Pescocostanzo. La Corniola, ristorante all seasons di qualità a ottimi prezzi
Due ingredienti. Una mano ed un luogo. Concezio Gizzi, chef quarantenne de La Corniola e Pescocostanzo.
Assieme a Rivisondoli e Roccaraso approdo tra i più belli dell’altopiano delle cinque miglia. Una parte dell’Abruzzo montano, dove più avanti troviamo anche Castel di Sangro, con il Reale Casadonna.
Mete, questa estate, quanto mai ricercate, al riparo da una calura senza precedenti.
Chef e borgo, accomunati dalla bellezza paesaggistica e climatica che li circondano.
Manualità fatta di passione ed unicità, Concezio Gizzi è un autodidatta con un passaggio non da poco a Montemerano, da una certa Valeria Piccini.
All’ingresso di Pescocostanzo, al pian terreno laterale del Relais Borgo Ducale, c’è il suo ristorante La Corniola.
Lo stile della sala, organizzata e gestita dalla moglie Barbara (bravissima) e che ospita una quarantina di coperti, ricalca quello della cucina, dove lo chef è coadiuvato dalla sorella Lucia.
Hanno “solo” voglia di emozionare il cliente, con un unicum di idee, stilisticamente precise, eleganti e al passo coi tempi.
L’obiettivo è centratissimo, tenendo a mente che il ristoranteLa Corniola a Pescocostanzo non soddisfa solo i sopraffini palati degli avventori esterni ma anche quelli ospitati nel Relais.
Non è facile mantenere una costanza qualitativa per più di 12 ore di fila, avendo la possibilità di poter scegliere tra tre menù degustazione a 45, 50 e 60 €, oppure libera scelta à la carte.
Come si mangia alla Corniola a Pescocostanzo
Avendo avuto la possibilità di soggiornare, abbiamo provato diversi piatti, scelti liberamente alla carta.
Quella che potremmo definire come una sorta di unicità del territorio, rafforzata dal tocco di classe in cucina si distingue già con il benvenuto: polpettina di patate e mozzarella, tartelletta con formaggio locale e pancetta tagliata al coltello.
Oppure la succulenta minestra tiepida con aceto balsamico e misticanza, la porchetta fatta in casa ed il fungo arrosto servito con blu di capra, lodevole.
Il pane. Ho una sorta di fissa, lo sapete.
Qui alla Corniola di Pescocostanzo, è perfetto. Allo zafferano o con grano di solina, sino ai golosi grissini. Da provare con o senz’olio extra vergine d’oliva (Valentini).
Gli antipasti
Certo, la terra è un po’ l’elemento dominante ma c’è spazio per qualche divagazione di mare, lontano, ma le distanze se sai azzerarle…
È il caso del polpo arrosto con carote, accompagnato da una maionese allo zenzero, tenero e gustoso.
La carne si esprime al massimo nella tartare di vitello con maionese all’aceto di lamponi, presentazione eccelsa, così come il gusto, in perfetto equilibrio.
L’enfasi territoriale è declinata invece in due piatti a mio avviso eccellenti.
Il pecorino della Corniola di Pescocostanzo in tempura, accompagnato da mosto cotto, caratterizzato da una panatura croccante, leggera e con un ripieno succulento. Il mosto cotto a smorzare i ritorni di grassezza e vaga untuosità.
Il porcino patate e nocciola. Un crescendo pazzesco di gusto, unito alla piacevolezza croccante della nocciola ed alla cremosità e dolcezza della crema di patate, uniti ad allungare la bontà.
Da mangiarne all’infinito.
I primi della Corniola a Pescocostanzo
Tre i primi degustati.
Partendo dagli gnocchi di patate fatti a mano con zafferano e ragù di verdure, un piatto leggero e con una naturale densità aromatica in cui si allunga la spezia delle locali terre aquilane.
