dalla lunga tradizione di agricoltura familiare, con l’acronimo PAN (Piccola Agricola Naturale) a sintetizzarne le idee.
Dal 2016 applicano i principi di un’agricoltura ecologica, rispettosa dell’ambiente e del benessere umano. Qui si producono vini, semplici e naturali, e farine integrali macinate a pietra, coltivando legumi e cereali di antiche varietà locali.
Sono vini semplici e diretti. Oltre ad Anna Rosa, il pulito e beverino rosato, ci sono, vinificati classicamente in purezza, la Barbera del Monferrato e il Dolcetto di Ovada.
3. Migliori vini naturali del Piemonte: Cascina La Signorina, Carpeneto
È Luciano Montagna, nel 1982, a creare l’azienda agricola Cascina La Signorina, a Carpeneto, in località Mardelloro. Ed è dopo l’acquisizione della Cascina la Mora del 2006 che l’azienda raggiunge la sua conformazione definitiva. Sono 23 gli ettari oggi, di cui 4 a vigneto.
Oggi è Alberto, il figlio, ad occuparsi della gestione dell’azienda con l’aiuto della compagna Cristina, e della famiglia.
La passione per la terra è quella trasferitagli dal padre. È sempre più orientata ad accompagnare la natura, riducendo al minimo gli interventi, limitandosi a rame e zolfo ed a concimazioni organiche.
Abbastanza variegata la gamma, di cui apprezzo l’Albarossa, vitigno autoctono piemontese nato dall’incrocio del Nebbiolo di Dronero con il Barbera.
Tra gli altri, il beverino rosato La Solera, dal nome della particella catastale.
4. Migliori vini naturali del Piemonte: Cascina Gasparda, Olivola
La prima produzione in bottiglia di Cascina Gasparda è del 2010, a interrompere anni di produzione principalmente per consumo famigliare.
Circa otto ettari nel Monferrato Casalese, a Olivola, lavorati a mano dalla famiglia Salvaneschi. Riducendo al minimo l’aiuto di macchinari, cercando di rispettare la natura e il suo corso.
Sono uve Barbera, Grignolino, Freisa e Nebbiolo. Lavorate da Mauro e Roberto Salvaneschi secondo la vecchia tradizione, lasciate fermentare in vasche di cemento o vetroresina senza alcun controllo di temperatura.
La gamma è ampia, ed è difficile scegliere.
Apprezzo Da Nord, la Barbera del Monferrato che “aspetta” 18 mesi tra vetroresina e cemento, così come Nuda&Cruda, la Freisa, un antico vitigno piemontese.
5. Azienda Agricola La Viranda Società Cooperativa, Calamandrana
La Viranda, che ha sede a Calamandrana (www.laviranda.it), è una cooperativa agricola fondata nel 1980 dall’unione di sei aziende agricole.
All’inizio tutto si basava sulla sola produzione agricola di frutta e uva che veniva interamente conferita. La svolta si ha nel 1987, quando viene aperto l’agriturismo, uno dei primi della zona, per avere uno sbocco diretto alla sua produzione. Contemporaneamente, inizia la commercializzazione del vino.
La Cooperativa gestisce direttamente 5,8 ettari di vigneto e 1,28 ettari di frutteto. I singoli soci conducono un totale di 12,70 ettari di vigneto, 7,85 ettari di prati e terreni seminativi e 1,3 ettari di orto.
I vini – come riportato sul loro sito web – possono essere definiti “vini di pianta”. Vengono ottenuti senza interventi particolari in vigneto o in cantina, e cercando di evitare stress fisiologici alle viti.
Prodotti utilizzando solo lieviti autoctoni senza uso di additivi chimici di sintesi, cercando di far esprimere al massimo l’andamento delle annate.
Segnalo Cul de Sac, Nebbiolo affinato in legno per 12 mesi, e ’l Toc d’Angelina, Barbera rifermentata in bottiglia.
6. Migliori vini naturali del Piemonte: Braccia Rese, Busca
Braccia Rese è il risultato dell’incontro tra Elia, Giovanni e Livio. Un designer che ha deciso di diventare vignaiolo, un geometra con la vigna di famiglia da sistemare, un enologointenzionato a fare buon vino nel territorio di casa.
Siamo a Busca, nel cuneese, con vitigni unici come il Quagliano e la Neretta cuneese.
Realtà giovanissima, contraddistinta dal massimo rispetto per la biodiversità, con rifiuto di prodotti sistemici e diserbanti. Utilizzo dei soli rame e zolfo in dosi minime, con nessuna chiarifica e filtrazione in cantina. Insomma metodi naturali con minimo interventismo in tutte le fasi.
Elia, Giovanni e Livio hanno deciso, inoltre, di entrare a far parte di Humus Job.
Humus Job è una rete di aziende agricole che condividono il valore della collaborazione e della condivisione. Ma che intendono anche essere sostenibili dal punto di vista sociale, ambientale ed economico. Il che significa contrastare il lavoro irregolare in agricoltura e le derive di sfruttamento e caporalato.
Al momento l’unico vino è Pinq!, un rosato, 100% Quagliano, rifermentato in bottiglia con entrambe le fermentazioni spontanee, senza solfiti aggiunti.
7. Non solo migliori vini naturali del Piemonte: Sidreria C&L, Verzuolo
Sì, avete letto bene, Sidreria C&L. Si parla di sidro, con i soci di Braccia Rese ancora protagonisti: Livio (qui accompagnato dal fratello Nicolò) ed anche Elia.
È la mela la protagonista, non l’uva piuttosto che orzo e luppolo.
L’idea è semplice. Siamo in provincia di Cuneo, terra nota per la produzione di mele, di cui la stragrande maggioranza finisce sulle tavole di paesi vicini e lontani. Loro hanno soltanto provato a mettere in risalto il territorio, provando a fermare il frutto a poca distanza dall’albero che lo ha visto nascere.
A nobilitare il prodotto ci ha pensato Livio, l’enologo, utilizzando uno dei processi enologici più pregiati e complicati: il metodo classico. L’intenzione è quella di vestire con un abito più nobile possibile un prodotto “sfortunato” per quanto riguarda le trasformazioni come la mela cuneese.
Nasce così Arvirà (rigirato, capovolto, ma anche arrabbiato, scontroso), solo mela e di un’unica varietà.
Gli va a fare compagnia il rifermentato in bottiglia Randevù, incontro tra mele saluzzesi e uva di Langa. Nato dalla collaborazione con Ezio Cerruti, gran produttore e innovatore nel mondo del Moscato.
8. Carussin, San Marzano Oliveto
“Anziché sognare di vivere, cerchiamo di vivere dei nostri sogni.”
Lo dice la famiglia Ferro, che dal 1927 gestisce la cantina Carussin. Nome che deriva dal suo fondatore Maggiore Ferro, che proveniva dal paese di Calosso ed era chiamato Calossese: in piemontese Carussin.
Siamo a San Marzano Oliveto, un piccolo comune situato sulle colline tra Nizza Monferrato e Canelli, terreno particolarmente vocato per la produzione di vini di qualità.
Una ricerca continua per garantire sempre una migliore qualità del prodotto, lavorando a “basso impatto antropico”. Difendendo l’integrità del proprio territorio e l’individualità del vino dall’omologazione di chimica, industrializzazione e tecnologia, per ottenere vini naturali, fedele espressione di questo terroir.
Segnalo Asinoi, Barbera d’Asti dai vigneti di di San Marzano Oliveto, Nizza Monferrato e Agliano Terme.
E Lia Vì, ancora una Barbera d’Asti, questa volta dal solo vigneto di San Marzano Oliveto.
9. Migliori vini naturali del Piemonte: Rocco di Carpeneto, Carpeneto
Rocco di Carpeneto è sita a Carpeneto (Al), tra le colline dell’Alto Monferrato, nella parte di Piemonte più vicina al mare.
Produzione incentrata su soli vitigni autoctoni e su vecchie vigne impiantate per lo più tra il 1955 e il 1986. Albarossa, barbera, cortese, dolcetto e nebbiolo. Rispetto rigoroso dell’ambiente e dei cicli della natura, con i vigneti trattati esclusivamente con ridottissime dosi di rame e zolfo.
Il risultato, come loro amano dire, sono vini tesi, radicali, senza trucco. Basse rese, fermentazioni spontanee in botti vecchie o in anfore di terracotta, fermentazioni spontanee in vasche di acciaio. Impiego esclusivo di lieviti selvaggi, e macerazioni prolungate.