Proseguendo con un piatto realizzato utilizzando un grande formaggio del confinante Molise, il caciocavallo, protagonista dei tortelli di zucchine e spuma di caciocavallo, per l’appunto. Pasta e ripieno stupiscono per la leggerezza e si sposano a meraviglia con la spuma.
Finendo con un primo del tutto differente, contrapposto agli altri, le fettuccelle al burro affumicato al legno di faggio, alici e finocchietto selvatico.
A parte l’esecuzione tecnicamente perfetta della Corniola di Pescocostanzo, ricordo ancora la cottura delle fettuccelle fatte con semola di grano duro, aspetto non banale visto che l’amido si è unito al burro e alle alici, pervadendo la bocca con una gustosità quasi ermetica.
L’agnello de la Corniola a Pescocostanzo
Sì, l’agnello. Carne se vogliamo “simbolo” dell’Abruzzo quando si parla di arrosto.
Servito sia con doppia costatina che con un pezzo differente, a mo’ di tagliata.
La perfetta cottura alla Corniola di Pescocostanzo si accompagna bene con i peperoni verdi, compagni ideali con il loro velato fondo di cottura, ad ammorbidire ulteriormente il morso. Buonissimo.
Volendo, in alternativa, potrete scegliere il maialino con misticanza e marmellata di pomodoro, il polletto nostrano rosmarino e patate di montagna o ancora il baccalà pomodori olive e capperi.
Per il momento, noi ci fermiamo qui.
I dessert
Gran bei piatti non possono che essere arricchiti da deliziosi dessert.
Ho avuto modo di gongolare con la spuma lemongrass, granita di caffè e crumble al cioccolato, una nuvola in cui il cucchiaio affonda voglioso. La freschezza della granita al caffè e la croccantezza del crumble sono un piacevole gioco di contrasti.
Apoteosi, per il gelato alla genziana, accompagnato da frutti rossi e crumble al cioccolato.
Altro piatto di radicamento ma che stupisce ed emoziona, non poco, per eleganza ed originalità.
Da mangiarne a cucchiaiate, in equa misura tra gelato, salsina ai frutti rossi e crumble. Amaro, acido dolciastro e croccante.
C’è tutto, non solo golosità ma anche testa e cuore. Si prega di ripetere, lentamente.
La cantina
Tranquilli. La carta dei vini è commisurata alle vostre aspettative. Tanta regione, spesso proposta al calice ma anche resto d’Italia e Francia.
Eccedendo (quanto basta) nei bicchieri, con la consapevolezza di poter dormire sonni tranquilli in loco, abbiamo degustato dapprima una bottiglia propostaci da Barbara: lo champagne Palmer & Co. Brut Reserve, una firma senza tempo, con percentuale dominante di chardonnay (50%) e poi pinot noir (40%) e pinot meunier (10%), dosaggio 8 g./l.
Un sorso che coccola dolcemente il palato e lo mantiene fresco, in equilibrio. I sottili ritorni di nocciola e di burro sono pazzeschi con gli antipasti che ne vedono l’utilizzo.
Non li dimenticherò facilmente.
Un’altra brillante proposta ci riporta in Abruzzo, dove nasce uno tra i migliori vini bianchi al mondo, parliamo del Trebbiano d’Abruzzo doc dell’Azienda Agricola Valentini di Loreto Aprutino. Annata 2015. Senz’altro giovane ma già ammiccante, con il polpo arrosto e con il fungo arrosto con blu di capra. Per me sta bene con tutto. Punto, ed è meraviglioso ed ogni volta diverso degustarlo. Da primato.
Il caffè viene accompagnato da una raffinata piccola pasticceria che con classe, stimola una gola appagata ma già vogliosa di ricominciare.
L’esperienza di gusto qui sarà ogni volta diversa, scalpitante nel voler provare tutti i piatti, in tutte le stagioni, estate, autunno, inverno o primavera.
Fate presto, mi raccomando, non potete perdervelo.
Ristorante La Corniola. Via Dei Mastri Lombardi. Pescocostanzo (AQ). Tel. +390864642470