Apprezzo Losna, un Ovada DOCG ottenuto da sole uve dolcetto con maturazione di almeno 14 mesi in diversi tipi di legni vecchi. E Rapp, proveniente da uve 100% barbera, fermentazione in acciaio e affinamento in botti usate per oltre due anni.
10. Migliori vini naturali del Piemonte: Vite Sparse
Vite Sparse è un progetto di imprenditoria sociale basato su vinificazioni itineranti.
Federico e Pietro, gli ideatori, non posseggono vigneti di proprietà e non hanno una cantina. Vanno alla ricerca di contadini che hanno scelto un approccio agricolo rispettoso della natura. Acquistano le uve a un prezzo equo, proponendo un processo di vinificazione alternativo.
Vengono utilizzate, affittandole, vasche da piccole cantine locali, che chiaramente condividono gli stessi ideali di vino. Vedono così la luce vini provenienti da fermentazioni spontanee, non filtrati e, quando possibile, senza solfiti aggiunti.
Nasce così Rapide, assemblaggio di trebbiano e albana in acciaio, in collaborazione con Francesco Marcesini di La Felce in Liguria.
E anche Sherpa, in collaborazione con la Cooperativa Valdibella in Sicilia, catarratto in purezza, lavorato solo in acciaio.
Ma c’è anche il Piemonte con Aloe, un assemblaggio di barbera e moretta del 2009 con ben 9 anni in legno grande, che invece è un Single Cask. La linea nasce prendendo ispirazione dal mondo dei whisky, e passa dall’acquisto di intere botti di vino direttamente dai produttori al finanziamento delle loro sperimentazioni. In questo caso, una vinificazione di Alessandro Poretti, attuale cantiniere di Valli Unite.
Non solo Piemonte con i migliori vini naturali
Non solo Piemonte, però, per questa tornata di migliori vini naturali ad uso della grigliata di Ferragosto.
Vi ho selezionato tre cantine che ho assaggiato alla manifestazione e relative bottiglie.
Società Agricola Le Sette Aje, Sicilia
L’azienda Le Sette Aje è gestita dalle sorelle Rosalia, Cristina, Agata e Gabriella.
Siamo in Sicilia, lungo le sponde del fiume Belìce, a Santa Margherita di Belice.
Le quattro sorelle lavorano con metodi naturali nel rispetto dell’ambiente, seguendo i protocolli biodinamici. Non solo: applicano (tra i pochi in Europa) il protocollo agro-omeopatico, che permette di tutelare la resistenza naturale della pianta. In questo modo, la necessità di un aiuto esterno da parte dell’uomo è minima.
Buoni oltre ogni attesa due rosati.
Il Nakone è unblend fermo composto al 60% da Moscato Zucco e per il 40% da Uva Antica.
Invece il Cincu Stizzi (Cinque gocce) è rifermentato in bottiglia con l’inserimento del mosto precedentemente fermentato di solo Nerello Mascalese.
Tenuta Ca’ Sciampagne, Marche
Siamo alla Tenuta Ca’ Sciampagne a Montefeltro, nel Parco Naturale dei Monti delle Cesane, a pochi chilometri da Urbino.
La cantina (il cui nome deriva dal catastale della località dove sono parte dei vigneti) nasce nel 2008 ad opera di Leonardo Cossi. Con il recupero di oltre tre ettari di vecchi vitigni e la piantumazione di altri sei, inizia la produzione di vini naturali e sani, secondo tradizione.
Sono terreni argillosi, calcarei e ricchi di minerali, a un’altitudine media che si aggira sui 380 m slm.
In cantina utilizza tecniche di vinificazione tradizionali. La raccolta delle uve è manuale ,con selezione dei grappoli, diraspatura e pigiatura. Vinificazioni in bianco o con macerazione pellicolare tanto per i vini bianchi che rossi. Le fermentazioni sono spontanee con i soli lieviti indigeni, e dosi minime o assenza solforosa aggiunta.
Nella vasta gamma apprezzo Zigara, rosato rifermentato in bottiglia da vitigni di biancame e sangiovese.
E Revoluscion, bianco rifermentato in bottiglia da vitigni di biancame.